al San Matteo di Pavia

Tumore alla prostata, una nuova tecnica per diagnosi precoci e di precisione

Da settembre trattati oltre 50 casi, con un significativo miglioramento della precisione diagnostica del tumore.

Tumore alla prostata, una nuova tecnica per diagnosi precoci e di precisione
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La diagnosi precoce, nell'ambito di qualunque forma tumorale, è la carta vincente per assicurarsi - in molti casi - anche una guarigione totale. La ricerca scientifica si sta orientando non soltanto sulla medicina personalizzata, ma anche su modalità di screening che consentano di localizzare in tempi ottimali eventuali neoplasie. Non fa eccezione il tumore prostatico che da oggi, grazie alla Fusion Biopsy, si avvale di un'arma avanzata, questa metodica diagnostica di ultima generazione è in uso a Pavia, presso IRCCS San Matteo.

La Fusion Biopsy: diagnosi innovativa per il tumore alla prostata

Come spiega Prima Pavia, la UOC Urologia della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, guidata da Richard Naspro, utilizza un’innovativa tecnica per la diagnosi del tumore prostatico. E’ la “Biopsia Fusion", un software che fonde le immagini della risonanza magnetica con quelle dell'ecografia endorettale, guidando l'ago della biopsia fino al "bersaglio", ovvero fino alle cellule neoplastiche all'interno della prostata.

Tale metodica clinica permette di eseguire prelievi bioptici a carico della prostata seguendo le indicazioni fornite dalla risonanza magnetica multiparametrica (mpMRI), acquisendo diversi parametri quali morfologia, vascolarizzazione, densità cellulare, metabolismo. In poche parole non si limita a rilevare solo le lesioni sospette che l’ecografia non è in grado di individuare, ma le rende facilmente visibili con contorni definiti e colori diversi a seconda del sospetto grado di malignità. Questo carico di preziose e dettagliate informazioni facilita una diagnosi di precisione. Sovrapponendo le immagini della risonanza con quelle ecografiche è possibile indirizzare l’ago per la biopsia nelle zone con una reale potenzialità tumorale.

I benefici per il paziente

Tale tecnica, per il paziente, comporta dei benefici rispetto alla biopsia prostatica tradizionale: un minor numero di prelievi bioptici rispetto ad una biopsia ecoguidata tradizionale, con riduzione delle complicanze correlate all’esame bioptico della prostata (ematuria, infezioni delle vie urinarie, proctorragia). Ma anche maggiore sensibilità nella diagnosi di tumori maggiormente aggressivi; minore necessità di dover eseguire più biopsie nel corso del tempo; migliore valutazione nella gestione chirurgica del paziente affetto da neoplasia prostatica.

Un ampio utilizzo

In Italia il cancro della prostata è il tumore più diffuso nella popolazione maschile e rappresenta il 18,5 per cento di tutti i tumori diagnosticati nell'uomo. Per questo è di fondamentale importanza discriminare le neoplasie “clinicamente significative”, ovvero meritevoli di trattamento, da quelle che possono essere sorvegliate evitando biopsie inutili.

“Questo approccio ha permesso di modificare gli attuali paradigmi per la diagnosi di tumore della prostata, la stadiazione e la terapia – commenta il direttore della UOC Urologia, Richard Naspro -. E’ fondamentale conoscere le indicazioni cliniche e le tecniche per l’esecuzione sia della mpMRI che di una biopsia MRI mirata, al fine di implementare la qualità delle prestazioni diagnostico-terapeutiche di questa tipologia di tumore, con un approccio multidisciplinare che vede coinvolti anche i radiologi coordinati dal Professor Lorenzo Preda”.

E i risultati sono già tangibili, come sottolinea il dottore Naspro “da settembre abbiamo trattato oltre 50 casi, con un significativo miglioramento della precisione diagnostica del tumore prostatico”.

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