Caso archiviato

Un "complemento d'arredo": fasullo il missile per attentare alla vita di Salvini

Un soprammobile decisamente particolare, ma i gusti son gusti...

Un "complemento d'arredo": fasullo il missile per attentare alla vita di Salvini
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Nessuna minaccia, se non per il buon gusto degli arredatori: secondo il gip di Milano Roberto Crepaldi il missile sequestrato nel 2019 all'interno di un deposito all'aeroporto di Rivanazzano non era destinato a un attentato terroristico né a un attacco al leader della Lega Matteo Salvini. Piuttosto pare si trattasse di "un bizzarro complemento d'arredo".

Per arredare casa? Niente di meglio di... un missile

La conclusione del gip è racchiusa nelle pagine del decreto d'archiviazione dell'indagine condotta dalla Procura di Torino sui gruppi dell'estrema destra conclusasi nel 2019, e che aveva portato all'arresto di tre persone e al sequestro di un arsenale di armi e missili trovato nei pressi dell'aeroporto di Rivanazzano Terme (Pavia), tra cui anche il missile aria-aria Mantra

L'ipotesi di un'attentato a Salvini

All'epoca non fu solo il particolare ritrovamento a destare scalpore. Perché secondo Matteo Salvini, in quel momento Ministro dell'Interno del Governo Conte I, quel missile sarebbe servito per un attacco terroristico contro di lui.

Subito dopo gli arresti nel 2019 Matteo Salvini aveva precisato di avere segnalato lui alle forze dell'ordine quanto stava accadendo:

"Era una delle tante minacce di morte che mi arrivano ogni giorno. I servizi segreti parlavano di un gruppo ucraino che attentava alla mia vita".

Salvini si riferiva alla segnalazione di un ex agente del Kgb su un attentato che stavano progettando contro di lui alcuni nazionalisti ucraini.

I successivi accertamenti della Digos non hanno trovato riscontro però sull'ipotesi dell'attentato contro l'allora ministro. La segnalazione però aveva permesso di intercettare soggetti che hanno combattuto a fianco delle milizie di estrema destra in Ucraina e, contestualmente, un traffico d'armi che ha portato all'arresto di tre persone. Tra questi, Fabio Del Bergiolo, 60enne di Gallarate già candidato al Senato con il partito di estrema destra Forza Nuova. Non si sa ancora come il missile sia potuto entrare in Italia, ma sembrerebbe che Del Bergiolo avesse tentato di venderlo per 500.00 euro a un funzionario di un governo straniero.

Complemento d'arredo

Un missile però disattivato. Il giudice spiega che, sulla base delle perizie delle armi, "non vi è dubbio che il missile pur originariamente classificabile come arma da guerra, sia stato sottoposto a procedure di disattivazione in altro Paese, all'esito delle quali lo stesso ha perso tutto l'enorme potenziale bellico ed è divenuto del tutto inidoneo a recare offesa alla persona".

"Il missile – sottolinea il gip – è divenuto ormai un mero simulacro vuoto e assume un valore solo quale (forse bizzarro) complemento d'arredo".

Continua l'altro processo

Archiviato il procedimento per il missile, prosegue quello di Busto che vede coinvolto sempre Del Bergiolo per traffico d'armi. Il 62enne risulterebbe infatti coinvolto in un traffico di armi (dai kalashnikov e fucili alle granate) all'estero, in particolare Iraq, Georgia e Afghanistan.

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