Operatrice sanitaria No vax morta di Covid. Diceva: "Spero di prendere il virus"
Il sindacato: "C'è rammarico che ancora oggi possano esistere posizioni non scientifiche".
Aveva detto, in un video pubblicato su Facebook: "Io questo virus, a questo punto, mi auguro di prenderlo, piuttosto che morire strisciando meglio morire in piedi". Anna Caruso, 64 anni, operatrice sanitaria No vax (e per questo sospesa) di Alessandria, è morta di Covid.
Operatrice sanitaria No vax morta di Covid
Anna viveva ad Aqui Terme e lavorava all'ospedale di Alessandria. E' morta stroncata dal Covid, quel virus che lei non considerava letale. Aveva rifiutato il vaccino e per questo motivo era stata sospesa a ottobre dal lavoro.
Ai primi di novembre aveva pubblicato un video su Facebook, in cui aveva rilasciato dichiarazioni che oggi assumono un tono decisamente drammatico:
"Questo virus lo voglio prendere perché così si potrà dire ok, sono negazionista, sono complottista, ma sono passata attraverso tutto quello che c’era da passare. Sto con gente, ci vediamo, ci baciamo, stiamo insieme e non ci siamo mai presi niente se non la giusta influenza, quello che dobbiamo prenderci. Perché, mi dico, quello che succede? Perché le cure negate? Perché siamo chiusi in una bolla che solo l'Italia si è ritagliata. Siamo dei criceti che girano in una ruota e non ne usciamo. Non ne veniamo fuori perché, non mi vergogno a dirlo, ci sono dei governi che sono dei venduti".
La malattia e la morte
La donna si è poi ammalata ed è stata ricoverata prima all’ospedale Santi Antonio e Biagio di Alessandria, nel reparto Malattie infettive. Poi, quando la situazione è peggiorata, è stata trasferita prima in rianimazione ad Alessandria e poi a Tortona.
A confermare la vicenda anche il Nursind, sindacato degli infermieri e del personale sanitario. A rilasciare una dichiarazione in merito è stato Salvatore Lo Presi, segretario territoriale di zona, che ha espresso vicinanza ai familiari della collega.
"Rispettiamo le convinzioni di ciascuno, anche se a volte si pagano con la vita, ma c'è rammarico che ancora oggi possano esistere posizioni non scientifiche. Noi come sindacato abbiamo offerto assistenza psicologica, a volte anche legale, perché le aziende hanno a volte applicato la norma in maniera restrittiva. Nei casi di reintegro c'erano patologie per cui il medico competente aveva consigliato di attendere. A oggi coloro che per convinzione ideologica dicono no al vaccino sono una ridotta minoranza".