Scuola anche d'estate? A un mese dalla fine delle lezioni il piano del ministro Bianchi resta al palo
Sono poche le scuole che, a meno di un mese dalla fine delle lezioni, si sono organizzate: i progetti dei plessi che intendono aderire vanno presentati entro il 21 maggio.
Il progetto di recupero della socialità perduta durante il lockdown, ufficializzato dal ministero dell’Istruzione, che prevede l’apertura degli istituti scolastici durante i mesi estivi rischia il flop ancora prima di cominciare. Per nulla convinti studenti e insegnanti, più propositivi i genitori...sarà sufficiente per salvare l'idea del ministro Patrizio Bianchi?
Sono poche le scuole che, a meno di un mese dalla fine delle lezioni, si sono organizzate: il tempo sta per scadere, meno di dieci giorni per la presentazione dei progetti.
Scuole anche d'estate, come procede?
Fra i 6mila alunni di scuole medie e superiori raggiunti da un sondaggio di Skuola.net, circa tre quarti degli intervistati non ritiene sia una buona idea prolungare ulteriormente un anno già di per sé molto complicato. Nonostante si tratterebbe di andare a scuola solo per svolgere attività non puramente didattiche – votate più alla socializzazione e all’orientamento che all’apprendimento – e su base volontaria, in pochissimi, qualora il proprio istituto decidesse di aderire, parteciperebbero.
Poco convinti anche gli insegnanti: più della metà del corpo docente si dice contraria all'iniziativa. Le fasi 1 e 3 del Piano Scuola Estate prevedono una partecipazione volontaria dei docenti (la fase 2, al contrario, non la prevede), per cui l’organizzazione degli eventuali corsi di recupero/potenziamento (giugno) o di raccordo con l’anno scolastico 2021/2022 (settembre) sarà complicata – al di là dell’effettivo numero delle adesioni – dagli impegni concomitanti degli stessi docenti volontari, che i mesi di giugno e settembre prevedono a livello curricolare.
Non mancano di sottolineare problematiche logistiche non indifferenti nemmeno i dirigenti scolastici. Il Presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli, ha incontrato il Ministro Bianchi:
"Ho espresso apprezzamento per il fine etico-sociale sotteso dal Piano, soprattutto in chiave di tutela per quei soggetti che, presentando maggiori fragilità, hanno più risentito degli effetti negativi del periodo emergenziale. Non ho mancato di evidenziare al Ministro le criticità connesse alla realizzazione del Piano la cui organizzazione è affidata in primis ai dirigenti, impegnati intensamente e senza interruzione da oltre un anno".
In questo clima di incertezza e scarso entusiasmo da parte degli attori coinvolti...il tempo stringe. I progetti delle scuole che intendono aderire vanno infatti presentati entro il 21 maggio, ma la maggior parte degli istituti pare essere in alto mare.
Meno reticenti i genitori
Meno reticenti, invece i genitori - secondo una ricerca condotta dall’Istituto Demopolis per l’impresa sociale 'Con i Bambini', sintetizzata da Skuola.net - 7 su 10 si sono detti d’accordo con l’ipotesi di tenere aperti gli istituti oltre la fine ufficiale dell’anno scolastico. Non tanto per motivi didattici, quanto per dare a bambini e ragazzi la possibilità di riallacciare un contatto diretto con il territorio e la comunità, di tornare a socializzare, di riprendere confidenza con le attività extra-scolastiche. In tale senso si muove anche l'appello dell'Associazione del Forum Nazionale dei Genitori nella Scuola che con questo comunicato invitano gli istituti scolastici a coltivare il progetto:
Riteniamo il Piano del Governo per l’apertura delle scuole in estate un’occasione importante da non perdere, sia per le attività facoltative di recupero che per la socialità dei giovani duramente colpita in questi mesi. Invitiamo tutte le scuole pubbliche, statali e paritarie, a lavorare al massimo per permettere la partenza di un ampio numero di attività, in modo che gli ingenti fondi disponibili non vadano sprecati. Nel rispetto della libera adesione del personale scolastico e delle famiglie siano poi coinvolte tutte le risorse del territorio: comuni, parrocchie, oratori, cinema, luoghi di cultura. Ci auguriamo che i genitori e gli studenti nei Consigli di classe e d’Istituto o in associazione, si attivino con proposte verso dirigenti scolastici, i quali non potranno non “tenerne conto” per costruire una collaborazione tra scuola, famiglie e territorio, rispondente alle attese dei ragazzi.
L’autonomia delle scuole assegna infatti agli Organi Collegiali la responsabilità di individuare cosa fare e come farlo. Riuscirà a prevalere il nobile intento alla base del progetto ministeriale sugli ostacoli pratici legati alla progettualità delle singole scuole, alla disponibilità reale degli operatori scolastici e, soprattutto, dall’efficacia delle sinergie che si dovranno sviluppare con le associazioni esterne?
Cosa prevede il piano
Secondo il piano (che sarà volontario anche per le scuole, oltre che per gli alunni dai 3 ai 18 anni), la prima fase, quella di giugno, sarà improntata al potenziamento degli apprendimenti attraverso attività laboratoriali, studio di gruppo e scuola all’aperto. La seconda fase sarà quella di luglio e agosto, in cui il potenziamento sarà affiancato da attività in stile campus, quindi in questo frangente si punterà sul recupero della socialità, l’aspetto che più ha scarseggiato nella didattica online. Attività che sarà garantita dallo svolgimento in aree all’aperto interne alle scuole, oppure messe a disposizione dal territorio (ad esempio biblioteche, palestre, parchi e centri sportivi).
Infine, la fase dell’accoglienza, quella di settembre, durante la quale ci si preparerà all’avvio dell’anno scolastico, sempre dando spazio alle attività di potenziamento.