Solo 656 sanitari No vax sospesi in Veneto: altri 3961 sono ancora al lavoro (malgrado la legge)
C'è una norma da far rispettare, ma il diritto alla salute rischia, con le assenze, di ingolfarsi...
L'obbligo vaccinale per gli operatori della sanità è legittimo. Lo ha deciso il Consiglio di Stato, ma in Veneto sono quasi 4mila quelli che ancora non si sono sottoposti all'inoculazione del siero anti Covid. E la legge, su questo aspetto è molto chiara: i sanitari non immunizzati vanno sospesi. Ma in realtà molti di loro sono rimasti nelle corsie degli ospedali...
Solo 656 sanitari No vax sospesi in Veneto: altri 3961 sono ancora al lavoro (malgrado la legge)
Nove Ulss, due Aziende ospedaliere, medici, infermieri, operatori sanitari in Veneto: i non vaccinati nella regione attualmente sospesi dalle proprie mansioni sono 656. Conti alla mano, si tratta di una minoranza (circa il 16 per cento) rispetto al totale dei non immunizzati che sta ancora prestando servizio, pari a 3961 persone.
Per il Consiglio di Stato l'obbligo vaccinale è legittimo
Nonostante l'obbligo in vigore i lavoratori della sanità continuano a esercitare la professione pure se la legge impone che dovrebbero rimanere a casa. E sul tema, come detto, il Consiglio di Stato ha fugato anche gli ultimi dubbi: l'obbligo vaccinale per queste categorie è legittimo, proprio in virtù del principio di solidarietà nei confronti dei soggetti più fragili. Ma la legge rimane fondamentalmente disattesa.
Il caso veronese: solo 7 sospesi su 300 no vax
Sono evidentemente tanti i non vaccinati al lavoro attualmente. A Verona, per esempio, l'azienda ospedaliera, su 300 non vaccinati, i sospesi sono solo 7. Altro scoglio il Green pass: una quindicina di operatori sanitari dell'azienda ospedaliera di Verona, infatti, sono assenti ingiustificati.
Con le assenze c'è il rischio di una riduzione di servizi
Due professionisti, poi, sono stati segnalati alla Prefettura perché trovate sul posto di lavoro senza certificato verde. Legge da far rispettare, da un lato, e diritto alla salute che rischia, con le assenze, di ingolfarsi. Una vera e propria impasse. Il rischio, come già segnalato più volte e come ribadito da Callisto Marco Bravi, direttore generale dell'azienda ospedaliera scaligera, è di una riduzione dei servizi.