sull’obbligo del certificato verde

La deputata torinese Costanzo su Green pass e diritto al lavoro

«L’Alternativa C’è appoggia il referendum abrogativo».

La deputata  torinese Costanzo su Green pass e diritto al lavoro
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Intervista alla deputata torinese Jessica Costanzo sull’obbligo del certificato verde. «Sul Green Pass il Governo calpesta il diritto al lavoro. L’Alternativa C’è appoggia il referendum abrogativo».

L'intervista alla deputata Costanzo

«Trovo quel che sta avvenendo nel nostro Paese in tema di Green Pass di una gravità inaudita». Questo il commento netto della deputata torinese Jessica Costanzo sull’obbligatorietà del certificato verde.

Costanzo sulle scelte del Governo

Onorevole, perché giudica così le scelte del Governo?
«Mai un governo era intervenuto a cancellare tramite decreto-legge uno dei pilastri su cui si è retta l’architettura costituzionale per settantacinque anni. Parlo del diritto al lavoro, il diritto fondativo della repubblica stessa. Qui non si tratta, come già avvenuto in passato, di adottare misure a danno dei lavoratori e magari a vantaggio delle grandi imprese. Qui si tratta proprio di impedire ai lavoratori di entrare sul loro posto di lavoro. A meno che, ovviamente, non esibiscano una tessera, un segno distintivo, una certificazione che - più che sanitaria - è totalmente politica. O a meno che, cosa di una gravità inaudita, i lavoratori stessi non paghino di tasca loro ogni 48 ore il costo di un test sanitario per essere considerati “idonei” a lavorare».

L’Alternativa C’è” appoggia il referendum abrogativo

Ma molti appoggiano questa scelta. Voi come intendete contrastare queste politiche?
«Sembra una serie tv distopica, e invece è la nostra quotidianità. Una quotidianità a cui in troppi sembrano assuefatti, ma che invece va contrastata. “L’Alternativa C’è” ha infatti deciso di appoggiare la raccolta firme per proporre un referendum abrogativo delle norme sul Green Pass. Lavoreremo con i mezzi a nostra disposizione per dare voce a tutti i cittadini che si riconoscano nelle istanze dei promotori dei quesiti, tra cui annoveriamo avvocati, giuristi, docenti universitari».

Green Pass, un tasto dolente

Cosa contestato ancora del Green Pass?
«Tra le numerose discrepanze e storture presenti nelle norme governative relative al Covid-19 e che alimentano il clima di sfiducia, ve ne è una che francamente trovo incomprensibile. L’esame sierologico per individuare il livello di anticorpi non esenta dall'obbligo di esibire il Green Pass nemmeno nel caso in cui il livello anticorpale riscontrato sia elevatissimo. Siamo al paradosso per cui un test approvato dal sistema sanitario e reso disponibile presso qualsiasi struttura medica pubblica e privata non ha alcun effetto legale, né impatta in qualche forma sulla richiesta di esibire la tessera verde».

E i licenziamenti?

Il tema Green Pass si lega anche al problema del blocco dei licenziamenti?
«Sempre in tema di lavoro, e a proposito di discriminazioni e di diritti calpestati, trovo molto allarmanti alcuni dati diffusi recentemente. Nei primi sei mesi di quest’anno 809mila persone si sono licenziate, quasi 200mila in più rispetto allo stesso periodo del 2020. Sono anche aumentati i licenziamenti disciplinari: 67mila nel primo semestre 2021. Cosa significano questi incrementi, peraltro nel bel mezzo di una pandemia, quando di lavoro ce n’è stato ben poco? Io credo che siano un modo, neanche troppo velato, per aggirare un’altra norma che in Parlamento abbiamo contrastato in ogni modo: quella dello sblocco dei licenziamenti. Allargare le maglie della normativa sui licenziamenti disciplinari è particolarmente agevole per i datori di lavoro, dunque credo si debba andare a fondo di questa analisi. Presenterò un’interrogazione parlamentare in tal senso».

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