solidarietà

Armoniamente insieme per curare il disturbo borderline

Fare rete tra genitori con figli con disturbo borderline di personalità, per sostenere una corretta cultura di questo malessere e diffondere percorsi di cura adeguati

Armoniamente insieme per curare il disturbo borderline
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"Con il giusto aiuto si può trovare una soluzione anche a questa sofferenza, che all’inizio pare disperata, senza via d’uscita". A parlare è un papà che per chiare ragioni vuole rimanere anonimo, che nel 2017 ha fondato, assieme ad altre persone e parenti, l’associazione Armoniamente, portando a fruttare l’esperienza e la storia (dolorosa, ma anche piena di prospettiva) vissuta dalla figlia, oggi 22enne, affitta da disturbo borderline in adolescenza.

Da dove nasce Armoniamente

"Nostra figlia ha iniziato a manifestare i segni di questo disturbo nei primi anni delle scuole superiori, improvvisamente, ed è stato un continuo declinare, fino al dramma di un tentativo di suicidio. Eravamo disperati perché sembrava che una risposta terapeutica non ci fosse".

Il padre racconta di quanto sia difficile per le famiglie trovare una via ragionevole:

"Il circuito sanitario in ambito neuropsichiatrico infantile è abbastanza carente, le strutture deputate a dare risposte sono in grave difficoltà, e, con esperienza, dico che talvolta indicano percorsi anche sbagliati, proponendo a volte approcci più farmacologici che terapeutici. Qui, invece, serve un trattamento psicoterapeutico preciso e intensivo".

È stato quello che questa famiglia ha trovato nell’incontrare il trattamento GET, ideato all’Ospedale San Raffaele (partner di Young Inclusion) da Raffaele Visintini, psicologo psicoterapeuta, o nelle community care della rete della Cooperativa “Il Sentiero” e la Cooperativa “La Clessidra” (anch’esse partner di progetto) che accolgono ragazze con disturbo border.

"La situazione emergenziale di mai figlia è passata, ed è poi tornata in famiglia. Con amici e parenti, però, abbiamo sentito la necessità di fondare un’associazione che provasse a favorire la conoscenza del disturbo borderline, e che si impegnasse a cercare fondi per sostenere la formazione di professionisti dedicati, per dare continuità ai percorsi di cura, sostenere le strutture che funzionano ed, eventualmente, supportare quelle famiglie che non possono pagarsi le cure".

La difficoltà della pandemia

In questo modo è nata Armoniamente, che ha certamente pagato l’esplosione del Covid e lo stop imposto a iniziative sociali di vario genere:

"In questi ultimi due anni è stato complesso organizzare eventi per raccogliere fondi, ma ora vogliamo ripartire sperando di riuscire a mettere a segno qualche occasione utile per promuovere le nostre iniziative. È importante che si parli di questo disturbo: nessuno sa di cosa si parli, nonostante sia una patologia diffusa tra gli adolescenti. Chi ne è entrato in contatto vive quasi nella disperazione, per questo occorre costruire una rete, con pazienza, per favorire l’informazione, sostenere chi si trova in difficoltà, promuovere i percorsi di cura attraverso l’aiuto a pazienti e professionisti stessi"

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