"Quel ladro morto non sono io": l'incredibile sviluppo dell'omicidio di Frosinone
Mirel Joaca Bine, romeno residente in Svezia, è diventato vittima di numerosi insulti sul web, e ha scoperto che il malvivente aveva il suo documento.
Il ladro che non era un ladro e il ladro che rubava l'identità. Se non ci fosse scappato il morto, la vicenda potrebbe anche far scappare un sorriso o riportare a trame letterarie pirandelliane. La faccenda è invece tremendamente seria e ora c'è un uomo che potrebbe essere incriminato per eccesso di legittima difesa, il tabaccaio Sandro Fiorelli di Frosinone, un morto senza identità e un ignaro cittadino rumeno che vive in Svezia che si è visto identificare in tutto il mondo come un ladro morto.
Il ladro ucciso a Frosinone... non è lui
Il ladro che lunedì 25 ottobre 2021 ha cercato di rubare nella casa di Sandro Fiorelli, il tabaccaio di Frosinone, non solo era un topo d'appartamento, ma era anche un ladro d'identità. Perché nelle ultime ore gli inquirenti hanno appurato che i documenti che sono stati trovati addosso al malvivente ucciso in una villetta nel Comune di Santopadre appartengono in realtà a Mirel Joaca Bine, un 34enne romeno che vive in Svezia da nove anni con la sua famiglia. Vivendo onestamente e perfettamente integrato nel Paese scandinavo.
Morto il ladro, gli insulti dal web: la verità
Come se non bastassero gli accertamenti relativi alla dinamica (il tabaccaio ha affermato di aver sparato per difendersi, ma accanto al ladro ucciso è stata trovata una pistola a salve), che qualcosa non tornasse agli inquirenti è stato chiaro fin quasi da subito. Fin da quando, di fronte all'ennesima incursione in un'abitazione e al rilascio delle generalità del ladro, il web non ha iniziato a scatenarsi sul tema sicurezza e in particolare sulle rapine nelle abitazioni. Ed è stato a quel punto che Mirel Joaca Bine ha scoperto di essere vittima di una valanga di insulti. Ha allora preso contatti con l'Italia spiegando che anni fa aveva perso la sua carta d'identità (smarrita o sottratta con destrezza in qualche circostanza, magari su metropolitana o mezzi pubblici). Di fatto, dunque, non c'entrava nulla con quanto era accaduto a Frosinone a inizio settimana.
I "precedenti"
Un fatto drammatico e sconvolgente che aveva però avuto dei precedenti decisamente più "leggeri" in questi anni. Al 34enne romeno erano infatti arrivate multe per infrazioni da Francia e Inghilterra dove aveva però dimostrato di non essere mai stato. Spiegazioni accettate, ma che non avevano portato a risolvere il problema nemmeno con l'interessamento delle autorità svedesi e romene.
Le "nuove" indagini
Le indagini di fatto, oltre che sulla caccia ai due complici fuggiti, ripartono da zero anche riguardo la vittima. Ammesso che si tratti di un persona "nota" alle forze dell'ordine, si tenterà di risalire alla sua identità attraverso le impronte digitali.