La Lettonia torna in lockdown: solo metà della popolazione è vaccinata
L’annuncio del governo di Riga: restrizioni fino al 15 novembre.
La Lettonia torna in lockdown. Il Paese baltico ha gli stessi casi e gli stessi morti dell'Italia, ma ha meno abitanti di Roma. E così il Governo annuncia nuove restrizioni fino al 15 novembre.
La Lettonia torna in lockdown
Che i Paesi dell'Est Europa abbiano difficoltà coi vaccini è cosa nota. In Lettonia, però, la situazione è particolarmente critica. Il Paese baltico ha gli stessi morti e contagi dell'Italia, ma ha meno di due milioni di abitanti. E solo il 51% della popolazione è immunizzato con due dosi.
Da giovedì 21 ottobre 2021 e fino al 15 novembre, la gran parte dei negozi resteranno chiusi e gli assembramenti saranno vietati. La maggioranza della popolazione attiva dovrà lavorare a distanza, ad eccezione di pochi settori (costruzioni e trasporti su tutti): Le scuole dalla terza elementare in su faranno lezione a distanza. Torna anche il coprifuoco, che sarà in vigore dalle 20 alle 5.
Vaccinata la metà della popolazione
Con solo il 51% della popolazione immunizzata con due dosi (e il 56% con una) la Lettonia ha uno dei tassi vaccinali più bassi d'Europa. E il Governo di Riga non nega le proprie responsabilità, che emergono chiaramente dalle parole del ministro della Salute Daniels Pavuts:
"Noi, il governo e la società intera non siamo riusciti a raggiungere una copertura vaccinale sufficiente. Per cui dobbiamo chiedervi di sospendere le vostre vite per alcune settimane per evitare lo scenario peggiore possibile"
I numeri
I numeri della Lettonia sono decisamente preoccupanti: ieri, lunedì 18 ottobre 2021, i nuovi contagiati erano 2.084, con 33 morti. Per fare un paragone, in Italia nello stesso giorno i decessi sono stati 44, ma i contagi 1.597...
Secondo una statistica aggiornata da Agenas (agenzia del ministero della salute italiano) al 19 ottobre, in UE la situazione più preoccupante dal punto di vista dei vaccini è nell'Est Europa. Peggio della Lettonia fanno infatti Slovenia, Polonia, Slovacchia, Romania e Bulgaria, quest’ultima con appena il 20,3% degli abitanti che ha ricevuto almeno una dose.