Multa per le aziende che delocalizzano all'estero: finalmente il Governo ci mette la testa
Sembra davvero la volta buona per frenare i trasferimenti delle produzioni fuori dal nostro Paese.
Non solo tasse e pensioni. Nella Manovra di Governo arriva anche la stretta sulle delocalizzazioni all'estero.
Un giro di vite atteso da molto tempo, ma il tema non era mai approdato finora in Consiglio dei Ministri: ora il provvedimento contro i "traslochi" delle imprese all'estero arriverà probabilmente al fotofinish attraverso un emendamento alla Finanziaria.
Delocalizzazioni, la stretta del Governo
La proposta emendativa, stando ai rumors provenienti da Palazzo Chigi, dovrebbe arrivare proprio dall'Esecutivo.
Del resto, la questione spinosa delle delocalizzazioni è da tempo attenzionata dal premier Mario Draghi e dai ministri che si occupano di Imprese e Lavoro.
Tanto è vero che a fronte delle tante situazioni critiche di imprese che dall'oggi al domani (a volte nel vero senso della parola) fanno armi e bagagli e trasferiscono la loro produzione all'estero, il Governo aveva annunciato già da tempo dei provvedimenti.
Che finora erano però rimaste congelate anche a causa dell'emergenza Covid e della gestione della campagna vaccinale e della pandemia.
Delocalizzazioni, emendamento atteso in Commissione Bilancio
La proposta di integrazione al testo della Manovra è attesa in Commissione Bilancio del Senato e vede impegnati in prima persona i ministri allo Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, e il ministro del Lavoro, Andrea Orlando.
Del resto, come detto, il Governo aveva annunciato da tempo di aver pronta una legge ad hoc, ma questo percorso sembrava essersi arrestato.
La speranza, stando appunto alle ultime indiscrezioni provenienti dal Consiglio dei ministri, è che sia davvero la volta buona per porre un freno alle delocalizzazioni.
Salvaguardare i lavoratori e la produzione in Italia
Si tratta di un tema caro, nelle corde dei due ministri. Salvaguardare la produzione in Italia è uno dei cavalli di battaglia della Lega (dunque del ministro Giorgetti), mentre la tutela dei lavoratori (tema da sempre attenzionato dalla sinistra) vede nel ministro Orlando un interlocutore quasi naturale.
I casi di delocalizzazione da nord a sud del resto sono tanti, si ripetono periodicamente, molto spesso arrivando a trovare cassa di risonanza non solo nei territori di competenze e nelle audizioni nelle commissioni regionali, ma arrivando appunto all'attenzione anche del Parlamento e del Governo.
Delocalizzazioni, emendamento in Commissione Bilancio
In cosa si concretizzerà esattamente la proposta emendativa del Governo al momento non è dato sapere.
Sarà da verificare se verrà proposta o ricalcherà quanto era stato ipotizzato a fine ottobre quando proprio il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero del Lavoro avevano raggiunto un accordo secondo cui, tutte le aziende che chiudono repentinamente "per ragioni non determinate da squilibrio patrimoniale o economico-finanziario" si era pensato che dovessero pagare tra i 20 e i 30mila euro a dipendente.
L'ultima vertenza calda arriva dal Veneto, dove la multinazionale Svizzera Speedline vuole delocalizzare in Polonia, abbandonando Venezia: per il momento il Governo sembra fortunatamente riuscito a bloccare l'operazione.