La giravolta del Movimento Cinque Stelle: Conte pronto a chiedere ai cittadini il 2x1000 per i partiti
Conte si gioca tutto sulla sua leadership. Il silenzio (sospetto) di Grillo e le bordate di Dibba.
Quella che inizierà alle 12 di lunedì 29 novembre 2021 e terminerà 24 ore più tardi sarà una votazione storica per gli attivisti e i seguaci del Movimento Cinque Stelle. Perché non c'è in ballo soltanto la possibilità di accedere al 2x1000 per le forze politiche. Dietro al voto c'è molto di più. Ci sono l'identità e uno dei capisaldi del grillismo che potrebbero cadere di fronte alla possibilità di rimpinguare le casse del partito (perché tale è, anche se nessuno tra i pentastellati lo vuole dire) in vista del voto del 2023 (sempre che non si vada alle urne prima). Anche se poi quei soldi difficilmente potranno essere usati per la prossima campagna elettorale.
Il Movimento Cinque Stelle al voto sul 2x1000
Ma andiamo con ordine. Mercoledì scorso, durante un'assemblea con i parlamentari, l'ex premier Giuseppe Conte ha avanzato quella che in molti definirebbero "proposta indecente" agli iscritti: l'accesso al contributo per i partiti. Una mossa che secondo gli spifferi che arrivano dall'interno avrebbe colto di sorpresa lo stesso Beppe Grillo (c'è chi sostiene che il suo commento sia stato un inequivocabile "Gianroberto (Casaleggio, ndr) si rivolterebbe nella tomba"), che della contrarietà all'accesso a questi fondi ha fatto da sempre un mantra.
L'onere della scelta ricadrà però - come sempre - sugli iscritti, che dalle 12 di lunedì 29 alle 12 di martedì 30 novembre 2021 potranno votare il quesito sulla piattaforma online del M5S. Sulla quale non compare mai la parola "partito".
"Il Presidente, alla luce delle istanze pervenute nel corso degli Stati generali del Movimento 5 Stelle e alle indicazioni ricevute dalla assemblea dei gruppi parlamentari del 24 novembre 2021, intende sottoporre all’assemblea degli iscritti la proposta di iscrizione al registro nazionale D.L. 149/2013, ai fini sia dell’accesso al finanziamento del 2×1000 che al finanziamento privato in regime fiscale agevolato", recita la "promozione" del "referendum".
Grillo (spiazzato) resta in silenzio?
Come detto, il "guru" del Movimento non avrebbe preso bene la questione. E con lui alcuni dei suoi fedelissimi, tra cui la ministra Fabiana Dadone e Vincenzo Presutto, che ha preso pubblicamente le distanze dalla proposta.
“Io mi sono già espresso per il No. Non ci sono fondi né sostegni economici che possano valere un cambio di rotta così radicale. Perché noi avevamo ed abbiamo un valore? Perché esprimiamo una diversità: non eravamo fungibili con gli altri".
Sembra però che Grillo - che in molti descrivono come un vulcano pronto a esplodere - non farà uscite pubbliche prima della fine del voto. E anche sul suo blog non si fa minimamente accenno alla questione. Ed è quello che spera anche Conte, che si vedrebbe nettamente messo in difficoltà da una presa di posizione contraria da parte di Grillo.
Di Battista all'attacco
Tra i più battaglieri Alessandro Di Battista, ormai fuori dal M5S ma sempre voce con un seguito all'interno del Movimento:
"Nel 2013 il Movimento rifiutò 43 milioni di euro di finanziamento pubblico. Votò contro la legge che istituiva il 2X1000 ai partiti sostenendo che fosse un finanziamento pubblico mascherato. Era un bel Movimento. Oggi segue la strada di tutti gli altri partiti… una strada che un tempo non avrebbe imboccato nemmeno sotto tortura"
Conte fiducioso
Ciononostante, l'ex premier è fiducioso e nei giorni scorsi si è lasciato andare a previsioni ottimistiche sull'esito finale della votazione.
"La stragrande maggioranza degli eletti è pronta ad affrontare la novità. Ci sono quattro o cinque contrari, qualcuno ha dubbi. Ma il resto è favorevole".
E' però ben chiaro che Conte si gioca la sua leadership all'interno del Movimento con questa votazione. Se dovesse andargli male sarebbe una debacle senza precedenti e in pochi sarebbero disposti a seguirlo.
L'altro quesito
Un po' in sordina c'è anche un altro quesito, quello sulla restituzione dei fondi dei portavoce:
"I portavoce del Movimento 5 Stelle si riducono autonomamente l’indennità per restituirla alla collettività. Fino ad oggi sono stati restituiti oltre 100 milioni di euro e continueremo a farlo. Gli iscritti sono chiamati a decidere sulla destinazione della somma di 4.000.000 euro delle restituzioni dei portavoce nazionali, scegliendo tra i soggetti sotto elencati segnalati dagli stessi Gruppi parlamentari".
I soggetti sono Anpas (Associazione nazionale pubbliche assistenze), Cnr (Consiglio Nazionale Ricerche), Emergency, Gruppo Abele Onlus, Lega del Filo d'Oro, Medici senza frontiere, Nove Onlus-Emergenza Afghanistan
E nel "lancio" si legge tra le righe una risposta a chi dubita che con l'accesso al 2x1000 si voglia eliminare anche un altro mantra pentastellato: la restituzione di parte dei compensi. In quel "continueremo a farlo" dovrebbe (perché in politica è sempre meglio usare il condizionale) esserci la soluzione.