l'annuncio

De Luca sfida Draghi: in Campania le scuole non riaprono. E i sindaci preparano le ordinanze di chiusura

Il governatore della Campania annuncia che elementari e medie non ripartiranno. E anche nel Milanese c'è chi fa altrettanto.

De Luca sfida Draghi: in Campania le scuole non riaprono. E i sindaci preparano le ordinanze di chiusura
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Aveva proposto - con il suo classico modo di fare e di parlare - la chiusura delle scuole per 20 o 30 giorni a partire dal 10 gennaio 2022, data fissata per la riapertura. E siccome il Governo non l'ha ascoltato, lui ha fatto da sé. Il governatore della Campania Vincenzo De Luca  ha annunciato che nella sua regione elementari e medie non riapriranno.

De Luca: in Campania le scuole non riaprono

Vincenzo De Luca è un personaggio che abbiamo imparato a conoscere: istrionico, fumantino, capace di stupire e - buono per i giornali - sempre capace di regalare "titoli". E lo ha fatto anche durante la prima diretta Facebook dell'anno:

"È irresponsabile riaprire il 10 gennaio. Io credo che non riapriremo le medie e le elementari. Le nostre strutture stanno lavorando, avremo una proroga fino a fine gennaio. Non ci sono le condizioni minime di sicurezza, è una situazione ormai al limite".

Insomma, dopo che il Governo ha deciso comunque di ripartire con regole leggermente modificate e che ha detto "no" anche all'ultimo tentativo dei presidi, il presidente campano ha lanciato la "fuga in avanti".

Parole dure e vaccini

De Luca non ha poi risparmiato parole forti nei confronti del Governo:

"Devo constatare con grande amarezza  che l’Italia ha perduto tre mesi di tempo senza fare niente. Abbiamo bruciato una condizione di relativo vantaggio rispetto agli altri Paesi europei. Ci siamo autoesaltati e autoconsolati senza prendere decisioni serie ed efficaci. Ma stiamo prendendo in giro l'Italia: il livello di demenzialità va ogni immaginazione".

E ha poi aggiunto:

"Siamo ancora zona bianca, abbiamo retto in maniera straordinaria ma probabilmente con questa ondata di contagi non lo resteremo ancora a lungo. Chiedo ai pediatri e alle famiglie che i giorni di chiusura delle scuole non siano di riposo ma per sviluppare al meglio la campagna vaccinale per la fascia 5-11 anni: dobbiamo fare uno sforzo in più perché abbiamo solo il 10% di bambini vaccinati".

Intanto in Veneto...

Anche in Veneto la situazione è critica. Lo ha ammesso il governatore Luca Zaia, che però (al momento) si è  limitato a suggerire un cambio di strategia.

"Non ci sono grosse novità, a parte il caos. Nel decreto ci sono delle condizioni di testing insostenibili, per non parlare del contact tracing: il sistema così è destinato a implodere. Per me bisogna modificare proprio la definizione di caso trattando diversamente gli asintomatici positivi o coloro che non sono positivi, altrimenti non se ne esce."

A tutto ciò si aggiunge la carenza di docenti per vari motivi. Lunedì il Governo ha comunque deciso che si riapre. Molte scuole saranno in Dad, molte non riapriranno...non so cosa dire".

Le ordinanze locali

In effetti, le Amministrazioni locali hanno il potere di prendere misure ad hoc a patto che siano maggiormente stringenti rispetto a quelle del Governo. E qualcuno lo ha già fatto. Come racconta Prima Milano Ovest, infatti, a Cassinetta di Lugagnano  il sindaco Domenico Finiguerra ha disposto la chiusura delle scuole sino al 14 gennaio. 

Una decisione che potrebbe essere d'esempio anche per altri colleghi, che vista la situazione epidemiologica preoccupante potrebbero decidere di seguirlo a ruota.

 

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