IN PARLAMENTO

La "nuova maggioranza" Centrodestra + Italia Viva affossa anche la legge anti lobby

In Commissione Affari costituzionali della Camera affossata una proposta di legge nonostante il parere favorevole del Governo.

La "nuova maggioranza" Centrodestra + Italia Viva affossa anche la legge anti lobby
Pubblicato:
Aggiornato:

La strana, "nuova maggioranza" colpisce ancora? Dopo il Disegno di Legge Zan, il Centrodestra (Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia) con il supporto fondamentale di Italia Viva e Matteo Renzi ha affossato anche la legge anti lobby.

Legge anti lobby, il fatto

La vicenda risale al 30 novembre quando in Commissione Affari costituzionali della Camera si discuteva della proposta di legge che dovrebbe, secondo le intenzioni e gli obiettivi dei promotori del documento, andare a regolamentare il cosiddetto fenomeno delle "porte girevoli".

Secondo i promotori della legge "anti lobby" quelle situazioni dove il mondo della politica strizza un po' troppo l'occhio a quello degli affari dove i rappresentanti dell’una si mischiano con gli interessi dell’altra.

La sintesi finale del documento è stata messa al voto in Commissione (con parere favorevole del Governo espresso dalla sottosegretaria Deborah Bergamini) ma la renziana Silvia Fregolent ha votato contro con tutto il Centrodestra, di fatto ripresentando quello scenario di “maggioranza alternativa” che si era manifestato (nonostante le smentite, classiche del gioco delle parti) in occasione del Ddl Zan.

Uno scenario che secondo il Partito democratico "rappresenta delle vere e proprie prove per per far pesare i propri voti, anche in vista del voto per il Quirinale per il nuovo presidente della Repubblica che succederà a Sergio Mattarella".

Come era strutturata la proposta di legge

Il disegno di legge raccoglieva tre diverse proposte di legge (una del Pd con prima firmataria Marianna Madia, una di Italia Viva con la stessa Fregolent e uno del Movimento 5 Stelle con Francesco Silvestri).

Il documento prevede di fatto un registro in cui inserire i portatori di interessi e le loro attività. Il testo unificato redatto dalla relatrice Vittoria Baldino (M5S) prevedeva inizialmente di escludere la possibilità di iscriversi al Registro per tre anni dopo la fine del mandato per tutti i decisori pubblici”, vale a dire i membri del Parlamento e del Governo”, gli amministratori delle Regioni e dei Comuni con più di 300mila abitanti e i membri delle autorità indipendenti, ma dopo la discussione di diversi emendamenti era stata trovata la mediazione di escludere dall’iscrizione al registro solo per un anno esclusivamente i membri del Governo nazionale e regionale, mentre per i parlamentari e gli altri soggetti lesclusione valeva solo durante il loro mandato.

Seguici sui nostri canali