Referendum per l'abolizione della caccia: raccolta firme entro ottobre, come aderire
L'iniziativa propone un referendum abrogativo per cancellare una trentina tra articoli e commi della legge n. 157 dell’11 febbraio 1992. La raccolta firme è stata aperta anche online.
Raggiungere 500mila firme entro il prossimo 31 ottobre 2021 per ottenere un referendum di iniziativa popolare per l'abolizione della caccia. E' questo lo scopo con cui il comitato "Sì Aboliamo la Caccia", lo scorso luglio, ha avviato la raccolta firme sia online, sia in diverse piazze italiane. La proposta di referendum intende abrogare alcune disposizioni della legge 157 del 1992 per vietare l'attività di caccia sull'intero territorio nazionale. Al 23 settembre sono state superate le 300mila firme sulle 500mila necessarie per indire la consultazione.
Referendum per abolire la caccia, cosa c'è da sapere
Lo scorso 21 maggio 2021 la Corte di Cassazione ha ricevuto la richiesta di indire un referendum per l’abolizione della caccia in Italia, presentata dal comitato "Sì Aboliamo la Caccia". In particolare, l'iniziativa propone un referendum abrogativo per cancellare una trentina tra articoli e commi della legge n. 157 dell’11 febbraio 1992 che disciplina la protezione degli animali in Italia e la caccia, mantenendo una serie di limitazioni.
L'articolo 1 di questa legge sancisce:
"Gli animali selvatici devono essere tutelati nell’interesse della comunità nazionale e internazionale".
L'intento del comitato promotore del referendum propone di eliminare il comma 2 dell’articolo 1 che recita:
"L’esercizio dell’attività venatoria è consentito purché non contrasti con l’esigenza di conservazione della fauna selvatica e non arrechi danno effettivo alle produzioni agricole".
Questo principio consente quindi la caccia degli animali selvatici "in funzione del loro livello di popolazione, della distribuzione geografica e del tasso di riproduzione", stabilendo negli allegati le specie di animali che possono essere cacciati.
Oltre a ciò, i promotori intendono eliminare:
- L'articolo 5 che consente di catturare animali vivi da ingabbiare e utilizzare come richiamo per le prede della caccia.
- L'articolo 18 che elenca tutte le specie di animali cacciabili (dalle tortore ai germani reali) e stabilisce i periodi dell’anno in cui poter praticare la caccia.
- L'articolo 22 che stabilisce invece i requisiti che un cacciatore deve rispettare per ottenere il porto d’armi.
Le modifiche alla legge per vietare la caccia
Alla base dell'iniziativa del comitato "Sì Aboliamo la Caccia" ci sono motivi sia etici, sia educativi, ma anche un interesse alla tutela dell'ambiente. L'attività di caccia, infatti, aumenta l'inquinamento causato dal piombo delle armi utilizzate dai cacciatori.
Secondo l'Ispra (l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), inoltre, l'attività di caccia e di pesca eccessive mettono a rischio la biodiversità perché rappresentano una minaccia per alcune specie animali e, inoltre, sarebbero in grado di aggravare la condizione degli habitat più vulnerabili. Per questo, il comitato promotore ha lavorato ad una riformulazione della legge 157 che, vietando la caccia, improntata la normativa al principio di tutela degli animali.
Raccolta firme per il referendum, come funziona
Attualmente, stando all'ultimo aggiornamento del 23 settembre 2021, la raccolta firme per il referendum che vuole abolire la caccia ha raggiunto quota 300mila firme. L'obiettivo è quello di raggiungere, entro il 31 ottobre 2021, 500mila firme, anche se il comitato spera di toccare la soglia delle 700mila per avere sicurezza su eventuali firme rese nulle.
Oltre alla tradizionale raccolta firme nelle piazze, è stata aperta anche una versione online sul sito ufficiale di "Sì Aboliamo la Caccia". Al momento sono state raccolte 30.440 firme digitali su 175mila (entro il 20 ottobre). Per quanto riguarda la firma digitale, chiunque volesse aderire, deve avere una propria identità digitale Spid per poter autenticarsi.
PER SOTTOSCRIVERE LA RACCOLTA FIRME ONLINE: CLICCA QUI
Terminato il periodo di raccolta firme, sarà dunque la volta della Cassazione, che verificherà la legittimità delle sottoscrizioni e, se tutto sarà in regola, toccherà alla Corte costituzionale esprimersi sull’ammissibilità del quesito referendario. Solo a quel punto il presidente della Repubblica potrà indire il referendum, che dovrà tenersi tra il 15 aprile e il 15 giugno 2022. Per essere valido, al referendum dovrà essere raggiunto il quorum della metà degli elettori.