Controllo di vicinato in Veneto bocciato dalla Corte Costituzionale
"Viola la competenza esclusiva dello Stato in materia di ordine pubblico".
Incostituzionale. Il Controllo di Vicinato veneto, secondo la Corte Costituzionale, è da bocciare in quanto disciplina, direttamente, "al di fuori del quadro istituzionale forme di collaborazione tra Stato ed enti locali in materia di esclusiva competenza statale".
Controllo di Vicinato bocciato
La sicurezza dei cittadini spetta soltanto allo Stato e nessua regione può legiferare in materia. E' questo, in estrema sintesi, quanto emerge dalla sentenza depositata ieri, giovedì 11 novembre 2020 dalla Corte Costituzionale al palazzo della Consulta che ha dichiarato "incostituzionale" la leggere regionale veneta sul Controllo di Vicinato. La sicurezza primaria, che è reponsabilità unica dello Stato, "consiste nell’attività di prevenzione e repressione dei reati, primariamente affidata alle forze di polizia.
La presente pronuncia di illegittimità costituzionale riposa esclusivamente sulla ritenuta invasione, da parte della Regione, delle competenze riservate dalla Costituzione al legislatore statale. Resta ferma naturalmente la possibilità, per la legge statale stessa, di disciplinare il controllo di vicinato, eventualmente avvalendosi del contributo delle stesse Regioni, come possibile strumento – funzionale a una piena attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale di cui all’art. 118, quarto comma, Cost. (sentenza n. 131 del 2020) – di partecipazione attiva e responsabilizzazione dei cittadini anche rispetto all’obiettivo di una più efficace prevenzione dei reati, attuata attraverso l’organizzazione di attività di ausilio e supporto alle attività istituzionali delle forze di polizia. Strumento, quello menzionato, che ben potrebbe essere ricondotto all’ampia nozione di sicurezza urbana fornita dal d.l. n. 14 del 2017, e che è del resto già oggetto, nel territorio nazionale, di numerosi protocolli di intesa stipulati dagli Uffici territoriali di Governo con i Comuni". Respinta dunque la Legge 34 del 2019 nata a Venezia per regolamentare il Controllo di Vicinato. Clicca qui per il testo integrale della sentenza.
La replica dell'assessore regionale alla Sicurezza
"Esprimo preoccupazione per la bocciatura da parte della Corte Costituzionale della legge veneta sul controllo di vicinato, è un segnale che va nella direzione contraria rispetto al processo di coinvolgimento dei territori e delle autonomie per il quale stiamo lottando”.
Così l’assessore alla Sicurezza Cristiano Corazzari commenta la notizia della dichiarazione di incostituzionalità della legge veneta sul controllo di vicinato da parte della Consulta.
“Questa legge rientrava nell’ottica del percorso verso l’autonomia in cui siamo impegnati, la valutazione della Corte va in direzione opposta rispetto al principio di leale collaborazione tra i vari livelli di governo – aggiunge Corazzari – il fine della norma veneta era di disciplinare un fenomeno già diffuso sul territorio e rivelatosi utile ma privo di adeguata regolamentazione a livello legislativo".
Corazzari è d’accordo con il presidente del Consiglio Regionale del Veneto nel ricordare che la legge sul controllo di vicinato non autorizza nessuno a sostituirsi alle forze dell’ordine ma al contrario ha favorito importanti operazioni di polizia contribuendo all’aumento della sicurezza delle città. E, sempre con Ciambetti, rileva un comportamento contradditorio da parte degli organi statali che da un lato hanno dato il via libera alle Prefetture per firmare gli accordi con gli enti locali e dall’altro hanno impugnato la legge veneta denunciando un conflitto di competenza tra Stato e Regione.