Quirinale: per il Centrodestra c'è il candidato B(erlusconi)... e il piano B
Dal vertice di Roma è uscita la candidatura del Cavaliere, ma tutti sono convinti che non sia stata scritta ancora la parola fine.
Quirinale, alla fine per il Centrodestra dopo il vertice di Villa Grande ieri, venerdì 14 gennaio 2022, a Roma c'è il candidato Berlusconi, ma anche il piano B.
E' l'esito del faccia a faccia tra i leader di tutti i partiti e movimenti che si riconoscono nel Centrodestra che si è svolto ieri nella Capitale, nella residenza romana di Silvio Berlusconi.
Oltre a Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia) e Matteo Salvini (Lega) erano infatti presenti anche Lorenzo Cesa (Unione di Centro), Maurizio Lupi (Noi con l'Italia) e Luigi Brugnaro per Coraggio Italia.
Quirinale, Centrodestra e il candidato B
Poco prima delle 17 di ieri, la conclusione del vertice ha avuto la fumata bianca per la candidatura di Silvio Berlusconi per la corsa al Quirinale come presidente della Repubblica. Una condivisione resa pubblica attraverso una nota:
"I leader della coalizione di centrodestra hanno convenuto che Silvio Berlusconi sia la figura adatta a ricoprire in questo frangente difficile l'alta carica di Capo dello Stato con l'autorevolezza e l'esperienza che il Paese merita e che gli italiani si attendono. Gli chiedono pertanto di sciogliere in senso favorevole la riserva fin qui mantenuta"
Nell'annunciare un nuovo vertice (probabilmente a metà della prossima settimana) la nota proseguiva:
"Le forze politiche del Centrodestra lavoreranno per trovare le più ampie convergenze in Parlamento e chiedono altresì ai presidenti di Camera e Senato di assumere tutte le iniziative atte a garantire per tutti i 1009 grandi elettori l'esercizio del diritto costituzionale al voto"
Quirinale, Centrodestra, il candidato B e il piano B
Tormentone candidato risolto dunque? Assolutamente no. E non sono state solo le immediate reazioni contrarie al nome di Berlusconi manifestate apertamente da Pd e Movimento 5 Stelle a dirlo.
In realtà, dalla conclusione del vertice, tutti, a partire dallo stesso Berlusconi sono consapevoli che la partita non è chiusa.
Le perplessità del Cavaliere del resto erano già state in qualche modo evidenziate subito, all'inizio del confronto tra gli "alleati".
Secondo quanto flirtato pare infatti che lo stesso ex presidente del Consiglio abbia incalzato i presenti dicendo né più né meno queste parole:
"Se non siete convinti sul mio nome, ditemelo. Questo non è un gioco"
Chiaro il riferimento del Cavaliere all'esperienza quasi tragicomica delle telefonate effettuate nei giorni scorsi da Arcore da Vittorio Sgarbi a un gruppo di parlamentari "bollati" come indecisi.
Nessuno ha però trovato il coraggio di prospettare a Berlusconi valutazioni critiche. Eloquente la dichiarazione di Matteo Salvini a fine vertice:
"Nessuno può dire di no a Berlusconi, nessuno può dire di no a chi è stato tre volte presidente del Consiglio".
Ma è evidente che tutti stanno già pensando (o forse già hanno) a un piano B.
Quirinale, Berlusconi e il piano B
Il primo forse a prenderlo in considerazione è proprio Berlusconi. Il suo sogno dichiarato è "mettere nel suo curriculum" la presidenza della Repubblica. Ma il Cavaliere sa benissimo che portare avanti una candidatura "impossibile" al Quirinale significherebbe un'onta che cancellerebbe tutto il suo palmares personale fatto di tante vittorie e poche sconfitte.
Ecco perché, Berlusconi potrebbe decidere di diventare il "king maker" di questa partita verso il Quirinale.
Tradotto in soldoni: "Va bene, il mio nome è divisivo e allora ci penso io a proporre una personalità che possa mettere d'accordo Centrodestra, Pd, Movimento 5 Stelle, indipendenti e indecisi".
Se riuscisse un'operazione del genere, in pochi giorni il Cavaliere passerebbe da (quasi) sicuro perdente a "eroe".
Tutto sommato, un epilogo che non gli dispiace e lo "riabiliterebbe" agli occhi di Pd e M5S, dando probabilmente il là alla sua nomina (condivisa e se non altro non osteggiata) a senatore a vita.
Quirinale, Berlusconi, il piano B di Salvini e gli altri
Di tutto questo ne sono perfettamente consapevoli anche Matteo Salvini e tutti gli altri componenti del Centrodestra.
E' per questo che forse già dalle 16,57 di ieri è di fatto iniziato per loro il piano B. Ovvero proporre (ragionando insieme a Berlusconi) un nome che possa trovare il placet di Pd e M5S.
In buona sostanza, un nome che consenta al Centrodestra di non sprecare l'occasione di avere per la prima volta un presidente della Repubblica e di non "fermare" l'Italia bloccando il Parlamento in giornate interminabili di votazioni, condizionate per lo più dai ritmi al rallentatore dovuti all'emergenza Covid.
Sì, ma chi?
Un nome che potrebbe mettere tutti d'accordo potrebbe essere quello di Gianni Letta, da sempre eminenza grigia dell'ex cavaliere, ma anche zio del segretario del Pd.
Oppure un "colonnello" forzista del calibro dell'ex presidente del Senato Marcello Pera.
Certo, un segnale di svolta sarebbe l'elezione del primo Capo dello stato donna e in questo senso la figura più autorevole resta quella di Marta Cartabia, ora ministro della Giustizia e prima per nove anni presidente della Corte costituzionale.
Ma se la trattativa dovesse allargarsi al centrosinistra, non si escludono personalità di peso come il sempreverde Giuliano Amato, Pierferdinando Casini o l'ex ministra del Governo Monti Paola Severino.
Il commento del Cavaliere
Il commento del Cavaliere al vertice di ieri è arrivato sulla sua pagina Facebook