ex docente universitaria

Accumulatrice seriale muore nel rogo del suo appartamento. I vicini "Comune più interessato ai suoi gatti"

"Abitava qui da almeno 25 anni. La conoscevamo tutti, era una persona buonissima che non ha mai fatto male a nessuno, solo che aveva scelto di vivere così".

Accumulatrice seriale muore nel rogo del suo appartamento. I vicini "Comune più interessato ai suoi gatti"
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Venerdì 18 febbraio 2022 il corpo senza vita di Maria Luisa (detta Marisa) Canedi è stato rinvenuto nel suo appartamento milanese in seguito a un incendio. Per Vigili del fuoco e sanitari entrare nell'abitazione è stato particolarmente difficoltoso perché la vittima, una pensionata di 83 anni, era un'accumulatrice seriale. A distanza di giorni i vicini denunciano un disinteresse inaccettabile del comune che "si è occupato più dei suoi gatti che di lei".

Accumulatrice seriale trovata morta nel suo appartamento in fiamme

Come racconta Prima Milano, l'allarme è stato lanciato verso le 9 del mattino di venerdì scorso: nessuno dei vicini si era accorto di nulla ma il fumo è stato segnalato dagli immobili che sorgono dietro la piccola vietta privata dove la donna abitava. Immediato l'intervento di Vigili del fuoco e Polizia: al loro arrivo nella casa dell'anziana, in zona Lambrate, i soccorritori si sono trovati davanti una scena inimmaginabile e per Marisa, purtroppo, non c'era già più niente da fare, stroncata - con tutta probabilità - dal fumo inalato.

Una volta riusciti ad entrare nell'appartamento hanno infatti scoperto un'amara verità: Maria Luisa Canedi era un'accumulatrice seriale e nel suo appartamento c'era un piccolo mondo degradato, con tanto di gatti, lettiere sporche e sporcizia accumulata negli anni.

A raccontarci della vittima è una vicina di casa, ancora scossa e incredula per quanto successo:

"Abitava qui da almeno 25 anni. La conoscevamo tutti, era una persona buonissima che non ha mai fatto male a nessuno, solo che aveva scelto di vivere così. Non era malata, noi - i vicini - l'abbiamo sempre aiutata, le tenevo le chiavi di casa perché perdeva sempre tutto, le portavo il cibo ma non mi ha mai permesso di entrare. Non voleva che nessuno l'aiutasse. Noi abbiamo chiamato un sacco di volte i servizi sociali, l'ultima volta una settimana prima della tragedia. Nessuno però è mai intervenuto, nessuno si è mai fatto vedere. Si sono occupati più dei suoi gatti che di lei! Quando l'hanno trovata morta due Agenti della Polizia sono rimasti qui per fare compagnia ai gatti..."

La vicina ci racconta che l'anziana, seppur restia a farsi aiutare, era sempre cordiale. Durante il giorno si recava all'Esselunga della zona e ci restava per ore mangiando qualcosa, perché in casa sua non aveva il riscaldamento.

"Tutti la conoscevano" ci dice con occhi tristi, "Ogni tanto usciva alle 11 di sera per andare a dare da mangiare ai gatti della zona".

Era un'ex docente universitaria

"Era specializzata in Filologia germanica, aveva operato come ricercatrice a Verona ed era un'ex docente universitaria, insegnava al Politecnico qui dietro prima di andare in pensione. Poi con la vecchiaia si è lasciata andare: non è mai stata sposata, non abbiamo mai visto qualcuno entrare in casa sua. Veniva comunque da una buona famiglia, infatti il 21/A è tutto suo mentre noi abbiamo le case divise su due piani dove vivono famiglie diverse. Ha una sorella che abita assieme al marito fuori Milano, ma anche lei non è mai intervenuta per aiutarla".

Alcuni vicini hanno fatto intervenire un addetto, pagato da loro, che pulisse almeno l'entrata dell'appartamento dell'anziana, che era sporco e pieno di sporcizia dalla quale uscivano mosche e cattivo odore. Nessuno sa quando il Comune verrà a sgomberare l'immobile, la paura adesso è che la puzza proveniente da quella casa continui a crescere fino ad essere insostenibile, senza considerare la mancanza di igiene che potrebbe compromettere anche le abitazioni vicine. Da fuori è chiaro il disagio che potrebbe celarsi dentro quelle mura: lo si capisce dal numero civico penzolante, dai gradini di casa mangiati dall'usura, dal plexiglas incastrato dietro le inferriate con disegnati gatti sbiaditi dal sole e dal tempo. Non si fa fatica a immaginare ciò che dentro la casa può nascondersi, tra l'indifferenza umana e un silenzioso bisogno d'aiuto inascoltato.

 

 

Una dozzina di anni fa un altro incendio

Purtroppo già una dozzina di anni fa in quella stessa casa era scoppiato un altro incendio: quella volta però le fiamme uscivano dalla finestra, a dare l'allarme erano stati proprio i vicini, e alcuni dei 60 gatti della donna tenuti in casa nelle gabbie erano stati bruciati vivi prima che riuscissero ad essere messi in salvo. Allora gli animali le erano stati portati via tutti, ma nel corso degli anni lei, che sfamava i gatti di tutto il quartiere, ne aveva portati a casa altri (oggi affidati alle associazioni della zona) da accudire a suo modo.

La denuncia - indignata ma sempre garbata - mossa dai vicini di casa è proprio quella che per i gatti la reazione del Comune di Milano è stata immediata, completamente assente invece quella richiesta per aiutare un'anziana sola e in difficoltà.

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