aspre critiche

Riforma condomini, la Lega si mette di traverso e sfida la propria maggioranza

l M5S attacca il ddl di Fratelli d’Italia: “Un pasticcio che fa pagare i morosi agli onesti”

Riforma condomini, la Lega si mette di traverso e sfida la propria maggioranza

Sono settimane di tensioni crescenti all’interno della maggioranza di governo, in un clima che si fa sempre più complicato man mano che ci si avvicina alla fine dell’anno. Dopo gli scontri durissimi sulla riforma delle pensioni e sul riscatto degli anni di laurea – una partita tutt’altro che chiusa e destinata a protrarsi anche nei prossimi mesi – ora il terreno di scontro si sposta su un tema apparentemente tecnico, ma politicamente esplosivo: la riforma del condominio.

Secondo fonti interne alla Lega, il partito di Matteo Salvini avrebbe preso apertamente le distanze dal disegno di legge 2692, sostenuto con forza da Fratelli d’Italia.

I dubbi della Lega sulla riforma dei condomini

“La riforma bis del condominio, così come ipotizzato dalla proposta di legge 2692, presenta evidenti criticità e non è condivisa dalla Lega”.

È questo il messaggio che filtra dal Carroccio, che torna così a mettere un freno a un altro tassello della Manovra, dopo aver già aperto un fronte durissimo sull’innalzamento dell’età pensionabile.

Il disegno di legge in discussione introduce una serie di novità rilevanti. In primo luogo, prevede che gli amministratori di condominio debbano essere in possesso di una laurea, anche solo triennale, in discipline economiche, giuridiche, scientifiche o tecnologiche. Un obbligo che, tuttavia, non varrebbe per chi è già iscritto ad albi, ordini o collegi professionali dell’area economica, giuridica o tecnica, come periti, geometri e ragionieri.

Un altro punto centrale della riforma riguarda i pagamenti: il contante verrebbe completamente eliminato dalle transazioni condominiali. Tutti i versamenti dovrebbero transitare esclusivamente attraverso il conto corrente, con l’obiettivo di rafforzare la tracciabilità.

A questa misura si affiancherebbe la possibilità di detrarre le spese condominiali ordinarie nella dichiarazione dei redditi, secondo un meccanismo simile a quello già in vigore per le spese sanitarie, così da alleggerire il carico fiscale e incentivare comportamenti trasparenti.

La riforma, però, introduce anche un elemento particolarmente controverso: in caso di difficoltà finanziarie del condominio, i fornitori e i creditori potrebbero rivalersi anche sui condòmini in regola con i pagamenti.

Questi ultimi conserverebbero sì il diritto di regresso nei confronti dei morosi, ma solo dopo aver anticipato le somme dovute, una prospettiva che ha sollevato forti preoccupazioni.

L’attacco del M5S e le critiche di Conte

Sul disegno di legge interviene duramente anche il Movimento 5 Stelle. Il presidente Giuseppe Conte affida ai social una critica frontale alla proposta di Fratelli d’Italia:

“La brillante proposta di legge di Fratelli d’Italia sui condomini espone gli inquilini in linea coi pagamenti al rischio di dover pagare anche il conto degli inquilini morosi a fornitori e manutentori”.

Conte prende di mira anche l’obbligo di laurea per gli amministratori di condominio, allargando la polemica al piano politico:

“Fratelli d’Italia pretende la laurea per tutti gli amministratori di condominio. Ma allora chiediamo la laurea anche per i politici, per chi va in Parlamento, per i Presidenti del Consiglio?“.

Per il leader pentastellato, il ddl rappresenta l’ennesima dimostrazione delle difficoltà della coalizione:

“Questo è l’ennesimo pasticcio di questa maggioranza, e ora si sono messi pure a litigare”.

Le preoccupazioni degli amministratori e il no delle associazioni

Le critiche non arrivano solo dalla politica. Nei giorni scorsi anche l’Anammi, l’Associazione nazional-europea amministratori d’immobili, ha lanciato l’allarme. Secondo l’organizzazione, la riforma rischia di rendere “ancora più onerosa l’attività” degli amministratori, senza offrire “soluzioni realistiche ai problemi di gestione” degli edifici.

Un giudizio che rafforza le perplessità su un intervento che, nelle intenzioni dei proponenti, dovrebbe aumentare professionalità e trasparenza, ma che per molti addetti ai lavori rischia invece di tradursi in più burocrazia e maggiori costi.

Anche il Pd boccia il ddl

Sul fronte dell’opposizione interviene anche il Partito Democratico. Il deputato Ubaldo Pagano parla di una riforma che “andrà a penalizzare le persone normali” e chiede una revisione “immediata” del testo. 

La difesa di Fratelli d’Italia

A difendere il provvedimento è il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Galeazzo Bignami, che rivendica le finalità della proposta.

“È una proposta che, come molte altre, è in discussione alla Camera e che ha la finalità di tutelare i proprietari e i condomini onesti da gestioni non corrette, problema assai diffuso che coinvolge molti cittadini”.

Bignami sottolinea però la necessità di un confronto più ampio:

“È indispensabile un confronto tra tutti i soggetti interessati in grado di costruire una posizione di buon senso a tutela della casa degli italiani, senza la quale Fratelli d’Italia ritiene che non potrà proseguire il suo iter”.

La riforma dei condomini diventa così l’ennesimo terreno di scontro interno alla maggioranza, con la Lega che frena, Fratelli d’Italia che difende il testo e le opposizioni che attaccano compatte. Un segnale chiaro di come, anche sui dossier tecnici, l’equilibrio del governo resti sempre più fragile.