Il ministro Bianchi tira dritto: "Hub vaccinali direttamente nelle scuole"
Il Ministero dell'Istruzione studia il progetto con la struttura commissariale all'emergenza. L'allarme sui ricoveri dei non vaccinati tra i 5 e 18 anni.
La campagna vaccinazioni anti Covid si prepara a entrare a scuola. Nell'intenzioni del Governo, in accordo con la struttura commissariale per l'emergenza, c'è la volontà di dare una spallata decisiva alla pandemia in uno dei settori che presenta al momento le maggiori criticità con il rischio del ricorso alla didattica a distanza.
La proposta del ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi di organizzare hub vaccinali nelle scuole per accelerare la campagna di immunizzazione degli studenti ha convinto le Regioni.
Praticamente tutte hanno detto "sì". Anzi, a dir la verità, alcune scuole di alcune Regioni (Puglie e Campania, Abruzzo) sono già partite con progetti sperimentali, altre (come l'Umbria) sono pronte a farlo.
Campagna vaccinazioni a scuola, si accelera
In queste ore, a dir la verità, a fronte dell'esponenziale crescita dei contagi, a tenere banco è soprattutto la questione della Dad, della didattica a distanza e di quelle che potranno essere le disposizioni del Governo e i margini decisionali "in autonomia" delle Regioni (vedi il caso scuole-Campania-De Luca-Tar).
In attesa di un tavolo di confronto, di stretta attualità è allora l'accelerazione della campagna vaccinale tra i più piccoli.
E così si moltiplicano le iniziative per creare punti vaccinali negli istituti scolastici.
Campagna vaccinazioni a scuola, associazione presidi d'accordo
Una accelerata che ha trovato il consenso convinto dell'associazione nazionale presidi e del suo presidente Antonello Giannelli:
"Siamo assolutamente d'accordo. Ma non bisogna dimenticare di coinvolgere anche la rete dei pediatri, il cui consiglio per le famiglie è molto importante. Ricordo che quando eravamo piccoli, i vaccini, che all'epoca erano obbligatori, si facevano a scuola. Si tratterebbe di riprendere una buona vecchia abitudine".
Vaccinazioni tra i più piccoli, la situazione
La fotografia della campagna vaccinazioni tra i bambini fa emergere quello che finora sta rappresentando un freno all'eccellente andamento della campagna anti Covid in Italia.
Ecco perché il primo fronte su cui si sta concentrando l'attenzione di Governo, Ministero dell'Istruzione e Regioni, sono le somministrazioni ai bambini tra i 5 e gli 11 anni, che stentano a decollare e potrebbero essere la chiave con cui arginare il rischio di quarantene per le
classi.
L'allarme, il 76% della fascia 5-18 anni non è vaccinato
Ma non solo. Le preoccupazioni di queste ore, sono accentuate dall'ultimissimo monitoraggio dell'Aopi, l'Associazione degli ospedali pediatrici italiani che ha attivato un sistema di monitoraggio settimanale dei pazienti Covid.
Secondo il report, il 76% dei ricoveri in area medica tra i 5 e i 18 anni riguarda pazienti non vaccinati. E il 69% dei ricoveri in area intensiva dei piccoli fino a 4 anni riguarda bambini che hanno genitori non vaccinati.
I dati raccolti nel primo monitoraggio riguardano la giornata di lunedì 10 gennaio: nei principali ospedali pediatrici italiani erano 212, in tutto, i bambini ricoverati: 192 nell'area medica e 20 nell'area intensiva.
Numeri maggiori rispetto alle altre "ondate"
Si tratta di numeri decisamente superiori a quelli registrati nel corso delle precedenti tre ondate dell'epidemia e indicano che adesso i bambini sono più colpiti dal virus rispetto al passato, anche se nella maggior parte dei casi, i sintomi restano lievi.
Dei 212 bambini ricoverati, 134 sono nella fascia età tra 0 e 4 anni, mentre 78 hanno un'età compresa tra i 5 e i 18 anni.
Campagna vaccinazioni a scuola, la proposta del ministro
E così ora con tutta la campagna vaccinazioni entrerà ufficialmente a scuola come ha spiegato proprio il ministro Bianchi:
"Gli hub vaccinali nelle scuole non sono impensabili, ma occorre distinguere la situazione dei ragazzi tra i 12 e i 19 anni dove si tratta di completare i cicli vaccinali, e quella dei bimbi più piccoli dove stiamo ragionando di portare il più vicino possibile le strutture per la vaccinazione sulla base di quanto già avvenuto in Puglia"