Letteratura rivoluzionata

Scoperta: il primo titolo de "I promessi sposi" non era "Fermo e Lucia", ma "Gli sposi promessi"

Un manoscritto del Museo Manzoniano di Lecco fa luce sulla prima stesura del romanzo proprio in occasione del 200esimo anniversario.

Scoperta: il primo titolo de "I promessi sposi" non era "Fermo e Lucia", ma "Gli sposi promessi"
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Non "Fermo e Lucia" bensì "Gli sposi promessi", sarebbe questo, secondo i maggiori studiosi di Manzoni, il primo titolo pensato per il romanzo più noto e studiato d'Italia: "I promessi sposi". A suffragare la tesi sarebbe un documento inedito conservato al Museo Manzoniano, che scioglierebbe il mistero e scardinerebbe una certezza granitica nella storia della letteratura italiana.

Spunta il documento inedito su "I promessi sposi"

Il 24 aprile 1821 Alessandro Manzoni dava inizio alla prima stesura di quello che sarebbe diventato il suo capolavoro: I Promessi sposi. 200 anni dopo, in questa ricorrenza, il Piccolo Teatro di Milano inaugura un ciclo di incontri online che comprenderà la lettura integrale, suddivisa in diversi podcast, del testo del romanzo nell’edizione del 1827.

Questa iniziativa non avrà come titolo “Fermo e Lucia” con cui tradizionalmente è stata appellata la prima stesura, sebbene Manzoni non la avesse mai indicato personalmente, bensì “Gli sposi promessi”. La tesi è stata suffragata dai maggiori studiosi di Manzoni, ma è la prima volta che viene presentata al grande pubblico. Tuttavia, l’aspetto più interessante, come spiega Prima Lecco, è che la prova della sua fondatezza è stata fornita da un documento inedito conservato dal Museo Manzoniano di Lecco ed esposto nella sala 8 del nuovo allestimento.

La prima stesura cambia ufficialmente titolo

Il manoscritto, composto da decine di pagine legate in un volume, è diviso in due parti: la prima, intitolata Gli Sposi promessi, risale al 1824, quando Don Lisander, non contento del risultato, stava riscrivendo I promessi sposi. Il testo contiene un riassunto dell’opera in cui sono presenti elementi della prima stesura, affiancati ad altri della versione definitiva. Nella seconda parte, invece, è riportata una trascrizione della fondamentale lettera a Cesare D’Azeglio Sul Romanticismo, con un’integrazione di altra mano, che è stata riconosciuta da alcuni tra i maggiori studiosi come una nota autografa dello stesso Alessandro Manzoni.

Per questo motivo la professoressa Paola Italia dell’Università degli Studi di Bologna, che ha coordinato le ricerche sul manoscritto lecchese individuandone le chiavi interpretative ed è anche tra i curatori della rassegna organizzata dal Piccolo Teatro, ha proposto di intitolare l’iniziativa "Gli sposi promessi" e non, appunto, "Fermo e Lucia".

Straordinaria scoperta

La notizia della straordinaria scoperta è circolata in recenti occasioni solo a livello strettamente accademico: la sua prima divulgazione al grande pubblico, verrà sottolineata nell’incontro inaugurale nella giornata del 5 maggio sul sito gruppo.intesasanpaolo.com e sulle piattaforme audio streaming Spotify, Apple Podcast e Google Podcast. Grande soddisfazione espressa dall'assessore alla Cultura del Comune di Lecco, Simone Piazza:

"Il Museo Manzoniano di Lecco, riallestito nell’ottobre 2019 con un impianto fortemente innovativo, non solo ha collaborato con la Prof.ssa Paola Italia e l’Università di Bologna per consentirne lo studio, ma ne ha evidenziato l’importanza all’interno del nuovo allestimento arricchendo la sala 8 in cui il prezioso reperto è esposto anche di un’installazione multimediale. Questo anche se in quel momento non si erano ancora concluse le ricerche che hanno successivamente portato alla scoperta dell’inedita nota autografa di Alessandro Manzoni. In un momento come questo, in cui i Musei riaprono dopo le obbligatorie chiusure causate dalla pandemia e sono bisognosi di iniziative di alto livello culturale, questo avvenimento riveste una particolare importanza e, non a caso, prevede anche il patrocinio del Comune di Lecco. Il manoscritto è ancora pieno di misteri per quanto riguarda molti suoi aspetti, tra cui l’identità degli autori, gli ignoti copisti e i molti, oscuri, passaggi di proprietà attraverso cui è giunto al Museo Manzoniano di Lecco. La ricerca, infatti, proseguirà e richiederà complesse analisi e strumentazioni di carattere scientifico. I particolari di questa avvincente storia verranno raccontati durante la prossima edizione della rassegna Lecco Città dei Promessi sposi che gli dedicherà lo spazio dovuto”.

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