Addio nonna Peppina, simbolo delle battaglie dei terremotati del Centro Italia
Si era rifiutata di abbandonare la sua casa dopo il sisma in Centro Italia. La sua famiglia era riuscita a dare il via ai lavori per la ricostruzione dell'edificio.
Il nome Giuseppa Fattori probabilmente ai più non dirà molto. Qualche ricordo più chiaro arriverà alla mente se diremo nonna Peppina. Era stata il simbolo dei terremotati marchigiani colpiti dal devastante sisma del 2016.
Addio a nonna Peppina, simbolo del sisma nel Centro Italia
Nonna Peppina aveva 98 anni, ne avrebbe compiuti 99 a giorni. Diventò "famosa" cinque anni fa quando si oppose strenuamente ad abbandonare la sua casa, giudicata pericolante, a San Martino di Fiastra, in provincia di Macerata.
Dopo ingiunzioni di sfratto, denunce e un aspro dibattito arrivato anche in Parlamento, la sua famiglia era riuscita a ottenere il via libera per i lavori. La casetta, dichiarata abusiva, fu sanata da un’apposita legge ribattezzata “Salva Peppina”.
Una "bandiera" di resistenza
La vicenda era scoppiata nel settembre del 2017, quando i carabinieri forestali avevano sequestrato la casetta di legno che la donna, all’epoca 95enne, si era fatta costruire a due passi dalla sua che era stata distrutta dal terremoto dell'anno precedente. Dopo il sisma Peppina era infatti stata ospitata dalle figlie Agata, a Civitanova, e Gabriella, a Castelfidardo, ma non aveva mai nascosto di voler tornare nella sua terra. E così, con una scusa si era fatta accompagnare a San Martino di Fiastra da un parente, e poi era rimasta lì, riaprendo il container.
Qui passò alcuni mesi prima al freddo, poi al caldo. E le figlie a quel punto avevano fatto costruire una casetta di legno in un loro terreno edificabile a poca distanza. Ad agosto era tutto pronto, ma una denuncia anonima fece arrivare i carabinieri forestali.
La casetta, per quanto a norma, era stata costruita prima che arrivasse l’autorizzazione paesaggistica. Un vizio insanabile, che aveva dato il via alla vicenda.
"Non me ne vado"
Ma Peppina rispose: "Di qui non me ne vado". E così fece, diventando un simbolo per tutti i terremotati che - in attesa di nuove sistemazioni - si erano arrangiati.