Scuola, aumentano le classi in quarantena. Gimbe: "Presenza al 100% a rischio"
Al momento la percentuale di alunni in Dad è molto bassa, ma la situazione va comunque monitorata.
Sono passati dieci giorni dalla ripresa delle attività scolastiche e già si torna a parlare di Dad. Una ripartenza avvenuta (e fortemente voluta) con il ritorno alla didattica in presenza: finalmente gli studenti, dopo più di un anno e mezzo di lezioni a distanza intervallate da quelle in classe, sono potuti tornare in aula di fronte ai loro docenti e professori. L'obiettivo di mantenere la presenza al 100% in aula, tuttavia, rischia di essere altamente disatteso: sono tante infatti le classi, in tutta la nazione, che sono finite in quarantena a pochissimi giorni dall'inizio dell'anno scolastico. Un numero crescente che ha portato Nino Cartabelotta, presidente della Fondazione Gimbe, associazione che quotidianamente monitora la situazione Covid-19 in Italia, a dichiarare:
"L’ambizioso obiettivo del Governo di garantire la scuola in presenza al 100% rischia di essere disatteso nei fatti".
Scuola, aumentano le classi in quarantena
A dieci giorni dalla ripartenza dell'anno scolastico, continua gradualmente a crescere il numero delle classi in quarantena a causa del contagio da Covid-19. Secondo il monitoraggio della Regione, in Lombardia le classi tornate in Dad sono ben 204, per un totale di 3700 studenti e 108 operatori scolastici. Solo ieri, martedì 21 settembre 2021, il direttore generale di Ats Milano Walter Bergamaschi, ha dichiarato che sono 90 le classi nel Milanese e nel Lodigiano messe in quarantena.
Nella città di Torino, invece, sono 42, con circa 850 allievi a casa, mentre il totale in Piemonte è di 74. A Roma una cinquantina, a Bolzano 35. I primi dati sui contagi tra gli studenti sono arrivati tramite comunicati dalle Asl o dai presidi, mentre non arrivano dati generici dal Ministero, anche se una prima stima è comunque fattibile. I numeri sono ancora contenuti e non proprio significativi (parliamo probabilmente di un migliaio di classi in Dad in tutto il Paese, dove - tra scuole pubbliche e private - sono circa cinquecentomila, con una percentuale dunque attorno allo 0,2%), ma a cui si dovrà dare molta attenzione.
Secondo gli esperti bisognerà aspettare almeno altre due settimane per valutare l’impatto delle riaperture sulla diffusione del virus e quanto la vaccinazione di insegnanti e studenti sia in grado di rallentare i contagi.
Gimbe: "L'obiettivo della presenza al 100% è a rischio"
Sull'attuale situazione relativa all'aumento del numero di classi in quarantena si è espresso nelle ultime ore Nino Cartabelotta, presidente della Fondazione Gimbe, intervenuto alla presentazione di un rapporto di Cittadinanzattiva:
"L’ambizioso obiettivo del Governo di garantire la scuola in presenza al 100% rischia di essere disatteso nei fatti, come dimostra il numero di classi in quarantena già pochi giorni dopo l'inizio dell'anno scolastico".
Le sue dichiarazioni quasi fataliste giungono però da una constatazione dei fatti:
"Le evidenze scientifiche dimostrano che per minimizzare il rischio di circolazione virale nelle scuole bisogna attuare tutti gli interventi di prevenzione. Nel mondo reale della scuola manca una strategia di screening sistematico di personale e studenti; le regole sul distanziamento sono derogabili in presenza di eventuali limiti logistici; non sono stati realizzati interventi sistematici su aerazione e ventilazione delle aule, né sulla gestione dei trasporti; la vaccinazione, possibile solo per gli studenti over 12, è in progress e le coperture presentano notevoli differenze regionali; l’obbligo di indossare la mascherina vige solo sopra i 6 anni".
L'ipotesi di un abbandono delle mascherine, anche se tutti gli studenti e il personale scolastico sono stati vaccinati, per il presidente della Fondazione Gimbe, è una realtà ancora lontana:
"L'ipotesi di abbandono delle mascherine anche se tutti sono vaccinati in classe non poggia su alcuna evidenza scientifica. Gli studi evidenziano - ha spiegato l'esperto - che le mascherine riducono il rischio di contagio anche se tutti gli studenti sono vaccinari del 50% per la bassa immunità, del 35% per la media immunità e del 24 % per l'alta immunità. Con la variante le percentuali salgono al 70% al 57% e al 41%".