incubo posti vuoti

Medicina, la marcia indietro di Bernini: il semestre filtro cambia in corsa dopo il caos dei test

Dopo aver appellato gli studenti in protesta come “poveri comunisti”, il ministero corre ai ripari: soglie più flessibili e debiti formativi

Medicina, la marcia indietro di Bernini: il semestre filtro cambia in corsa dopo il caos dei test

Quella che era stata presentata come una riforma epocale dell’accesso a Medicina entra ufficialmente nella fase delle correzioni. Dopo settimane di polemiche, risultati deludenti e proteste studentesche, la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini è costretta a una parziale marcia indietro sul semestre filtro, il nuovo meccanismo che ha sostituito il tradizionale test d’ingresso.

Medicina, la marcia indietro di Bernini: il semestre filtro cambia in corsa dopo il caos dei test
La ministra Anna Maria Bernini

Il cambio di passo emerge chiaramente dalle parole pronunciate dalla ministra prima in Parlamento, durante il question time alla Camera, e poi nel confronto serale con il Consiglio nazionale degli studenti universitari (Cnsu).

Nessun ritorno al vecchio sistema dei quiz, ribadisce Bernini, ma le regole iniziali non sono più intoccabili e potranno essere modificate già a partire dal prossimo anno accademico.

Voti bassi e rischio ricorsi: il sistema sotto pressione

Il semestre filtro, introdotto con l’obiettivo di superare il numero chiuso “secco” e ampliare l’accesso alla formazione medica, ha però prodotto finora risultati allarmanti. Le prove di chimica, fisica e biologia del primo appello hanno registrato percentuali di promossi molto basse, stimate intorno al 15% per chi ha superato tutte e tre le materie. Particolarmente critica la prova di Fisica, giudicata eccessivamente complessa da studenti e docenti.

Medicina, ancora caos nei test. Mur valuta il “tutti ammessi” (per colmare i posti vuoti)
Polemiche degli studenti

A questo si sono aggiunte segnalazioni di irregolarità, timori di copiature, confusione sulle modalità di valutazione e un clima di incertezza che ha alimentato la prospettiva di una valanga di ricorsi amministrativi. Uno scenario che il ministero punta ora a scongiurare intervenendo sui criteri di accesso alla graduatoria nazionale.

La svolta: non servono più tre sufficienze

La prima, sostanziale correzione riguarda proprio le soglie di ammissione. Rispondendo in Commissione Cultura alla Camera, Bernini ha annunciato che non sarà più necessario ottenere la sufficienza in tutte e tre le prove per entrare in graduatoria.

“I voti del primo appello si compongono con quelli del secondo – ha spiegato – il 23 dicembre conosceremo i risultati del secondo appello ed entro gennaio sarà pronta la graduatoria finale. Non saranno necessarie tre sufficienze: potremo scendere”.

In concreto, eventuali insufficienze potranno essere compensate attraverso debiti d’esame e debiti formativi, strumenti già previsti dall’ordinamento universitario dal 2004. L’obiettivo dichiarato è evitare che restino posti vacanti:

Posti vuoti non ce ne saranno”, ha assicurato la ministra.

Nessun anno perso, secondo il ministero

Bernini respinge con forza l’accusa di aver “illuso” migliaia di studenti. Al contrario, rivendica che il nuovo sistema abbia trasformato i candidati esclusi dai cancelli universitari in studenti già iscritti, con un fascicolo formativo attivo.

“Il primo settembre 55mila studenti hanno aperto la loro carriera universitaria – ha sottolineato – stanno dando esami e accumulando crediti. Solo 24.026 entreranno nella graduatoria di Medicina, gli altri hanno già scelto corsi affini su cui proseguire”.

Secondo il ministero, nessuno perderà l’anno: entro il 28 febbraio si concluderà il semestre aperto e dal primo marzo ogni studente dovrà risultare iscritto al secondo semestre nella sede assegnata.

Le irregolarità: “Più confusione social che reale”

Sul fronte delle presunte irregolarità, la ministra tende a ridimensionare il caso. Le verifiche effettuate da Cineca, con il supporto tecnologico di Amazon, avrebbero accertato che solo due compiti sono finiti in rete e comunque dopo la conclusione delle prove.

“La convinzione che tutti avessero copiato si è formata sui social – ha detto Bernini – ma i dati non confermano questa narrazione”. Un’argomentazione che, secondo la ministra, è rafforzata dal fatto che i risultati complessivi non sono stati affatto brillanti.

Fisica troppo difficile

Diverso il tono sul livello delle prove. Qui Bernini ammette una criticità evidente:

“È vero, Fisica è risultata una materia ostica”.

Il ministero avvierà un confronto con le università, nel rispetto dell’autonomia degli atenei, precisando però che le domande non sono state predisposte dal Miur, bensì da una commissione di professori universitari.

Medicina, la marcia indietro di Bernini: il semestre filtro cambia in corsa dopo il caos dei test
Test Medicina

Il tavolo con gli studenti e le modifiche allo studio

La vera novità politica arriva però dall’incontro con il Cnsu. Per la prima volta, la ministra apre formalmente alla possibilità di modificare il funzionamento del semestre filtro, proponendo un tavolo permanente di confronto.

Fra le ipotesi allo studio: riduzione dei programmi d’esame, allungamento della durata delle lezioni, più tempo tra la fine dei corsi e gli appelli. Un riconoscimento implicito che l’impianto originario non abbia funzionato come previsto.

Il cambio di tono dopo lo scontro: “Poveri comunisti”

La disponibilità al dialogo segna anche un cambio di atteggiamento dopo il durissimo scontro avvenuto pochi giorni prima al festival di Fratelli d’Italia, Atreju, quando Bernini aveva reagito alle proteste studentesche con frasi sprezzanti, scatenando nuove polemiche.

“Sapete come diceva il presidente Berlusconi? Siete sempre dei poveri comunisti. Prima di contestare fatemi parlare. Questo dimostra la vostra inutilità”, aveva detto ai ragazzi.

Nessuna scusa formale, ma una evidente inversione di linea.

Studenti e docenti all’attacco

I movimenti studenteschi parlano apertamente di fallimento. Per l’Unione degli Universitari, il semestre filtro resta “propaganda sulla pelle dei giovani” e non affronta né la carenza di medici né il diritto allo studio.

Critiche durissime arrivano anche dal mondo accademico. La docente Antonella Viola ha definito il semestre filtro una “farsa”, chiedendo scusa agli studenti per i danni emotivi ed economici subiti. Secondo Viola, il nuovo test non è più adeguato di quello precedente e alimenta ansia, competizione e precarietà, senza risolvere i problemi strutturali dell’università e della sanità.

“La politica deve ammettere il fallimento”, ha concluso la professoressa, invitando la ministra a fare un passo ulteriore: riconoscere l’errore.

Una riforma ancora in bilico

Il 23 dicembre 2025 arriveranno i risultati del secondo appello, il 12 gennaio 2026 la graduatoria nazionale. Solo allora si capirà se le correzioni basteranno a evitare un paradosso mai visto prima: meno studenti ammessi dei posti disponibili.

Intanto, la riforma dell’accesso a Medicina resta sospesa tra l’ambizione di cambiare sistema e la necessità, sempre più evidente, di correggere una macchina partita male. E la marcia indietro della ministra, per quanto parziale, ne è il segnale più chiaro.