L'Europa vuole "cancellare" il Natale, ma poi ci ripensa. Ma la figuraccia resta...
Il documento intendeva insegnare ai funzionari Ue la neolingua inclusiva e non discriminatoria. Non senza scivoloni come "non offendere i marziani".
Ci siamo, il politicamente corretto investe (e obbliga a una revisione sostanziale) anche il Natale. A stilare un dossier finalizzato all'inclusività, schivando le possibili offese alle minoranze, è la Commissione europea. Che poi fa marcia indietro. Ma la figuraccia resta (e con lei le polemiche).
"Guidelines for Inclusive Communication" è un documento che intende insegnare ai funzionari Ue la neolingua inclusiva e non discriminatoria. In queste pagine di suggerimenti si raccomanda, per esempio, di non offendere i non cristiani che non fanno il presepe, gli anziani che non si sentono vecchi, gli europei che vivono ai confini dell’Europa, e via discorrendo. Con un occhio di riguardo anche... per i marziani.
No al "Buon Natale", meglio "Buone feste"
Partendo dall'assunto che non tutti gli europei sono cristiani si chiede di avere rispetto per le minoranze che non riconoscono al Natale alcuna accezione di sacralità. La commissaria maltese per l’Uguaglianza, Helena Dalli, per esempio, sostiene che chi va a sciare, d’ora in poi può augurare "Buone feste" e non "Buon Natale". Nel rispetto di chi non celebra questa festività.
Com’è uscita la circolare della Commissione di Ursula von der Leyen, che doveva rimanere riservata, Bruxelles ha precisato di volere solo invitare chi lavora nell’Ue a un linguaggio più consapevole. Bisogna evitare di considerare che chiunque sia cristiano, perché serve "essere sensibili al fatto che le persone abbiano differenti tradizioni religiose".
"Dobbiamo sempre offrire una comunicazione inclusiva, garantendo così che tutti siano apprezzati e riconosciuti indipendentemente dal sesso, dalla religione o dall’origine etnica”.
Una deriva demenziale
Intento nobilissimo, peccato che abbia assunto, nella pratica, una deriva quasi demenziale.
Qualche esempio? No a "colonizzare Marte" avverte l’Ue, perché potrebbe essere un’offesa ai potenziali abitanti del pianeta rosso; no "malati di Aids" perché malato è un termine discriminatorio; ma anche non utilizzare nomi "troppo "cristiani - tipo "Maria e Giuseppe" - per non indicare genericamente delle coppie: potrebbe far sentire escluso chi non li ha. Niente più "signore e signori", basta un "cari colleghi". E quando si parla di Europa non fare riferimento solo alle città più note... Si potrà quindi azzardare un "Cork val bene una messa"?
Come dimostrano gli esempi non si tratta di un "accanimento" esclusivamente verso le tradizioni religiose e natalizie - su cui alcune accese polemiche hanno posto l'accento - ma (e qui non si sa se sia più consolante o inquietante) la scure del politicamente corretto si è abbattuta su tutto, marziani compresi.
Il dietrofront
Una volta uscito il documento, è arrivato lesto lesto il dietrofront della stessa proponente:
"La mia iniziativa di elaborare linee guida come documento interno per la comunicazione da parte del personale della Commissione nelle loro funzioni, mirava a raggiungere un obiettivo importante per illustrare la diversità della cultura europea e mostrare la natura inclusiva della Commissione europea verso tutti i ceti sociali e le credenze dei cittadini europei. Tuttavia, la versione delle linee guida pubblicata non serve adeguatamente a questo scopo. Non è un documento maturo e non soddisfa tutti gli standard di qualità della Commissione. Le linee guida richiedono chiaramente un lavoro maggiore. Pertanto le ritiro e lavorerò ulteriormente su questo documento".
Insomma, tutto cancellato. O quasi...