Prima o poi si farà?

In tempo di guerra Agnelli rilancia la Superlega

Ma Ceferin ci va giù duro: "Hanno usato la pandemia, ora fanno lo stesso con il conflitto".

In tempo di guerra Agnelli rilancia la Superlega
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Il presidente della Juventus non si arrende. Andrea Agnelli,  giovedì 3 marzo 2022, è intervenuto a Londra durante il Business of Football Summit del Financial Times per ribadire la sua posizione sulla Super League, la competizione internazionale nata all'improvviso lo scorso anno, in una notte di metà aprile, per il volere di dodici top Club europei, tra cui le italiane Juventus, Milan e Inter. La Superlega era durata "come un gatto in tangenziale", sciolta pochissimi giorni dopo la sua nascita a seguito dell'ondata di reazioni contrastanti dei tifosi e di tutte le squadre considerate "minori". Il presidente bianconero, tuttavia, quasi un anno dopo, rimane convinto delle sue idee e si scaglia contro la Uefa e il suo leader Aleksander Ceferin:

"Oggi il mondo del calcio ha bisogno di profonde riforme – afferma Agnelli -. Il compromesso non è più una scelta".

Agnelli torna alla carica con la Superlega: "Il calcio ha bisogno di riforme"

A quasi un anno di distanza dal suo avvento e la sua repentina debacle, è tornata di moda nel mondo del calcio la Super League. A riportarla al centro dell'attenzione mediatica è stato il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, intervenuto nel corso della giornata di ieri, giovedì 3 marzo 2022, a Londra durante il Business of Football Summit del Financial Times. Le sue parole sono state chiare e senza giri di parole: la Super League prima o poi si farà.

"Oggi il mondo del calcio ha bisogno di profonde riforme – afferma Agnelli -. Il compromesso non è più una scelta. Un operatore monopolistico è adatto a guidare un business come il calcio? Io penso di no".

Il suo attacco è diretto alla Uefa (e al suo presidente Aleksander Ceferin), considerata un organismo “regolatore, monopolista e che regola l’accesso alle competizioni”: per Agnelli e i promotori della Superlega non può allo stesso tempo gestire le competizioni e sfruttarne la commercializzazione. Circa la legittimità del ruolo e dei poteri dell’Uefa, verso la fine del 2022, arriverà poi la pronuncia della Corte di Giustizia dell’Unione europea:

"Ho molta fiducia nella Corte di Giustizia, custode dell’identità europea e dei suoi valori - prosegue Agnelli -. Giudicheranno se l’Uefa opera in conformità con il Trattato. Se l’Uefa andrebbe sciolta? Io mi siederò e sosterrò una governance trasparente. Aspetterò che la Corte ci dica se l'attuale organismo sia idoneo allo scopo".

Super League: quando e come era nata (e morta subito dopo) l'idea

Era stato il tormentone calcistico dello scorso anno quando, all'improvviso, in una notte di metà aprile, dodici dei top Club europei, tra cui le italiane Juventus, Milan ed Inter, avevano dato vita ad una nuova competizione internazionale che aveva segnato lo strappo definitivo con qualsiasi tipo di Istituzione calcistica.

L'avvento inaspettato della Super League aveva scioccato completamente tutto il mondo del calcio, generando un'ondata di reazioni contrastanti e di forte dissenso non solo da parte di tutte le squadre "minori" escluse dal torneo, ma anche da parte dei tifosi e appassionati, convinti che una competizione simile avrebbe potuto disintegrare la magia che si cela dietro a questo sport. Questo era stato comunicato stampa ufficiale diramato nella notte tra domenica 18 e lunedì 19 aprile 2021:

"Dodici prestigiosi club europei di calcio hanno annunciato oggi congiuntamente un accordo per costituire una nuova competizione calcistica infrasettimanale, la Super League, governata dai Club Fondatori. Ac Milan, Arsenal FC, Atletico de Madrid, Chelsea FC, FC Barcellona, FC Internazionale MilanoJuventus FC, Liverpool FC, Manchester City, Manchester United, Real Madrid CF e Tottenham Hotspur hanno aderito in qualità di Club Fondatori. E' previsto che altri tre club aderiranno come Club Fondatori prima della stagione inaugurale, che dovrebbe iniziare non appena possibile".

Si era trattato di una Superlega che, nelle intenzioni di chi lo ha costituito, voleva proporre un nuovo modello di calcio, portando molti più soldi a chi ci partecipa e togliendo quasi del tutto il merito sportivo e ogni appeal per chi non è nell’elenco delle 20 elette che ci avrebbero giocato.

Allo stesso modo in cui era stata fondata, nel giro di 48 ore la Super League ha visto il suo scioglimento. Nella serata del 20 aprile 2021, a partire dai Club inglesi del Chealsea, Liverpool e Manchester City, le squadre fondatrici della Super Lega sono uscite dalla competizione a causa della grande ondata di polemiche generata dai tifosi e appassionati di calcio. In Italia la prima a tirarsi indietro è stata l'Inter, seguita poi dal Milan.

Ma Agnelli propone un nuovo format

Come affermato anche dallo stesso Andrea Agnelli, la Super League non sarebbe più un torneo chiuso. Il nuovo format prevedrebbe promozioni e retrocessioni in due serie da 20 squadre l’una. Al momento si tratta però solo di indiscrezioni. I Club irriducibili, ossia Real Madrid, Juventus e Barcellona, si sono rivolti l’estate scorsa ad agenzie (Flint e A22) per dare un’immagine diversa al torneo: il suo problema principale, infatti, è sempre stato quello della formula "chiusa" all’americana, a inviti, inaccettabile nel sistema europeo che è invece aperto. Su questo aspetto pare si stia cercando di trovare un compromesso per la sua definitiva realizzazione.

Le repliche

La Superlega, però, era stata già in qualche modo "bocciata" dai tifosi, e Ceferin è andato giù duro sulla proposta di Agnelli, con parole che fanno presagire un nuovo scontro:

"I club sono liberi di creare un loro torneo, ma non si aspettino di giocare anche in quelli organizzati dall'Uefa. Hanno usato una pandemia, ora usano una guerra".

Sulla questione ha rincarato la dose Javier Tebas, presidente della Liga spagnola:

"I club della Super League mentono più di Putin"

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