12 Paesi europei vogliono un muro per fermare i migranti (a spese Ue)
L'Italia si è dissociata, perché sostiene che occorra una cooperazione trasversale che non sia solo mirata sulla sicurezza.
Ce n’è già uno tra Bulgaria e Turchia, un altro muro l’ha eretto l’Ungheria. E poi in Polonia, in Grecia, in Lituania.
Eppure, secondo 12 Paesi membri dell'Unione Europea, tutto questo ancora non basta: bisogna difendere di più le frontiere orientali, così come la green zone che taglia in due Nicosia a Cipro e i confini greci (in chiave anti turca), con altri muri e recinzioni per contrastare i flussi migratori.
Secondo i 12, per fare questo serve il finanziamento europeo e lo hanno spiegato in una lettera di quattro pagine indirizzate ai vertici comunitari. I mittenti? Austria, Cipro, Danimarca, Grecia, Lituania, Polonia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia e Repubblica Slovacca.
Dodici Paesi Europei vogliono un muro anti-migranti
Chiedono nuovi strumenti per evitare le conseguenze dei sistemi migratori e di asilo (sovraccarichi) e di capacità di accoglienza (esaurita).
La zona dei Balcani è quella che crede di più nell’innalzamento di muri: ne sono stati costruiti tra Slovenia e Croazia, tra Serbia e Ungheria.
La lettera è stata presentata alla riunione dei ministri dell'interno Ue in Lussemburgo: l'Italia si è dissociata, perché sostiene che occorra una cooperazione trasversale che non sia solo mirata sulla sicurezza. E’ questo il modo migliore di prevenire i flussi regolari e lottare contro i trafficanti: questa è la linea del nostro e di altri paesi che non hanno sottoscritto la lettera.