Giallo atroce

Tutti in carcere a Reggio i presunti assassini di Saman: il delitto avrà giustizia?

La giovane era scomparsa nell'aprile del 2021. Certa la vendetta familiare per essersi opposta a un matrimonio combinato con un cugino.

Tutti in carcere a Reggio i presunti assassini di Saman: il delitto avrà giustizia?
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Delitto Saman, l'ultimissima svolta alle indagini è arrivata in queste ore: è stato infatti arrestato in Spagna, a Barcellona, Nomanhulaq Nonamhulaq, cugino di Saman Abbas.

E' anche lui indagato per l'omicidio della 18enne pachistana di Reggio Emilia uccisa per una vendetta familiare nell'aprile 2021 da Novellara (Reggio Emilia) e il cui corpo non è mai stato ritrovato.

Delitto Saman, arrestato a Barcellona un cugino

Dopo questo arresto, gli inquirenti si attendono davvero la svolta definitiva a una vicenda drammatica, dal momento che su Saman si era scagliata la vendetta dei familiari per il suo rifiuto ad accettare un matrimonio combinato con un cugino che viveva in Pakistan.

Ma non solo. Perfettamente integrata sul territorio, aveva deciso di vivere all'occidentale stringendo anche una relazione sentimentale con un giovane del posto.

Ora come detto, gli inquirenti sperano di far pienamente luce sulla vicenda. Tutti e tre i presunti complici e autori dell'atroce delitto si trovano infatti ora in carcere.

Il video in cui zio e cugini sono ripresi con le pale nella notte:


Delitto Saman, l'ultimo tassello

L'arresto del cugino di Saman è avvenuto in un appartamento del centro di Barcellona.

Il giovane era latitante e su di lui pendeva un ordine di arresto della Procura di Reggio Emilia che indaga sull'atroce delitto insieme ai Carabinieri. Per lui l'accusa di concorso in omicidio e occultamento di cadavere.

Prima di lui erano stati arrestati all'estero un altro cugino, Ikram Ijaz e lo zio Danish Hasnain. Entrambi erano stati beccati in Francia e nel frattempo per loro era scattata l'estradizione in Italia.

I genitori di Saman sono invece latitanti e irreperibili di fatto dal giorno della "scomparsa" della figlia. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, poche ore dopo che la figlia era stata giustiziata, presero un aereo da Roma presero e tornarono in Pakistan.

In fuga dall'Italia

Dall'Italia avevano cercato la fuga i due cugini e lo zio. Con loro c'era anche il fratello minore di Saman, ma venne beccato al confine tra Italia e Francia e affidato a una comunità per minorenni.

Grazie alle sue testimonianze su quelle drammatiche giornate che avevano portato alla "condanna a morte" della sorella, i Carabinieri avevano ricostruito la terribile fine della giovane anche se il corpo di Saman non è appunto mai stato ritrovato nonostante le ricerche palmo a palmo sul territorio.

Delitto Saman, un muro di omertà familiare

Del resto, il cugino e lo zio arrestati poco dopo non hanno mai dato particolari utili alle indagini. Anzi, si sono sempre dichiarati estranei alla vicenda.

Con l'arresto di Nomanhulaq Nonamhulaq, la speranza degli investigatori è che le indagini possano avere una svolta. Il 35enne infatti è una delle persone immortalate in un video in possesso di Procura e Carabinieri dove insieme all'altro cugino e allo zio esce dal casolare di famiglia con attrezzi da lavoro, pale e piede di porco.

Secondo l'ipotesi investigativa è che i tre stessero andando a scavare la tomba della cugina e nipote. Per gli investigatori, la giovane sarebbe stata invece materialmente uccisa dallo zio.

E' davvero la svolta?

L'arresto di Nomanhulaq Nonamhulaq segue di qualche settimana un ulteriore sviluppo delle indagini sulla scomparsa e morte della giovane pakistana: il ritrovamento di un frammento osseo nel fiume Po.

 

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