Il Senato ha approvato in prima lettura la legge di Bilancio 2026, dando il via libera alla fiducia posta dal governo sul maxiemendamento. I voti favorevoli sono stati 110, 66 i contrari e due gli astenuti.
L’Aula di Palazzo Madama ha approvato anche la Nota di variazione, consentendo al testo di passare ora alla Camera, dove l’esame inizierà nei prossimi giorni con l’obiettivo di chiudere definitivamente entro il 30 dicembre ed evitare il rischio di esercizio provvisorio.
Tutti gli emendamenti della Manovra 2026
La manovra vale complessivamente circa 22 miliardi di euro, una cifra cresciuta rispetto ai 18,7 miliardi iniziali grazie all’integrazione di nuovi stanziamenti per la Transizione 5.0, per la Zes unica del Mezzogiorno e per l’adeguamento dei prezzi nelle opere pubbliche.
Nel corso dell’esame parlamentare il testo è stato profondamente modificato rispetto alla versione approvata dal Consiglio dei ministri. Al centro della manovra resta il fisco, con la riduzione di due punti del terzo scaglione Irpef, che scende dal 35 al 33 per cento per i redditi fino a 50mila euro. Sul fronte del lavoro, uno degli interventi più rivendicati dal governo è la detassazione degli aumenti contrattuali, che saranno tassati al 5 per cento per i lavoratori dipendenti con redditi fino a 33mila euro, anche per i contratti rinnovati a partire dal 2024. Confermata anche la tassazione agevolata all’1 per cento sui premi di produttività.
La manovra interviene anche sul patrimonio e sulla casa. La soglia di esenzione della prima abitazione ai fini Isee viene innalzata a 91.500 euro per tutti, ma sale fino a 200mila euro per i nuclei familiari residenti nei comuni capoluogo delle città metropolitane, con un ulteriore aumento legato al numero dei figli. Sul fronte del welfare abitativo arrivano risorse per il piano casa e per il fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli.

Capitolo delicato quello delle pensioni. L’età pensionabile aumenterà di un mese nel 2027 e di altri due mesi nel 2028. Vengono tagliate le risorse destinate ai lavoratori precoci e a quelli impegnati in attività usuranti e salta la proroga di Opzione Donna. Cambia anche la disciplina del Tfr, con l’estensione graduale dell’obbligo di versamento ai fondi di previdenza complementare per le aziende che superano determinate soglie di dipendenti. Viene inoltre eliminata la possibilità di cumulare le rendite dei fondi per raggiungere l’importo minimo dell’assegno pensionistico.
Per le imprese il pacchetto è stato ampiamente rivisto con un emendamento omnibus del governo. Arrivano nuove risorse per Industria 4.0, con un incremento di 1,3 miliardi nel 2026, e per il credito d’imposta legato alla Transizione 5.0. Previsto anche un contributo aggiuntivo per gli investimenti nella Zes unica del Mezzogiorno. Dal 2026 entra inoltre in vigore l’iperammortamento per i beni strumentali “made in UE”. Sul fronte bancario, la manovra introduce una stretta sulla deducibilità fiscale delle perdite e una franchigia sull’aumento dell’Irap per banche e assicurazioni, escludendo Sim e Sgr.
Sul versante delle entrate, la legge di Bilancio introduce una tassa di due euro sui pacchi di valore inferiore a 150 euro provenienti da Paesi extra-Ue e raddoppia le aliquote della Tobin Tax sulle transazioni finanziarie. Aumenta anche la tassazione su alcune componenti dei premi assicurativi Rc auto. Fa discutere la norma sulle riserve auree della Banca d’Italia, che nel rispetto dei trattati europei vengono dichiarate appartenenti al “Popolo Italiano”. Importanti anche i riversamenti al bilancio dello Stato di risorse provenienti dal Pnrr e dal Fondo per lo sviluppo e la coesione.
Tagli al cinema e alle televisione
Non mancano i tagli. Vengono ridotte le risorse per il cinema e l’audiovisivo, con una sforbiciata che arriva a 200 milioni a regime dal 2027, e cala di 10 milioni nel 2026 il finanziamento alla Rai. Sul fronte sanitario cresce il tetto della spesa farmaceutica, ma a copertura della misura viene ridotto il Fondo per i farmaci innovativi. La manovra prevede inoltre nuovi progetti per l’ampliamento della produzione di armamenti e risorse per la tutela assicurativa delle forze dell’ordine.
Nel corso dell’esame in Commissione Bilancio sono state stralciate cinque misure contenute nel maxiemendamento, anche dopo i rilievi del Quirinale. Tra queste, la norma che avrebbe impedito ai lavoratori sottopagati di ottenere gli arretrati retributivi riconosciuti da un giudice, due disposizioni sulle “porte girevoli” nella pubblica amministrazione, una sul collocamento fuori ruolo dei magistrati e un intervento sulla disciplina del personale della Covip.