Sgarbi contro Instagram: "Algoritmo capra", censura i nudi artistici
La censura è arrivata da Instagram attraverso un algoritmo matematico, il fatto ha riportato alla mente quanto accaduto con la visita del presidente dell'Iran.
Arte censurata, ci risiamo: i social censurano l'arte scultorea del Canova con un bollino rosso e scatenano Sgarbi con il suo ormai leggendario: "Capre!".
Se la matematica non è (giustamente) un'opinione, l'arte può essere sì soggettiva, ma non può certo basarsi su un algoritmo. Figuriamoci quando un algoritmo porta alla censura dell'arte scultorea del Canova.
Arte censurata con il bollino rosso
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Come raccontato da Prima Treviso, è accaduto di nuovo e le opere scultoree di Antonio Canova sono nuovamente finite sotto la censura di Instagram attraverso un bollino rosso.
Manco fossimo di fronte a un'immagine hard, di forte connotazione erotica o davanti a una sexy commedia all'italiana, ecco allora che il bollino rosso del social ha colpito una delle opere dello scultore, massimo esponente del Neoclassicismo.
E' accaduto per le una delle statue ospitate nel Museo Gypsotheca di Possagno.
Arte censurata, l'ira di Sgarbi
Questa volta la censura da bollino rosso riguarda la statua di "Teseo e il Minotauro", anche in questa occasione bollata come contenuto inappropriato. Un accorgimento del social che di fatto "stoppa" qualunque interazione.
Una censura arbitraria, automatica e che è figlia di un algoritmo matematico e non certo di valutazioni artistiche. Una censura che ha provocato l'irritazione della direttrice del museo, Moira Mascotto, vista l'arbitraria penalizzazione di post magari anche sponsorizzati.
Ma sulla vicenda non ha fatto mancare il suo parere anche Vittorio Sgarbi, che della Fondazione Canova è presidente:
"Siamo alla totale demenza tecnologica, che ha il limite di non capire il senso della produzione artistica rispetto alla realtà. Procederemo per valutare se ci sono gli estremi per ottenere un risarcimento del danno di immagine"
Statue coperte, i precedenti e le polemiche
Le statue coperte hanno spesso dato vita a un vivace dibattito, non senza polemiche. Basti ricordare quanto avvenuto con la convenzione di Faro sul patrimonio culturale, approvata dalla Camera nel 2020. Nel documento sono previste limitazioni per non offendere le altre culture.
Una convenzione che aveva fatto seguito a quanto era avvenuto nel febbraio del 2013 quando l’Italia aveva firmato la "Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore dell’eredità culturale per la società".
Del resto, clamoroso era stato quanto accaduto nel 2016 quando, in occasione della visita in Italia del presidente dell'Iran Hassan Rohani erano state coperte con dei teli alcune statue di nudi dei Musei Capitolini, mentre altre statue erano state di fatto "imballate" alla meno peggio.