Aziende in fuga

Anche Ideal standard chiude baracca e va all'estero, ma è pronta una legge con maxi multe per chi delocalizza

Le ditte che chiudono repentinamente dovranno pagare tra i 20 e i 30mila euro a dipendente.

Anche Ideal standard chiude baracca e va all'estero, ma è pronta una legge con maxi multe per chi delocalizza
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Ancora non sono arrivate comunicazioni ufficiali, ma sul futuro di Ideal Standard c'è grande preoccupazione. La proprietà della multinazionale di ceramica sanitaria sarebbe infatti pronta a trasferire l'attività dello stabilimento di Trichiana, in Veneto, ultimo rimasto in Italia, in Repubblica Ceca, dove il costo del lavoro è più basso. Nella sede bellunese ci sono a rischio ben 500 posti di lavoro.

Sulla questione delle delocalizzazioni, tuttavia, il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero del Lavoro hanno raggiunto un accordo secondo cui, tutte le aziende che chiudono repentinamente "per ragioni non determinate da squilibrio patrimoniale o economico-finanziario" dovranno pagare tra i 20 e i 30mila euro a dipendente. Il testo della legge è ora sul tavolo del premier Draghi che dovrà decidere se dargli la forma di decreto o di emendamento ad altre norme.

Anche Ideal Standard chiude baracca e va all'estero

Come raccontato da Prima Belluno, la multinazionale di ceramica sanitaria Ideal Standard è pronta a chiudere lo stabilimento di Trichiana per trasferire l'attività in Repubblica Ceca, dove il costo del lavoro è più basso. Sulla situazione dell'azienda di Borgo Valbelluna cresce la preoccupazione perché a rischio ci sono ben 500 posti di lavoro.

Sul caso è stato convocato un tavolo al Mise (Ministero dello Sviluppo Economico) il prossimo 27 ottobre 2021. Oggi, mercoledì 20 ottobre 2021, l’assessore regionale al lavoro Elena Donazzan, ha convocato un incontro con le rappresentanze sindacali nazionali e territoriali di categoria per esprimere la propria posizione sul futuro dello stabilimento di Trichiana:

"Ideal Standard è uno stabilimento strategico e simbolico, che ha lavoro, che ha commesse, che è efficiente: non ci sono davvero ragioni per chiudere".

Sulla situazione di Ideal Standard si è espresso anche Valentino Vargas, segretario nazionale Filctem Cgil:

"Siamo preoccupati perché l’azienda Ideal Standard è una vecchia conoscenza che ha prodotto anche esperienze negative. Allo stato attuale resistono gli stabilimenti di Trichiana, per la produzione, Brescia, dove è localizzato il polo logistico e Milano dove si concentra il polo commerciale. È evidente che, se viene meno Trichiana, il resto non ha speranza. Lo sforzo che va fatto è di natura conservativa. Ad oggi la proprietà non ha presentato alcun piano industriale né di investimenti. Ci aspettiamo il peggio".

Il Governo sta lavorando ad una legge per chi delocalizza

Anche Ideal Standard, quindi, è pronta a delocalizzare il lavoro all'estero. Un fenomeno quest'ultimo che, nel nostro Paese, ha riguardato anche la chiusura della Whirlpool di Napoli o della Gkn di Campi Bisenzio. Eppure, attualmente, il Governo sta lavorando ad una legge volta ad intervenire sulle delocalizzazioni aziendali.

Uno dei casi più clamorosi degli ultimi anni - e che si ricorda ancora oggi - era avvenuto in Brianza, dove addirittura erano state portate vie a sorpresa, in una sola notte, le macchine da un'azienda di materiali isolanti e gli operai al mattino s'erano ritrovati il capannone vuoto... Dopo aver ottenuto finanziamenti dallo Stato, il patron della K-Flex di Roncello, Amedeo Spinelli, aveva, infatti, lasciato a casa circa 190 persone per trasferirsi in Polonia.

Il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero del Lavoro hanno raggiunto un accordo secondo cui, tutte le aziende che chiudono repentinamente "per ragioni non determinate da squilibrio patrimoniale o economico-finanziario" dovranno pagare tra i 20 e i 30mila euro a dipendente. In questo senso, le società che non vogliono incorrere in questa sanzione, dovranno dare un preavviso e predisporre un piano di mitigazione socio-economica dell'impatto che arrecherebbe una chiusura degli stabilimenti.

"È urgente una normativa che riguardi quelle che non chiamerei più delocalizzazioni ma chiusure in alcuni casi dettate da esigenze finanziarie e speculative - ha detto il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, prefigurando di fatto il varo del provvedimento - . Queste chiusure vanno governate e non possiamo solo prendere atto del fatto che avvengono. Una chiusura repentina, che non è attesa - ha aggiunto - colpisce anche tutte le aziende dell'indotto".

Che cosa prevede il provvedimento

La proposta di legge è stata recapitata al Premier Mario Draghi che ora dovrà decidere se dargli la forma di decreto o di emendamento ad altre norme. Il provvedimento prevede l'obbligo di preavviso da parte dell'azienda che chiude e procede a licenziamenti collettivi; la predisposizione, sempre da parte dell'impresa, di un piano di mitigazione socio-economica dell'impatto della chiusura (con relativa partecipazione a misure di politica attiva che potrebbero rientrare nell'ambito del programma Gol-Garanzia di occupabilità); infine, come detto, le sanzioni per le aziende che non rispettano la normativa.

Tra le misure, infine, anche incentivi per le imprese pronte ad assorbire la forza lavoro estromessa dall'azienda che chiude e a investire sullo stabilimento e sulla riconversione delle linee produttive.

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