Quando sul set si muore davvero: dal Corvo a John Wayne
La tragedia sul set di "Rust", dove l'attore Alec Baldwin ha involontariamente sparato e ucciso una donna, non è l'unica nella storia del cinema.
La notizia del tragico incidente sul set di "Rust" in New Mexico riporta alla mente altri drammatici incidenti in cui la finzione ha travalicato le barriere conducendo ad epiloghi fatali. La morte della 42enne direttrice della fotografia Halyna Hutchins e il grave ferimento del regista Joel Souza per (involontaria) mano dell'attore Alec Baldwin - la cui pistola di scena, che doveva essere caricata a salve, ha giocato un atroce scherzo - non sono i soli episodi capitati nella storia del cinema.
Quando il set è mortale: il mito di Brandon Lee
Dopo la diffusione della notizia dell'incidente mortale sul set di "Rust" sicuramente in molti avranno ricordato quella che è rimasta, nell'immaginario collettivo, una delle morti più assurde del cinema. Aveva solamente 28 anni il talentuoso e affascinante Brandon Lee quando, il 31 marzo 1993, morì per un colpo di pistola accidentale sparato sul set de "Il Corvo" dal collega Michael Massee. I produttori spiegarono che l'incidente avvenne per una serie di sfortunati eventi scaturiti dalla negligenza dei membri del personale. Per terminare il lungometraggio - che ebbe un successo planetario, forse anche in virtù della storia maledetta che divenne realtà per una beffa del destino - ci si servì di effetti digitali.
Tragedia meno "chiacchierata" e rimasta più nascosta anche quella che si cela dietro a un altro blockbuster come "Top Gun". Il pilota e istruttore di volo Art Scholl rimase ucciso durante le riprese nel 1985 precipitando nell'oceano Pacifico da 900 metri di altezza mentre tentava un'acrobazia. Né lui né il suo aereo vennero mai ritrovati.
Drammatico l'incidente che provocò la morte di tre attori il 23 luglio 1982 durante le riprese del film "Ai confini della realtà". Un elicottero si schiantò al suolo uccidendo sul colpo l'attore Vic Morrow e due bambini vietnamiti Myca Dinh Le e Renee Shin-Yi Chen, mentre si girava una scena diretta da John Landis.
Nel 2008, nel thriller di fantascienza "Jumper" con protagonista Samuel L. Jackson, per gli effetti speciali si utilizzava una miscela di sabbia congelata, terra e ghiaccio. Lo scenografo David Ritchie è stato dichiarato morto sulla scena dopo che un grosso pezzo di sabbia e ghiaia ghiacciata gli è caduto addosso dalla cima di un muro.
Anche durante le riprese del kolossal "Troy", con star del calibro di Brad Pitt, si è registrato un incidente mortale: l'attore George Camilleri, una comparsa, si è rotto una gamba in una scena. È stato curato in ospedale, ma giorni dopo ha avuto un attacco di cuore a causa di un coagulo di sangue all'arto, che gli è stato fatale.
Anche John Wayne?
Facendo un salto indietro nel tempo è impossibile non menzionare Martha Mansfield, grande star hollywoodiana che, a inizio ‘900, morì sul set del film “The Warrens of Virginia”, dove l’abito che indossava prese fuoco e le provocò ferite così gravi da causarne il decesso.
E chiudiamo con una delle morti "da set" più controverse della storia del cinema a stelle e strisce: quella di un'icona assoluta come John Wayne. Le scene in esterni de "Il conquistatore" (1956) furono girate nelle vicinanze di St. George (Utah), 137 miglia sottovento del Nevada Test Site: nel 1953, l'area fu utilizzata in buona parte della propria estensione come sito per test atomici. Il cast e la troupe girarono sul luogo per settimane e il governo federale assicurò ai residenti del luogo che gli esperimenti eseguiti in passato non avrebbero significato un pericolo per la salute pubblica. Dopo alcuni anni, però, scoppiò il caso: Dick Powell (il regista) morì di cancro nel gennaio 1963, l'attore Pedro Armendáriz si suicidò sempre nel 1963, in fase ormai terminale, dopo che nel 1960 gli venne diagnosticato un tumore renale; John Wayne e altri tre attori morirono a loro volta di cancro negli anni 70, così come John Hoyt. A onor di verità va anche detto che Wayne era un accanito fumatore.
Il cast e la troupe comprendevano un totale di 220 persone. Già nel 1981, 91 di essi avevano contratto e sviluppato una qualche forma di cancro, e 46 di loro erano deceduti di malattia. Il dottor Robert Pendleton, professore di biologia all'università dello Utah, ha dato una sua personale opinione:
"Con questi numeri, questo caso potrebbe considerarsi come una epidemia. Stabilire una connessione tra le radiazioni e la ricaduta nel cancro nei singoli casi è praticamente impossibile, non porta a nulla di conclusivo. Ma, all'interno di un gruppo di queste dimensioni, ci sarebbe da aspettarsi solo una trentina di casi di cancro... penso che il legame alla loro esposizione sul set de Il conquistatore potrebbe essere sostenuto in tribunale".
Robert "Steve" Irwin: l'incidente mortale di Crocodile Hunter
Aveva fatto molto discutere nel 2006 la morte del 44enne Steve Irwin, noto come "Crocodile Hunter". L'australiano si era costruito un notevole seguito televisivo (e a onor del vero anche numerosi detrattori) per il suo modo spesso spericolato - non esattamente da divulgatore scientifico ortodosso - di relazionarsi ad animali pericolosi, come i grandi rettili con cui spesso arrivava al contatto fisico. Nel 2004 aveva suscitato vivaci polemiche quando davanti alle telecamere era entrato nel recinto dei rettili tenendo in braccio il figlioletto di un mese.
L'uomo morì in seguito alla puntura di una pastinaca comune, mentre girava riprese subacquee per un documentario nella Grande barriera corallina, al largo di Port Douglas, nel nordest dell'Australia.