DUE PESI E DUE MISURE

Bambini vaccinati, ma costretti lo stesso alla quarantena: è un paradosso

Autosorveglianza solo nel caso in cui il contatto NON sia scolastico. Altrimenti niente...

Bambini vaccinati, ma costretti lo stesso alla quarantena: è un paradosso
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Bimbi vaccinati costretti alla quarantena in caso di contatti con positivi... ma solo se avvengono a scuola. La ripresa delle attività scolastiche, oltre alle difficoltà per quarantene, Dad e docenti sospesi, ha messo in luce anche la situazione paradossale che si trovano costretti a vivere alcuni studenti (e genitori).

Bimbi vaccinati costretti alla quarantena, ma solo se...

Molte mamme e molti papà - anche se magari con dei dubbi - hanno scelto di vaccinare i propri figli,  per poter garantire loro non soltanto una protezione contro il Covid, ma anche - se non soprattutto - la possibilità di tornare senza problemi alla socialità. Ma purtroppo, con la ripresa delle attività hanno scoperto che non è proprio così.

Già, perché le nuove norme sulle quarantene nascondono un paradosso: come per tutti i vaccinati, in caso di contatti con positivi, potrà per loro bastare l'autosorveglianza, ma non nel caso in cui il contatto sia scolastico.

Se, infatti, il positivo dovesse essere un compagno di classe per la materna e due per le elementari, sarebbero costretti a rimanere a casa da scuola (per le primarie scatterebbe la Dad, per l'asilo... le vacanze).

"Tanti genitori ci hanno contattato arrabbiati e increduli di fronte a queste nuove norme - ha raccontato Angela Fortino, presidente dell’associazione scuole dell’infanzia paritarie di Lecco, tra le prime a sollevare il caso, come racconta Prima Lecco - Hanno scelto di vaccinare i propri figli non certo a cuor leggero, convinti che tutelare la loro salute mentale fosse una cosa importante. E parlo di salute mentale perché sappiamo benissimo che l'isolamento ha delle conseguenze non certo leggere sui bambini"

Cosa prevedono le norme

Secondo le ultime norme sul fronte delle quarantene infatti, ormai è cosa nota, è stato stabilito che chi  ha completato il ciclo vaccinale “primario” (senza richiamo) da 120 giorni o meno, chi è guarito dal Covid-19 da 120 giorni o chi  ha ricevuto la dose di richiamo del vaccino (cosiddetta “terza dose” o “booster”), in caso di contatto con positivo non deve più stare in quarantena. A tutte queste categorie di persone, purché asintomatiche,  si applica una auto-sorveglianza, con obbligo di indossare le mascherine FFP2 fino al decimo giorno successivo all’ultima esposizione al soggetto positivo al Covid-19. È prevista poi l’effettuazione di un test antigenico rapido o molecolare per la rilevazione dell’antigene Sars-Cov-2 alla prima comparsa dei sintomi e, se ancora sintomatici, al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto stretto. Questo, in teoria sarebbe dovuto valere anche per i bimbi vaccinati.

In realtà una nota operativa congiunta di Ministero dell'Istruzione e di quello della Salute datata 8 gennaio 2022 impone a tutti  i bambini degli asili e delle elementari (senza alcuna distinzione tra vaccinati e non vaccinati), in caso di contatto con positivo a scuola,  la misura sanitaria della quarantena della durata di 10 giorni con test di uscita - tampone molecolare o antigenico - con risultato negativo. L'unica differenza è che per le scuole d'infanzia la quarantena scatta con un solo caso di positività nella bolla e per le elementari con due casi.

La nota operativa

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Il paradosso

Come si traduce tutto questo? In una situazione che sembra avere poco senso: in pratica, un bambino  che rientra  nella fascia 5-11 anni, se vaccinato, deve stare in casa se entra in contatto con un positivo (due per la primaria) a scuola, invece non deve fare la quarantena se il contatto è extrascolastico, ad esempio se la persona contagiata dal Covid è la mamma o il  papà.

Un gran caos che i colleghi di Prima Lecco hanno tentato di chiarire con Ats Brianza. Dall'agenzia di tutela della salute, pur confermando una "incongruenza" tra le diverse norme, hanno preferito non commentare. Abbiamo quindi chiesto chiarimenti tanto al Miur quanto al Ministero della Salute e, al momento, siamo ancora in attesa di una risposta ufficiale.

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