Mal di pancia, scaramucce, normale dialettica parlamentare o qualche scricchiolio nella Lega o addirittura nella maggioranza di Centrodestra e nel Governo?
Al momento non è dato sapere, ma di certo il percorso della manovra verso l’approvazione definitiva che arriverà dopo Natale con il passaggio alla Camera sta lasciando strascichi.
E ora dopo le voci sul pressing interno alla Lega sul Ministro all’Economia Giancarlo Giorgetti e addirittura le voci sulle sue dimissioni, ora il Carroccio cerca di “far quadrato”.
Ma giocando sulla difensiva, si è palesato uno scontro verbale con Fratelli d’Italia con protagonisti il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo e un fedelissimo di Giorgia Meloni, Giovanni Donzelli, deputato e responsabile nazionale dell’organizzazione di FdI.
Lega spaccata su Manovra e Ministro? Cosa è accaduto
Tutto è nato nelle scorse ore.
Perché non è ormai più un mistero che qualcosa nel testo della manovra (vedi in primis le pensioni) non andasse per il verso giusto e a farlo notare al titolare dell’Economia erano stati proprio i parlamentari leghisti.
Da lì appunto i vari correttivi al testo, il pressing su Giorgetti, l’accusa del vicesegretario nazionale Durigon ai “tecnici” che hanno redatto il documento.

Ma soprattutto, a pesare come un macigno, erano state le esternazioni del senatore della Lega Claudio Borghi che ci era andato giù un po’ duro con il suo rappresentante di Governo:

“Se uno assume un ruolo tecnico, qualche volta perde di vista le questioni politiche. E Giorgetti è un tecnico”.
Da lì erano poi nate tutte le ipotesi legate alle dimissioni del Ministro (che ha sdrammatizzato, “ci penso tutte le mattine, sarebbe la migliore decisione che potrei prendere”) o comunque a una sorta di esautoramento legato al fatto che c’è chi indica proprio in Claudio Borghi un “ministro ombra”.
L’affondo di Donzelli, cerino lasciato in mano alla Lega
In queste ultime ore, se la Lega sta cercando (affannosamente) di fare quadrato e ricomporre i cocci, l’atteggiamento degli alleati non li sta certo aiutando.
Come ad esempio dalle parole di Giovanni Donzelli nell’analizzare la situazione che si è venuta a creare per la discussione della manovra.

Perché il deputato del partito di Giorgia Meloni, un fedelissimo della premier, nello smentire una crisi all’interno della maggioranza e del Governo ha però di fatto lasciato “il cerino in mano” alla Lega:
“Non c’è stata alcuna crisi e non si è nemmeno rischiato di arrivarci. Semplicemente, riguardo le pensioni, ci sono state divergenze tra il Ministro Giorgetti della Lega e alcuni parlamentari dello stesso partito. Ma la compattezza della coalizione ha evitato che tutto questo si trasformasse in difficoltà per gli italiani, prima che per la maggioranza di Governo”.
“Fuoco amico”, Romeo non ci sta e rimbrotta FdI
Un’uscita che evidentemente è stata mal digerita dalla Lega.
A rispedire al mittente questa ricostruzione è stato il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo già impegnato in una difficile azione diplomatica con i “suoi”, ma non disposto ad “incassare” anche gli affondi degli alleati:

“Fa comodo trovare il capro espiatorio nella Lega ma non è questo il tema. Quando abbiamo cercato di sistemare le cose mi sembra ci fosse assoluta unità di intenti da parte di tutto il gruppo dirigente leghista e sul tema delle pensioni la Lega non poteva che impuntarsi. L’importante è aver trovato la soluzione, una sintesi”.
E pur senza scaricare la colpa su altri come aveva fatto nelle ore precedenti Durigon e senza essere tranchant come Borghi, ha aggiunto:
“Nella fretta di trovare soluzioni capita di poter sottovalutare gli effetti di alcune misure”.
E rispetto alle esternazioni di Fratelli d’Italia ha invece osservato:
“Dicono che è tutta una roba che riguarda lo scontro tra leghisti. Beh mi sembra che anche sul condono e sui condomini qualcuno sia tornato indietro…”.
CONTINUA: Manovra, si allungano i tempi: prevista per oggi la votazione in Senato attesa per ieri