Suonano le campane e lei bestemmia: parroco "scomunica" la vicina di casa
"Non capisco perché questa avversione, visto che le nostre campane suonano cinque volte al giorno per non più di tre minuti complessivi".
Quando suonano le campane, lei - evidentemente infastidita dal loro suono - attacca a bestemmiare. Una "vicina di casa" davvero poco urbana, quella che s'è ritrovata la chiesa del Cristo Risorto a Ospedaletti, in provincia di Imperia. Tanto che il locale parroco s'è visto costretto a stigmatizzare la vicenda, pubblicando un rammaricato editoriale sul bollettino parrocchiale dal titolo "Le campane che dovrebbero attirarci a Dio attirano le bestemmie", nel quale "scomunicando" la blasfema dirimpettaia ha ricordato l'importanza e la sacralità del segnale sonoro per tutta la comunità.
Il rammarico del parroco: "Le campane attirano le bestemmie"
Come raccontato da Prima la Riviera, don Michele Da Silva, parroco di Ospedaletti, ha titolato così l'ultimo numero del bollettino parrocchiale: "Le campane che dovrebbero attirarci a Dio attirano le bestemmie".
Don Michele ha voluto uscire allo scoperto con i propri fedeli, distribuendo al termine della messa di sabato sera e domenica, il bollettino accompagnato dal decreto vescovile, in cui si riporta un po' di storia delle campane nella chiesa e il regolamento.
"E' un problema che esiste da sempre, da quando la buon'anima di don Martelletti ha fatto costruire il campanile. Non capisco perché questa avversione, visto che le nostre campane suonano cinque volte al giorno per non più di tre minuti complessivi. Alle 12 e alle 20 salutano la Madonna, mentre negli altri momenti annunciano la messa e il rosario e c'è una pausa dalle 12 alle 17. Ogni volta suonano non più di venti o trenta secondi".
La goccia che ha fatto traboccare il vaso
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata il 12 settembre scorso, quando una donna che abita vicino alla chiesa, ha bestemmiato la Madonna, nel giorno della Festa di Maria.
"Ho ricevuto tantissime telefonate, da parte dei vicini scandalizzati. Io non l'ho sentita bestemmiare, non l'ho ancora incontrata di persona, altrimenti l'avrei rimproverata, ma sono disponibile a ricevere chiunque voglia dialogare".
Don Michele dice di non aver presentato alcuna segnalazione ai carabinieri e di non voler sottomettersi a quelle che definisce "chiacchiere da comari".
Il sacerdote, nel suo editoriale, ha anche sottolineato come a Ospedaletti lo scampanìo sia un terzo rispetto a quanto concesso e regolamentato anche dalla Cei, e conclude amareggiato:
"Sono le campane che rompono le scatole, o noi che non abbiamo più il senso della sopportazione e della fede?"