Casellati "impallinata" dai franchi tiratori alla quinta votazione: resa dei conti nel centrodestra
A uscirne male è soprattutto Matteo Salvini, che ha fallito nel suo ruolo di kingmaker della coalizione.
Il voto per Elisabetta Casellati, oltre a non esprimere un presidente della Repubblica, ha detto una cosa: il Centrodestra non è unito. Anzi. E a dimostrarlo sono i 71 voti mancanti (tanti sono i parlamentari che non hanno seguito le indicazioni di coalizione), alcuni dei quali finiti a Silvio Berlusconi (8) o ad Antonio Tajani (7). Segnali inequivocabili che alcuni grandi elettori di area moderata hanno voluto inviare ai "vertici".
Il (non) voto a Casellati e il Centrodestra in crisi
Elisabetta Casellati non ce l'ha fatta. Le sono mancati molti voti, e la presidente del Senato è addirittura uscita tenuta sotto braccio da un assistente dopo l'esito del voto.
Ma più di lei a uscirne male è soprattutto Matteo Salvini, kingmaker del Centrodestra che - a questo punto appare evidente - non è riuscito a trovare un candidato che unisse non solo il Parlamento intero, ma neppure tutti i voti della coalizione. Non il trittico Nordio-Moratti-Pera, poi neppure la Casellati. Insomma, pare proprio che il "Capitano" non sia seguito da tutta l'area di Centrodestra. E i voti mancanti non sono nemmeno pochi...
Meloni: "Noi leali, gli altri..."
A prendere atto della situazione anche la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, che ha bacchettato qualche "infedele" e aperto a un confronto interno:
"Fratelli d’Italia, anche alla quinta votazione, si conferma come partito granitico e leale. Anche la Lega tiene. Non così per altri. C’è chi in questa elezione, dall’inizio ha apertamente lavorato per impedire la storica elezione di un presidente di centrodestra. Le decine di milioni di italiani che credono in noi non meritano di essere trattati così. Occorre prenderne atto, e ne parlerò con Matteo Salvini, per sapere cosa ne pensa”.
Lo scontro Toti-La Russa
Ma da dove mancano questi voti? Se Lega e Fratelli d'Italia sono stati "leali", mancano da Forza Italia e dai centristi. E prova ne sarebbe lo "scontro" tra Ignazio La Russa e Giovanni Toti (Cambiamo!) in Transatlantico. Qui, l'esponente di Fratelli d'Italia ha chiesto al collega se stava per festeggiare per l'esito del voto, nefasto per il Centrodestra.
E ora?
Il Centrodestra è ora a colloquio, ma le posizioni sembrano difficilmente conciliabili. E a questo punto, sfumata la candidatura di Casellati (una delle più autorevoli), si fa sempre più strada l'opzione Draghi. Che - almeno a parole - non sembrerebbe gradita a Salvini, ma che piacerebbe molto a Meloni, che tornerebbe a chiedere le elezioni anticipate. Staremo a vedere...