Sei stato in autostrada negli ultimi 10 anni? Potresti avere diritto a un rimborso da 220 euro
L'iniziativa è promossa da Altroconsumo che contesta l'aumento dei pedaggi a fronte del crollo degli investimenti.
Chi è stato in autostrada almeno una volta negli ultimi dieci anni può provare a chiedere un rimborso che, in alcuni casi, può arrivare a centi naia di euro. La class action è promossa da Altroconsumo e mira a contestare il cattivo stato di manutenzione del sistema autostradale italiano.
Rimborsi per chi è stato in autostrada
La class action dell'associazione di consumatori è stata lanciata nel luglio 2021 e da allora ha visto oltre 50.000 sottoscrizioni. Nasce da un'inchiesta effettuata direttamente da Altrconosumo, che ha dimostrato come sulla rete autostradale italiana ci sia mediamente un cantiere aperto ogni 18 chilometri. Le tratte più difficili sono la Milano-Bologna e le autostrade della Liguria, che da tempo sono nel mirino proprio per le grandi difficoltà di muoversi tra i cantieri.
Giù gli investimenti, su i pedaggi
A fronte di tanti disagi, però, sono calati gli investimenti e aumentati i pedaggi, cresciuti del 28% tra il 2009 e il 2018.
"Autostrade ha operato riducendo gli investimenti nelle infrastrutture e risparmiando sulla manutenzione obbligatoria (dati ISTAT e ministero Infrastrutture e Trasporti riportati nel grafico). Gli interventi straordinari degli ultimi 2 anni, attuati da Autostrade per rimediare alle gravi inadempienze circa gli obblighi di manutenzione, sono risultati comunque tardivi e mal gestiti, e hanno creato innumerevoli e gravi disservizi agli automobilisti e messo, in qualche caso, a rischio anche la loro sicurezza".
La richiesta di risarcimento
E così è nata l'idea della richiesta di risarcimento. Per calcolarne l'entità Altroconsumo è ricorsa ai dati Istat, secondo i quali ogni famiglia spende all'anno 88 euro in pedaggi autostradali.
"Se moltiplichiamo questa spesa per gli ultimi 10 anni di mala gestione della rete autostradale, arriviamo a 880 euro e abbiamo ritenuto di chiedere al Giudice di riconoscere in via equitativa (ovvero secondo la sua libera valutazione) il 25% di questo importo, a favore di chiunque abbia patito disagi in questi 10 anni: vale a dire un risarcimento medio di 220 euro".