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Riscaldamento elettrico: la strada verso case più efficienti

Dalla fine del gas alle pompe di calore, come cambierà il modo di scaldare le abitazioni

Riscaldamento elettrico: la strada verso case più efficienti

Il futuro del riscaldamento domestico è sempre più al centro del dibattito pubblico. Il progressivo abbandono del gas come fonte principale per alimentare gli impianti pone una domanda inevitabile: quale sistema sceglieremo nei prossimi decenni? Non si tratta solo di un tema tecnologico, ma di una questione che intreccia ambiente, economia e qualità della vita. La crisi climatica e l’aumento dei costi dell’energia hanno reso evidente che il modo in cui scaldiamo le nostre case incide tanto sul pianeta quanto sulle bollette.

Una scelta che pesa su ambiente e portafoglio

Negli ultimi anni il rincaro di gas ed elettricità ha avuto un impatto diretto sulle famiglie. Il gas, ancora molto diffuso, non solo contribuisce alle emissioni climalteranti, ma espone i consumatori a forti oscillazioni di prezzo, spesso difficili da prevedere. In questo scenario, tutelare l’ambiente significa anche proteggere il bilancio domestico, puntando su soluzioni più stabili ed efficienti.

Lo studio sul riscaldamento del 2040

Per capire quale direzione prendere, Altroconsumo, insieme alle associazioni dei consumatori di Spagna, Polonia e Repubblica Ceca e all’organizzazione europea BEUC, ha promosso un’analisi nell’ambito del progetto Decarbonize Heating. Lo studio, affidato alla società Element Energy, ha simulato il funzionamento di tre diversi sistemi di riscaldamento nel 2040: pompe di calore elettriche, caldaie a idrogeno e impianti ibridi.

Pompe di calore: efficienza e versatilità

Dall’analisi è emerso che le pompe di calore rappresentano la soluzione più efficiente e flessibile. Questi sistemi trasferiscono il calore da fonti naturali come aria, acqua o suolo, garantendo rendimenti elevati e consumi ridotti. Un vantaggio non secondario è la possibilità di utilizzare lo stesso impianto anche per il raffrescamento estivo, evitando l’installazione di dispositivi aggiuntivi.

I limiti delle caldaie a idrogeno

Le caldaie a idrogeno, spesso citate come alternativa “verde”, hanno mostrato invece diversi limiti. I costi risultano più elevati e l’assenza della funzione di raffrescamento obbliga ad affiancare un climatizzatore tradizionale, con un aumento delle spese complessive. Inoltre, l’idrogeno verde, secondo lo studio, non sarà competitivo nel breve periodo, rendendo questa tecnologia meno vantaggiosa per i consumatori.

L’importanza dell’efficienza degli edifici

Il vero punto di partenza resta però l’efficienza energetica degli edifici. Un buon isolamento termico può ridurre fino al 4% i costi legati alla rete elettrica. Se a questo si aggiungono sistemi intelligenti di gestione dei consumi, capaci di sfruttare le fasce orarie in cui l’energia costa meno, il risparmio può arrivare addirittura al 31%. Investire sull’involucro dell’edificio diventa quindi una scelta strategica, prima ancora di selezionare l’impianto.

Cinque indicazioni per il futuro

Dallo studio emergono cinque indicazioni chiave: l’idrogeno verde non sarà una soluzione conveniente nel breve termine; le pompe di calore, anche in versione centralizzata, rappresentano l’opzione più economica ed efficiente; l’efficientamento energetico degli edifici è imprescindibile; sono necessari incentivi stabili e di lungo periodo; infine, i cittadini devono essere messi nelle condizioni di scegliere tecnologie affidabili, con regole chiare e operatori qualificati.

Un mercato ancora da stabilizzare

Oggi il mercato del riscaldamento è ancora instabile e poco trasparente, fattori che rendono difficile orientarsi tra le diverse proposte. Tuttavia, la direzione appare ormai tracciata. Il riscaldamento del futuro sarà elettrico, efficiente e sostenibile, capace di ridurre l’impatto ambientale e, allo stesso tempo, offrire maggiore sicurezza economica alle famiglie. La transizione è già iniziata e le scelte di oggi determineranno il comfort e i costi di domani.