Partita della Parità e del Rispetto: in gol contro la violenza sulle donne, in campo anche tre esuli afgane
Si è svolta a Roma e ha anticipato di fatto i temi della Giornata mondiale.
Al fischio d'inizio avevano già vinto entrambe le squadre. Per questo, lo slogan dell'iniziativa era "Facciamo pari". Per vincere e andare in gol contro la violenza sulle donne. E' stato questo lo spirito che ha animato la prima edizione della "Partita della Parità e del Rispetto" che si è giocata oggi in tarda mattinata a Roma, sul campo dell’impianto Fulvio Bernardini con una speciale telecronaca di Enrico Cucchi e Simona Rolandi.
In gol contro la violenza sulle donne, verso la Giornata mondiale
A lanciare l'iniziativa a cercare di andare in gol contro la violenza sulle donne sei associazioni promotrici: Amnesty International Italia, Assist, Aic- Associazione Italiana Calciatori, Sport4Society, Uisp e Usigrai, con la collaborazione di COSPE e il patrocinio dell’Ufficio nazionale contro le discriminazioni razziali, UNAR. A scendere in campo per la prima edizione, indossando le divise blu della squadra della “parità” e quelle bianche della compagine dei “diritti“, sono state due squadre composte da rappresentanti dello spettacolo, del giornalismo, dello sport e della politica.
In campo le gesta di tre protagoniste "speciali"
A scendere in campo con le loro gesta sportive e calcistiche anche tre protagoniste "speciali". L'iniziativa, di fatto un'anticipazione, una tappa di avvicinamento alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne del 25 novembre, ha visto infatti la partecipazione di tre delle calciatrici afgane del Bastian Fc di Herat, fuggite dai talebani in pieno agosto, che hanno trovato rifugio e ospitalità in Italia.
Ad accompagnare lo svolgimento della partita lo slogan “Facciamo Pari” contro ogni discriminazione e a sostegno dell’articolo 3 della Costituzione perché si affermi davvero un’uguaglianza sostanziale, senza ambiguità né pregiudizi.
Senza più Patria né diritti
Il racconto delle protagoniste, come del resto ci è apparso da tante immagini e racconti drammatici apparsi in Tv è di un popolo senza più Patria né diritti tanto che le tre protagoniste hanno commentato quasi incredule a fine partite: "Che bello tornare a giocare a calcio, in Afghanistan per una donna è diventato impossibile. E' così tante altre cose che sembrano elementari". Al momento, sono 150 le persone in attesa poter arrivare in Italia attraverso i corridoi umanitari e le associazioni che stanno seguendo le vicissitudini dei profughi afghani. Nel medio periodo, il protocollo umanitario ha l'obiettivo di portare nel nostro Paese entro due anni 1200 persone.