Occhio alla data

Imu 2025: scadenza del 16 dicembre, chi paga, esenzioni e come calcolare il saldo

Il saldo riguarda circa 25 milioni di immobili e porterà nelle casse di Comuni e Stato oltre 11 miliardi di euro

Imu 2025: scadenza del 16 dicembre, chi paga, esenzioni e come calcolare il saldo

Oggi, martedì 16 dicembre 2025 scade il termine per il pagamento della seconda rata dell’Imu (Imposta Municipale Unica), il principale tributo che grava sugli immobili diversi dall’abitazione principale. Il versamento rappresenta il saldo annuale, cioè il conguaglio rispetto all’acconto già pagato entro il 16 giugno 2025.

Secondo le stime, il saldo riguarda circa 25 milioni di immobili e porterà nelle casse di Comuni e Stato oltre 11 miliardi di euro, confermando l’Imu come una delle principali fonti di finanziamento degli enti locali.

Cos’è la seconda rata Imu e perché si parla di “saldo”

La seconda rata Imu non è una tassa aggiuntiva, ma il conguaglio dell’imposta complessiva dovuta per l’intero anno. In condizioni ordinarie, l’importo è pari al 50% dell’Imu annua, quindi uguale a quello versato a giugno.

L’importo può però variare se:

  • il Comune ha modificato le aliquote Imu nel corso dell’anno;
  • la situazione dell’immobile è cambiata (ad esempio locazione, inagibilità, variazione catastale).

Chi ha scelto di pagare l’Imu in un’unica soluzione a giugno non deve effettuare alcun versamento a dicembre.

Chi deve pagare l’IMU

Sono tenuti al pagamento dell’Imu i titolari di diritti reali sugli immobili, non gli inquilini. In particolare, devono versare il saldo:

  • i proprietari di seconde e terze case;
  • i proprietari di immobili locati o concessi in comodato;
  • i proprietari di abitazioni principali di lusso, classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9;
  • i titolari di fabbricati produttivi e commerciali (negozi, uffici, capannoni);
  • i proprietari di aree edificabili e terreni agricoli.

Oltre ai proprietari, sono soggetti passivi Imu anche:

  • usufruttuari e titolari di altri diritti reali (uso, abitazione, enfiteusi, superficie);
  • il genitore assegnatario della casa familiare;
  • i concessionari di aree demaniali;
  • i locatari finanziari (leasing).

In caso di comproprietà, ciascun soggetto paga l’Imu in proporzione alla propria quota.

Chi è esente dall’Imu

La principale esenzione riguarda la prima casa, a condizione che:

  • non sia un immobile di lusso;
  • il proprietario vi abbia residenza anagrafica e dimora abituale.

Sono inoltre esenti dall’Imu:

  • una pertinenza per abitazione principale (cantina, box o posto auto);
  • i terreni agricoli condotti da coltivatori diretti o situati in Comuni montani;
  • le infrastrutture di interesse pubblico (porti, stazioni, aeroporti);
  • i luoghi di culto e gli immobili della Santa Sede;
  • gli immobili occupati abusivamente, se il proprietario ha presentato denuncia.

Va ricordato che l’Imu è un’imposta gestita dai Comuni, che possono prevedere ulteriori agevolazioni locali, nel rispetto dei limiti fissati dalla legge statale.

Riduzioni e sconti Imu

Accanto alle esenzioni totali, la normativa prevede riduzioni parziali dell’imposta.

Comodato gratuito a figli o genitori

È prevista una riduzione del 50% dell’Imu se l’immobile è concesso in comodato gratuito, a condizione che:

  • il contratto sia registrato;
  • l’immobile sia usato come abitazione principale dal parente;
  • il comodante possieda un solo immobile (oltre alla propria abitazione);
  • l’immobile non sia di lusso.

Altre riduzioni

  • –25% per gli immobili locati a canone concordato;
  • –50% per immobili storici, inagibili o inabitabili.

In ogni caso, l’imposta non può scendere sotto il minimo nazionale di 12 euro.

Come si calcola l’Imu: esempio pratico

Il calcolo dell’Imu si basa su due elementi:

  • Rendita catastale.
  • Aliquota comunale

Per le abitazioni, la rendita catastale va:

  • rivalutata del 5%;
  • moltiplicata per il coefficiente 160.

Sul valore catastale ottenuto si applica l’aliquota Imu stabilita dal Comune.

Esempio

  • Rendita catastale: 800 euro
  • Valore catastale: 800 × 1,05 × 160 = 134.400 euro
  • Aliquota Imu: 1,06%
  • Imu annua: 134.400 × 0,0106 = 1.424,64 euro
  • Acconto di giugno: 712,32 euro
  • Saldo di dicembre: 712,32 euro

Le aliquote Imu 2025: cosa cambia

Dal 2025 i Comuni non possono più diversificare liberamente le aliquote, ma devono scegliere tra fattispecie tipizzate, tramite il Portale del federalismo fiscale.

Se un Comune non ha approvato la delibera, non si applicano più automaticamente le aliquote dell’anno precedente: entrano in vigore le aliquote base previste dalla legge, fino a nuova deliberazione.

Secondo i dati del Dipartimento delle Finanze:

  • oltre 7.700 Comuni hanno aggiornato le aliquote;
  • in 1.108 casi si è registrato almeno un aumento;
  • 671 Comuni hanno ridotto almeno un’aliquota.

Come e quando pagare l’Imu

Il pagamento può avvenire tramite:

  • modello F24 (modalità più diffusa);
  • bollettino postale intestato a “Pagamento IMU”;
  • PagoPA, se attivato dal Comune.

Il mancato pagamento comporta sanzioni e interessi, ma è possibile ricorrere al ravvedimento operoso.