Renatino lavora 365 giorni all'anno ed è felice di farlo. Bufera sul Parmigiano Reggiano, che modificherà lo spot
Anche l'attore Stefano Fresi bersagliato di insulti sui social. E l'azienda cambierà la campagna.
Renatino lavora 365 giorni all'anno ed è felice di farlo. E sebbene i ragazzi che lo incontrano siano ammirati dalla sua dedizione al lavoro e dai risultati eccellenti, non tutti sono d'accordo. Anzi. Renatino naturalmente non è un personaggio reale, ma il protagonista dello spot del Parmigiano Reggiano e rappresenta tutti i lavoratori dell'azienda, che non si fermano mai (ovviamente con i turni) per produrre uno dei prodotti italiani più amati al mondo.
Bufera sullo spot del Parmigiano Reggiano e sul lavoro di Renatino
Lo spot è stato girato dal regista Paolo Genovese e fa parte di una campagna continuativa che durerà quattro mesi ed è costata oltre 4 milioni di euro. Ma l'inizio è stato tutt'altro che positivo.
Perché il messaggio che voleva esaltare la passione dei casari non ha fatto centro.
"Nel Parmigiano Reggiano c’è solo latte, sale e caglio. Nient’altro. Nel siero ci sono i batteri lattici. L’unico additivo è Renatino, che lavora qui da quando aveva 18 anni, tutti i giorni. 365 giorni l’anno".
E quando i ragazzi gli chiedono se è contento di non aver mai visto Parigi o di non essere mai stato al mare lui risponde di sì.
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Il web non perdona
Sulla Rete subito è scoppiato il finimondo. Non sono mancate le accuse all'azienda di "sponsorizzare" lo sfruttamento dei lavoratori, anche se era evidente a tutti che si sia trattato di un'iperbole. Anche l'attore Stefano Fresi, che ha partecipato allo spot nella parte di colui che presenta ai ragazzi Renatino, è stato bersagliato di insulti sui social e ha risposto con un video su Instagram.
"E' una pubblicità, un'opera di finzione e quando Renatino che non si chiama così nella vita, racconta di essere felice di non andare a Parigi e di non vedere mai il mare perché lavora 365 giorni al Parmigiano Reggiano, è una cosa che serve allo sceneggiatore per magnificare il prodotto. Perché reagire in questo modo ad una opera di finzione? Si può dire che è brutta, che è bella, ma non farne una lotta di classe, di politica, di diritto del lavoro, di sfruttamento dei lavoratori, perché non è un documentario, è una finzione. Non credo siano stati fatti dei torti ai lavoratori facendo questo spot pubblicitario",
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Il cambio di rotta
Le polemiche hanno tenuto banco a lungo, tanto da spingere l'azienda a cambiare lo spot. Il direttore comunicazione, marketing e sviluppo commerciale Carlo Mangini ha annunciato la decisione di modificare lievemente lo spot.
"Nei giorni scorsi, uno degli spot della nuova campagna del Consorzio del Parmigiano Reggiano è stato al centro di una discussione animata che non ci ha lasciato indifferenti. Ci dispiace se la volontà di sottolineare la passione dei nostri casari è stata letta con un messaggio differente che non abbiamo avuto la sensibilità di rilevare e che, grazie al dibattito accesosi in rete, raccogliamo con grande rispetto. Questa la ragione che ci conduce a modificare lievemente la pianificazione della campagna, potendo intervenire sul quarto spot apportando alcune modifiche che accoglieranno quanto emerso".
Parlate bene, parlate male...
Al di là delle polemiche, però, emerge il fatto che il linguaggio cinematografico forse poco si adatta alla pubblicità, per quanto non si trattasse di una situazione così complicata da capire. Ma forse vale quel vecchio detto che dice "parlate bene, parlate male, basta che parliate...".