Giornata mondiale contro il cancro, l'allarme degli oncologi: "Tumori in fase avanzata a causa dei ritardi da pandemia"
Così facendo si rischia di vanificare l'eccellente lavoro della ricerca scientifica che grazie a screening precoci e terapie mirate prometteva una sensibile riduzione dei decessi.
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I medici in trincea negli ospedali vanno dicendo da tempo che la situazione di urgenza, legata alla pandemia, rischia di servire il conto a pazienti cronici, oncologici e soprattutto nell'ambito dei fondamentali screening di prevenzione. E' allerta per l'aumento di casi di tumore in fase avanzata, a causa dei ritardi nelle diagnosi e nelle cure accumulati in 24 mesi di pandemia. Alla vigilia della Giornata mondiale contro il cancro arriva l'allarme degli oncologi:
"Per questo, serve subito un Recovery plan, ovvero un Piano di recupero dell'oncologia, per colmare i ritardi nell'assistenza", così l'Associazione Italiana di Oncologia Medica.
Giornata mondiale contro il cancro: l'allarme degli oncologi
Alla vigilia del World Cancer Day, la Giornata mondiale contro il cancro, l'Associazione Italiana di Oncologia Medica fotografa lo stato dell'oncologia nel Paese e avverte:
"Senza un'adeguata programmazione, con assegnazione di risorse e personale, le oncologie non saranno in grado di affrontare l'ondata di casi in fase avanzata stimati nei prossimi mesi e anni".
La ricerca ci salva (davvero)
Una situazione inaccettabile, soprattutto a fronte dei grandi passi effettuati dalla ricerca, che ha ottenuto ottimi risultati negli ultimi anni sotto il fronte della battaglia contro il cancro. Uno studio dell'Università di Milano con l'Università di Bologna e sostenuto dalla Fondazione Airc, appena pubblicato su Annals of Oncology testimonia come i tassi di mortalità per tumore si sono andati via via riducendo in Europa nell'arco degli ultimi 30 anni.
Ma le buone notizie non sono ancora finite, secondo Carlo La Vecchia, professore di Statistica medica ed epidemiologia all'Università Statale di Milano, fra gli autori di questo studio, alla fine del 2022 il numero di decessi per tumore si ridurrà di un ulteriore 6% tra gli uomini e del 4% tra le donne, rispetto al 2017. Questo, lo ribadiamo, grazie alla ricerca scientifica, risultato che rischia però di essere inficiato dalle contingenze legate alla pandemia, come invece allertano gli oncologi sul campo.
La diminuzione delle dieci neoplasie più diffuse
La diminuzione riguarda i dieci tipi più diffusi di neoplasie: seno, prostata, polmone, colon-retto, ovaio, utero, fegato, melanoma, pancreas, stomaco. Un annuncio che conforta, ma che da solo non può bastare. I medici devono essere messi nella condizione adeguata per poter lavorare e i protocolli devono essere eseguiti correttamente e nei tempi previsti, per arrivare ai risultati. La funzionalità della scienza è questione di metodo, che non può esprimersi al meglio in situazioni di continua emergenza, con carenza di mezzi e personale.
Grazie alla prevenzione anche un big killer come il tumore del polmone, alla fine di quest'anno farà segnare un -10% di mortalità tra gli uomini, mentre tra le donne avremo ancora una piccola crescita di decessi (+2%), dovuti soprattutto al fumo. Negli ultimi 5 anni, tra i maschi si sono registrate riduzioni sostanziali di mortalità anche per i tumori del colon retto (-5%) e della prostata (- 7%), ma le soddisfazioni più grandi sono arrivate dalle neoplasie dello stomaco (-12% di mortalità), della vescica (-9%) e dalle leucemie (-14%).
Fra le donne mostrano segni di flessione le curve di mortalità per il tumore del seno (-7%) e del colon retto (-8%). Importanti riduzioni sono attese anche per i tumori di utero (-4%) e ovaio (-13% nell'ultima decade), con trend favorevoli anche per lo stomaco (-16%) e le leucemie (-12%).
"Merito di una maggiore diffusione delle strategie di prevenzione. Soprattutto grazie alla riduzione del fumo, principale fattore di rischio per molti tumori ma anche della maggiore efficacia delle terapia", commenta La Vecchia.
Anche per il tumore dell'ovaio la mortalità è prevista in ulteriore calo nei prossimi anni; anche grazie al maggior impiego di contraccettivi orali e ad una riduzione della terapia ormonale sostitutiva della menopausa.
I fattori di rischio e le cure
Fra i principali fattori di rischio per questo e altri tumori, gli esperti indicano il sovrappeso/obesità, il diabete, la sedentarietà, l'abuso di alcol.
L'introduzione delle chemioterapie, le migliorate tecniche chirurgiche, la chemioterapia intraperitoneale e la recente introduzione dei PARP inibitori, farmaci di grande efficacia nelle pazienti con mutazioni Brca, hanno dato un contributo a questo miglioramento della prognosi. La riduzione di mortalità per tumore dello stomaco è attribuita all'eradicazione dell'infezione da Helicobacter pylori, ma anche le migliorate tecniche di conservazione del cibo attraverso la refrigerazione, che hanno portato a ridurre gli alimenti sotto sale o affumicati.
Unico dato in controtendenza è quello del tumore del pancreas, la cui mortalità rimane stabile tra i maschi e mostrerà a fine 2022 addirittura un piccolo aumento tra le donne (+3%). Mancano sostanziali progressi nella terapia e nella possibilità di intercettare questa neoplasia in fase precoce.
Nuove terapie
Gli esperti chiariscono che non esiste, però, alcuna pillola magica: per proseguire su questa strada virtuosa servono screening, diagnosi precoci (e si torna all'allarme lanciato dagli oncologi) e terapie sempre più mirate ed efficaci. Il trend positivo è un incastro di tutti questi elementi e non ci si possono permettere falle nella prevenzione. Abbiamo raggiunto traguardi importanti, il loro potenziale salvifico non può rischiare di rimanere inespresso in balia di un perenne stato di "altra urgenza".