A processo per omicidio stradale solo per aver parcheggiato l'auto in sosta vietata
L'automobilista dovrà rispondere di un'accusa ben più grave di quella di aver lasciato la macchina dove non doveva...
Che a Milano la circolazione stradale sia un grosso problema non è certo un segreto: anche chi non la abita e si trova di passaggio nella metropoli meneghina, per una mostra o un evento, si accorge della difficoltà di circolare in città, specialmente nelle zone più centrali. Parcheggi selvaggi, sorpassi azzardati, ciclabili utilizzati come soste o posteggi vietati sono infatti uno dei crucci più pressanti di residenti e lavoratori, che spesso si trovano in difficoltà a passeggiare o guidare in città, problemi che spesso si ripetono in tutte le grandi città.
Ma quello dei posteggi "alla milanese" è un capitolo a sé che oggi vede un automobilista rinviato a giudizio con l'accusa di omicidio stradale per aver parcheggiato un'auto dove non doveva, contro la quale è morto un 25enne sbalzato contro il cofano da un'altra macchina.
Il caso simbolo
Un uomo è stato rinviato a giudizio con l'accusa di omicidio stradale per aver parcheggiato l'automobile in sosta vietata. Ma cosa c'entra il parcheggio abusivo con un omicidio?
La morte di Michael Nasr, 25enne romano con padre egiziano che due anni fa venne investito a Milano ad un incrocio, sarebbe il risultato di una doppia responsabilità: da un lato quella di un 83enne che alla guida della sua auto aveva attraversato la strada col rosso, investendo il 25enne che si trovava in sella al suo motorino, dall'altro la responsabilità dell'automobilista che aveva parcheggiato irregolarmente l'automobile sulla strada nonostante la sosta fosse vietata, vettura contro la quale il 25enne era finito dopo l'impatto con il suo investitore.
Se l'auto non fosse stata parcheggiata lì il giovane si sarebbe salvato?
Secondo gli accertamenti effettuati sulla salma della giovane vittima della strada, a causare la morte sarebbe stato proprio l'impatto con l'automobile parcheggiata, che lì non doveva esserci, più che il colpo di quella guidata dall'83enne.
Spetterà al giudice ora ricostruire e verificare il nesso di causalità tra l'auto parcheggiata in sosta vietata e la morte del giovane, che per ora non ha ancora avuto giustizia.