Strane storie

In Brianza i treni ripartono (e poi deragliano) da soli mentre i macchinisti sono... al bar

Il convoglio 10776 deragliato a Carnate (Monza) era arrivato in stazione a Paderno d'Adda (in provincia di Lecco) alle 11.39 e doveva ripartire alle 12.22 verso Milano. E' per questo che a bordo per fortuna non c'era nessuno: era ancora presto e i passeggeri dovevano ancora salire.

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Ma anche se ti dimentichi il "freno a mano", come fa un intero convoglio a ripartire da solo? E, senza guida, come fa a prendere velocità tanto da arrivare fino alla stazione successiva, dieci chilometri dopo? E poi, per fermarlo, non c'era altro mezzo che farlo deragliare, questo benedetto treno, causando danni per milioni? La centrale non poteva azionare i freni da remoto? E poi ancora, perchè l'Agenzia regionale emergenza urgenza un'ora dopo, alle 12.40, parla di "Tre persone a bordo: capotreno, macchinista e passeggero contusi", se il macchinista e il capotreno erano rimasti "a piedi" a Paderno d'Adda? Ma poi, contusi nel fare che? Sono ancora tante le domande che girano attorno allo strano "treno fantasma" deragliato ieri in Brianza. Ma a balzare all'occhio, prima di tutto, è un dato: quello di ieri è il terzo incidente ferroviario in soli tre anni in Lombardia, dopo il disastro di Pioltello del 25 gennaio 2018 e il Frecciarossa deragliato a Lodi il 6 febbraio 2020. Per fortuna questa volta non ci sono incolpevoli da piangere, ma così come per il giunto maledetto di Pioltello o per lo scambio difettoso a Lodi, anche in questo caso sono diversi i punti interogativi da sciogliere. Cosa sappiamo del treno deragliato in Brianza Intanto sappiamo che Trenord ha cautelarmente sospeso sia il macchinista che il capotreno. Il convoglio 10776 deragliato verso mezzogiorno a carnate (Monza e Brianza) era arrivato in stazione a Paderno d'Adda (in provincia di Lecco) alle 11.39 e sarebbe dovuto ripartire alle 12.22 verso Milano. E' per questo che a bordo per fortuna non c'era nessuno: era ancora presto e i passeggeri dovevano ancora salire. Macchinista e capotreno invece erano in pausa, in un bar vicino alla stazione (all'interno non c'è). Ma il primo avrebbe dimenticato il fermo di stazionamento e secondo una prima ipotesi la leggera pendenza verso Sud ha innescato il movimento del treno. Quando alle 11.55 il capostazione ha "fatto irruzione" nel bar per chiamare i colleghi, s'è scatenato il panico. Pare che i due abbiano cercato di rincorrere il convoglio e forse è qui che si sono leggermente contusi, anche se non si capisce perché li abbiano registrati subito fra i feriti in stazione. Il 49enne nordafricano senza fissa dimora unico testimone diretto del deragliamento chissà se s'è reso conto di cosa stava succedendo. Forse no, fino alla fine. Pare che il convoglio fosse un mezzo datato, senza possibilità da controllo da remoto: è per questo che si sarebbe deciso per un deragliamento controllato. Ma da Carnate, proseguendo verso Arcore, la ferrovia corre dritta senza neppure una curva: non si poteva semplicemente togliere la tensione alla linea e lasciarlo rotolare sulle rotaie fino a fermarsi? Anche perché comunque il treno è finito contro il muro di un condominio a due passi da una panchina nel giardino: è andata bene, ma comunque un rischio grande come una casa (o un palazzo, in questo caso) è stato corso comunque. A indagare per disastro ferroviario colposo ora è la Procura di Monza: scontati i due indagati, dei quali al momento non sono ancora state neppur parzialmente offerte le generalità, nè di dove sono, quanti anni anno, ma soprattutto da quanti anni sono in servizio lungo lke linee ferroviarie lombarde.

La scena del disastro

Ma anche se ti dimentichi il "freno a mano", come fa un intero convoglio a ripartire da solo? E, senza guida, come fa a prendere velocità tanto da arrivare fino alla stazione successiva, dieci chilometri dopo? E poi, per fermarlo, non c'era altro mezzo che farlo deragliare, questo benedetto treno, causando danni per milioni? La centrale non poteva azionare i freni da remoto? E poi ancora, perché l'Agenzia regionale emergenza urgenza un'ora dopo, alle 12.40, parla di "Tre persone a bordo: capotreno, macchinista e passeggero contusi", se i due erano rimasti "a piedi" a Paderno d'Adda? Ma poi, contusi nel fare che il macchinista e il capotreno?

Sono ancora tante le domande che girano attorno allo strano "treno fantasma" deragliato ieri in Brianza. Ma a balzare all'occhio, prima di tutto, è un dato: quello di ieri è il terzo incidente ferroviario in soli tre anni in Lombardia, dopo il disastro di Pioltello del 25 gennaio 2018 e il Frecciarossa deragliato a Lodi il 6 febbraio 2020. Per fortuna questa volta non ci sono incolpevoli da piangere, ma così come per il giunto maledetto di Pioltello o per lo scambio difettoso a Lodi, anche in questo caso sono diversi i punti interrogativi da sciogliere.

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Cosa sappiamo del treno deragliato in Brianza

Intanto, è notizia di oggi pomeriggio, sappiamo che Trenord ha cautelarmente sospeso sia il macchinista che il capotreno.

Il convoglio 10776 deragliato verso mezzogiorno a Carnate (Monza e Brianza) era arrivato in stazione a Paderno d'Adda (in provincia di Lecco) alle 11.39 e doveva ripartire alle 12.22 verso Milano. E' per questo che a bordo per fortuna non c'era nessuno: era ancora presto e i passeggeri dovevano ancora salire.

Macchinista e capotreno invece erano in pausa, in un bar vicino alla stazione (all'interno non c'è). Ma il primo avrebbe dimenticato il fermo di stazionamento e secondo una prima ipotesi la leggera pendenza verso Sud ha innescato il movimento del treno.

Quando alle 11.55 il capostazione ha "fatto irruzione" nel bar per chiamare i colleghi, s'è scatenato il panico. Pare che i due abbiano cercato di rincorrere il convoglio e forse è qui che si sono leggermente contusi (anche se non si capisce perché poi li abbiano registrati subito fra i feriti in stazione a Carnate).

Dalla banchina della stazione

In Brianza i treni... ripartono da soli

Intanto il treno ha continuato lentamente il suo viaggio solitario fino a superare il confine provinciale ed arrivare poi a Carnate.

Il 49enne nordafricano senza fissa dimora unico passeggero e testimone diretto del deragliamento chissà se s'è reso conto di cosa stava succedendo. Forse no, fino alla fine. Pare che il convoglio fosse un mezzo datato, senza possibilità di controllo da remoto: è per questo quindi che si sarebbe deciso per un deragliamento controllato. Ma da Carnate, proseguendo verso Arcore, la ferrovia corre dritta senza neppure una curva: non si poteva semplicemente togliere la tensione alla linea e lasciarlo rotolare sulle rotaie fino a fermarsi?

Anche perché comunque il treno è finito contro il muro di un condominio a due passi da una panchina nel giardino: è andata bene, ma comunque un rischio grande come una casa (o meglio, un palazzo, in questo caso) è stato corso comunque.

A indagare per disastro ferroviario colposo ora è la Procura di Monza: scontati i due indagati, dei quali al momento non sono ancora state neppur parzialmente offerte le generalità, né di dove sono, quanti anni anno, ma soprattutto da quanti anni sono in servizio lungo le linee ferroviarie lombarde.

daniele.pirola@netweek.it

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