L'ira dei gestori per le discoteche e i locali da ballo chiusi fino al 31 gennaio 2022
La categoria Silb: "Governo delittuoso, siamo distrutti".
L'aumento dei casi da Covid-19, complice il dilagare della variante Omicron, ha imposto al Governo di varare un Decreto Festività nel quale sono state introdotte forti restrizioni al fine di impedire un incremento dei contagi. Tra i provvedimenti stabiliti, c'è anche quello che sancisce la chiusura delle discoteche e dei locali da ballo dal 30 dicembre 2021 fino al prossimo 31 gennaio 2022. Una decisione questa che colpisce, per l'ennesima volta, forse il settore più provato dalla pandemia, costretto, in questi due anni, a restare chiuso per lungo tempo, senza possibilità di operare. Il Decreto del Governo ha mandato su tutte le furie i gestori dei locali.
La categoria Silb: "Governo delittuoso, siamo distrutti"
Il Decreto Festività, illustrato dal Ministro della Salute, Roberto Speranza, parla chiaro:
"Fino al 31 gennaio prossimo le attività di sale da ballo e discoteche e attività similari resteranno chiuse. Fino a quella data, sono vietati gli eventi, le feste e i concerti, comunque denominati, che implichino assembramenti in spazi all'aperto".
Il Governo corre ai ripari: per evitare una drammatica impennata della curva dei casi da Covid-19, già fortemente influenzata dai dati degli ultimi giorni, è stata disposta la chiusura di tutte le discoteche e le sale da ballo fino al prossimo 31 gennaio 2022. Una decisione quest'ultima che ha mandato su tutte le furie i sindacati e i gestori dei locali:
"Siamo distrutti - commenta il Gianni Indino, presidente Silb dell'Emilia-Romagna -. Si è cancellato un intero comparto produttivo del nostro Paese. Da oggi 200mila persone sono a casa senza sapere il motivo per cui loro e solo loro sono a casa e non potranno lavorare. Trovo intollerabile che sulla pelle di queste persone e di queste imprese si cerchino di risolvere i problemi del Paese".
Le sigle sindacali del settore, nel corso della giornata di oggi, sabato 25 dicembre 2021, si riuniranno "per trovare una condivisione su azioni da intraprendere perché si ponga fine a questo comportamento delittuoso nei confronti del nostro settore".
"Le imprese e i lavoratori meritano rispetto"
Sul Decreto Festività relativo alla chiusura delle discoteche si è espressa anche Fipe-Confcommercio:
"Le imprese e i lavoratori meritano rispetto e il governo, con la decisione di chiudere le discoteche fino al 31 gennaio, ha dato il colpo di grazia a migliaia di imprese e ai lavoratori di tutto l'indotto. Un fatto grave nei tempi e nei modi, arrivato come un fulmine a ciel sereno, con una decisione comunicata in una conferenza stampa, non preannunciata e non accompagnata da misure compensative, che rischia di produrre effetti disastrosi su un comparto appena ripartito oltre che favorire abusivismo e pericolose situazioni di aggregazione nelle città.
Le anticipazioni prevedevano che si potesse continuare a frequentare i locali con doppia vaccinazione e tampone rapido. D'improvviso la retromarcia del governo, con l'effetto paradossale di mettere in discussione proprio la campagna vaccinale. Una scelta inopportuna, anche perché diretta contro un unico settore, il più bersagliato in questi mesi di pandemia, che contava già perdite superiori ai 4 miliardi. Una decisione che vanifica acquisti di merce, di assunzioni di personale, di artisti scritturati. Ma soprattutto annunciata senza nessun riferimento a misure economiche compensative che andavano identificate ed erogate contestualmente. Oltre al danno economico, la beffa di dover assistere impotenti la notte del 31 a feste in case private o in locali abusivi, dove si ballerà in assenza di qualsiasi forma di controllo. La misura è colma".
"Una scelta che tornerà a favorire l'abusivismo"
Paolo Peroli, portavoce del Comitato Territoriale Esercenti, associazione che riunisce buona parte dei locali da ballo milanesi, ha invece affermato:
"Si tornerà a favorire l'abusivismo e a ballare ovunque tranne dove c'è una licenza che lo permette. Si tratta di un accanimento verso la nostra categoria. In questo modo si mette in 'quarantena' famiglie intere come le nostre. 400mila lavoratori tra pochi giorni saranno di nuovo nell'oblio , senza sostegno".