“E’ di enorme importanza il via libera per il Mercosur”.
Lo ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen arrivando al Consiglio europeo del 18 dicembre 2025.
Il Mercosur – ha spiegato – “svolge un ruolo centrale nei nostri accordi commerciali”.
Parole che fotografano il peso strategico del dossier sul tavolo dei leader europei, proprio mentre l’accordo rischia di bloccarsi nelle ore decisive.
Dopo oltre venticinque anni di negoziati, infatti, il trattato commerciale tra Unione europea e Mercosur si trova a un bivio. La Commissione europea punta a ottenere il mandato politico per procedere alla firma sabato 20 dicembre a Foz do Iguaçu, in Brasile.
Ma Francia e Italia chiedono cautela e un rinvio, ritenendo ancora troppe le incognite per agricoltori e allevatori europei. Il rischio concreto è che un’intesa attesa da decenni si impantani proprio nel momento decisivo.
🚨 🇫🇷 Albi : La révolte agricole est en marche, rien ne pourra les stopper ! Stop au Mercosur et à l’abattage systématique des troupeaux !
Un ❤️ pour les soutenir ‼️ pic.twitter.com/TyalSwpuZs
— Wolf 🐺 (@PsyGuy007) December 17, 2025
Che cos’è il Mercosur e perché l’accordo conta
Il Mercosur, acronimo di Mercado Común del Sur, è un blocco commerciale sudamericano istituito nel 1991. Ne fanno parte Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay; il Venezuela, entrato nel 2012, è stato sospeso nel 2017, mentre la Bolivia ha firmato il protocollo di adesione ma attende ancora la ratifica definitiva.
Nel complesso, i Paesi del Mercosur rappresentano la sesta economia mondiale e contano circa 270 milioni di abitanti.
L’accordo con l’Unione europea mira a creare una delle più grandi aree di libero scambio al mondo, attraverso la riduzione o l’eliminazione della maggior parte dei dazi doganali tra i due blocchi.
Per l’Europa significherebbe ampliare l’accesso ai mercati sudamericani per auto, macchinari, prodotti chimici e farmaceutici, oltre a una parte rilevante dell’agroalimentare di qualità come vino, olio d’oliva, formaggi e cioccolato.
Per i Paesi del Mercosur, invece, l’intesa garantirebbe un ingresso più agevole nel mercato europeo per materie prime e prodotti agricoli, dalla carne bovina e avicola allo zucchero, fino alla soia e ai suoi derivati.
Ma il Mercosur non è solo commercio. Per Bruxelles rappresenta anche una scelta geopolitica: diversificare partner e filiere in un contesto globale sempre più segnato da tensioni commerciali, nuove barriere e politiche protezionistiche, a partire dai dazi imposti dagli Stati Uniti di Donald Trump.
Chi sostiene l’accordo e chi lo osteggia
Il fronte dei favorevoli è guidato soprattutto dai Paesi con una forte vocazione industriale ed esportatrice. Germania e Spagna spingono per chiudere l’intesa entro la fine dell’anno: Berlino vede nel Mercosur un mercato strategico per auto e macchinari, mentre Madrid punta sulle opportunità per vino e olio.
Sul versante opposto si collocano Francia e, con maggiore prudenza, Italia.
Emmanuel Macron sostiene che le garanzie offerte finora non siano sufficienti e avverte che Parigi non accetterà un accordo senza piena reciprocità e senza “mirror measures”, ovvero l’allineamento degli standard ambientali, sanitari e produttivi.
Giorgia Meloni non chiude la porta, ma definisce “prematuro” procedere ora alla firma, chiedendo prima un pacchetto solido di tutele per il settore agricolo.
Una posizione che raccoglie il consenso di Coldiretti, mentre il mondo industriale e una parte dell’export italiano temono di perdere un’occasione strategica in un’area dove l’Italia vende soprattutto beni industriali.
Il rischio politico è che la finestra si richiuda. Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha lanciato un avvertimento netto: se l’accordo non verrà chiuso entro dicembre, il Brasile potrebbe cambiare strategia e guardare ad altre intese. Lula ha dichiarato che il suo Paese ha già concesso tutto il possibile sul piano diplomatico e che, in caso di nuovo stop, “saremo duri con loro”.
Il nodo agricoltura: carne, quote e standard
La principale resistenza arriva dal mondo agricolo europeo, che teme una concorrenza al ribasso da parte di prodotti importati a costi inferiori e con standard considerati meno stringenti su ambiente, uso di fitofarmaci, tracciabilità e benessere animale. Il simbolo di questa paura è la carne bovina.
La Commissione europea precisa che la carne non entrerebbe “duty free”, ma attraverso una quota di 99.000 tonnellate con un dazio del 7,5%. Per rendere l’accordo più accettabile sul piano politico, nelle ultime settimane sono state rafforzate le misure di salvaguardia.
Bruxelles, Parlamento e Consiglio hanno lavorato a una clausola che consenta di sospendere i benefici tariffari per prodotti sensibili – come manzo, pollame e zucchero – in caso di aumento eccessivo delle importazioni o di crollo dei prezzi. Dopo il confronto tra chi chiedeva una soglia del 10% e chi spingeva per il 5%, la mediazione è arrivata a un “trigger” dell’8%, accompagnato da controlli e ispezioni più stringenti, anche nei Paesi esportatori.
I numeri degli scambi tra Ue e Mercosur
I dati del Consiglio d’Europa mostrano il peso economico della relazione. Nel 2024 l’Unione europea è stata il secondo partner commerciale del Mercosur, rappresentando quasi il 17% dei suoi scambi totali. Per l’Ue, invece, il Mercosur è il decimo partner commerciale. Il valore complessivo degli scambi ha superato i 111 miliardi di euro: 55,2 miliardi di esportazioni europee e 56 miliardi di importazioni. Oltre l’80% di questo flusso riguarda il Brasile.
Negli ultimi dieci anni, dal 2014 al 2024, gli scambi di beni sono cresciuti di oltre il 36%. Le importazioni dall’America Latina sono aumentate di più del 50%, mentre le esportazioni europee del 25%. L’Europa esporta soprattutto mezzi di trasporto, macchinari e prodotti chimico-farmaceutici, mentre importa prodotti agricoli, minerali, pasta per carta e carta.
Le clausole di salvaguardia votate dal Parlamento europeo, con 431 voti favorevoli, 70 astenuti e 161 contrari, mirano proprio a proteggere i produttori agricoli europei, in particolare quelli francesi. Queste clausole fanno parte sia dell’accordo commerciale interinale Ue-Mercosur sia dell’accordo di partenariato complessivo, entrambi ancora in attesa di ratifica.
Proteste a Bruxelles e tensione sulla Pac
Il Consiglio europeo odierno, del 18 dicembre, si svolge sullo sfondo di una massiccia protesta agricola. Migliaia di agricoltori e oltre mille trattori sono attesi nelle strade di Bruxelles per contestare i piani dell’Ue sul prossimo bilancio pluriennale 2028-2034, la riforma della Politica agricola comune e l’accordo con il Mercosur.
Il corteo, guidato dal Copa-Cogeca, partirà dalla zona della Gare du Nord per raggiungere il quartiere europeo, mentre i capi di Stato e di governo saranno riuniti all’Europa Building. Sono attese oltre 40 organizzazioni agricole provenienti da tutti i 27 Paesi Ue, per un totale di più di 10.000 manifestanti. La delegazione italiana sarà tra le più numerose, con la partecipazione di Confagricoltura, Coldiretti e Cia-Agricoltori.
🇸🇪 Swedish farmers have arrived after 1400km, crossing Sweden, Germany, all the way through Brussels !
J-1 before #FarmersProtestEU ! pic.twitter.com/9sVsuTpDmK
— COPA-COGECA (@COPACOGECA) December 17, 2025
Prima della marcia, una delegazione ristretta incontrerà la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e il commissario all’agricoltura Christophe Hansen. Nel pomeriggio è previsto un confronto più ampio con altri commissari, tra cui quelli responsabili di bilancio, commercio e ambiente.
Cosa succede ora
Per autorizzare la firma dell’accordo serve una maggioranza qualificata tra i governi europei: almeno 15 Paesi che rappresentino il 65% della popolazione Ue. I numeri sono incerti. Se l’Italia si sfilasse, la Francia potrebbe costruire una minoranza di blocco; se Roma rientrasse, l’accordo potrebbe andare avanti anche senza Parigi.
In ogni caso, la partita non finirebbe con la firma in Brasile: servirà anche il via libera del Parlamento europeo, dove i rapporti di forza restano tutt’altro che scontati.