TUTTO INVARIATO

L'accesso alla pensione non sarà adeguato all'aspettativa di vita diminuita causa Covid

Si andrà in pensione di vecchiaia a 67 anni e in pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi le donne).

L'accesso alla pensione non sarà adeguato all'aspettativa di vita diminuita causa Covid
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Non cambieranno nemmeno nel 2023 i requisiti per l'accesso alla pensione adeguati all'incremento della speranza di vita: si andrà in pensione di vecchiaia a 67 anni e in pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi le donne). Nonostante il calo della speranza di vita - dettato dalle 150mila vittime del Covid nel nostro Paese - il requisito non calerà, perché la legge 205 del 2017 dispone esplicitamente che l’aggiornamento "non viene effettuato nel caso di diminuzione della speranza di vita". Un eventuale incremento potrà scattare solo dal primo gennaio del 2025, se ce ne saranno le condizioni.

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Pensioni: nel 2023 nessun cambiamento nei requisiti

A offrire questa precisione è l'Inps, sulla base del decreto del ministero dell'Economia e di quello del Lavoro di ottobre. In questo decreto si riporta il dato Istat sulla speranza di vita a 65 anni che a causa della pandemia si è ridotta nel 2020 di tre mesi. I requisiti per l'accesso alla pensione potranno cambiare dal 1 gennaio 2025 per la pensione di vecchiaia e dal 2027 per quella anticipata.

"Fermo restando l'adeguamento alla speranza di vita già applicato dal 1° gennaio 2021 che non ha previsto alcun incremento a decorrere dal 1° gennaio 2023, in attuazione di quanto previsto dal decreto 27 ottobre 2021, i requisiti pensionistici non sono ulteriormente incrementati".

Attività gravose

Per i lavoratori che abbiano svolto una o più delle attività considerate gravose o che siano stati addetti alle lavorazioni particolarmente faticose e pesanti, per il periodo previsto dalla legge, e che siano in possesso di un'anzianità contributiva pari ad almeno 30 anni, il requisito anagrafico per l'accesso alla pensione di vecchiaia è fissato anche per il biennio 2023/2024 al raggiungimento dei 66 anni e 7 mesi.

Per i lavoratori che che hanno il primo accredito contributivo dal 1 gennaio 1996 (e sono quindi totalmente nel contributivo) e hanno un importo di pensione maturato inferiore a 1,5 volte il minimo ma hanno almeno cinque anni effettivi di contributi il requisito per la pensione "si perfeziona, anche nel biennio 2023/2024, al raggiungimento dei 71 anni".

Lavoratori precoci e pensione anticipata

Per i lavoratori precoci (quelli che hanno almeno un anno di contributi prima dei 19 anni e sono in una situazione di disagio come la disoccupazione o una riduzione della capacità lavorativa) il requisito contributivo per l'accesso alla pensione anticipata resta fermo a 41 anni fino alla fine del 2026. Come per la pensione anticipata di chi va con 42 anni e 10 mesi il trattamento pensionistico "decorre trascorsi tre mesi dalla data di maturazione dei requisiti".

L'Inps precisa che restano fermi anche i requisiti per il pensionamento del personale appartenente al comparto difesa, sicurezza e vigili del fuoco. Per il biennio 2023 e 2024 per la pensione anticipata ci vorranno 41 anni di contributi indipendentemente dall'età o almeno 35 di contributi se si sono compiuti i 58 anni.

Restano invariati i requisiti anche dei lavoratori dello sport e dello spettacolo con i ballerini che continuano ad andare in pensione di vecchiaia a 47 anni, i cantanti e gli orchestrali a 62 e gli attori e i conduttori a 65.

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