la lezione del 1948

Diritti umani, il 10 dicembre il mondo si guarda allo specchio, Mattarella: “Ogni persona è titolare di libertà inviolabili”

L'ONU rilancia la campagna “Human Rights, Our Everyday Essentials” per rendere concreti i valori della Dichiarazione del 1948

Diritti umani, il 10 dicembre il mondo si guarda allo specchio, Mattarella: “Ogni persona è titolare di libertà inviolabili”

Il 10 dicembre il mondo celebra la Giornata internazionale dei diritti umani, ricordando la proclamazione — avvenuta nel 1948 — della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (UDHR), il documento più tradotto al mondo e la pietra angolare dell’ordine internazionale moderno.

A distanza di settantasei anni, il suo messaggio rimane sorprendentemente attuale: i diritti che garantiamo ogni giorno senza pensarci sono la stessa barriera che ci separa dal ritorno alla violenza, alla discriminazione e alla sopraffazione.

Per il 2025 le Nazioni Unite hanno scelto un titolo semplice e diretto: “Human Rights, Our Everyday Essentials”, un invito a ricordare che libertà, dignità e uguaglianza non sono slogan astratti ma strumenti quotidiani, indispensabili quanto l’acqua e la luce.


E mentre il mondo fa i conti con nuovi conflitti, pressioni autoritarie, violenze di genere, disuguaglianze crescenti e perfino dilemmi etici legati all’intelligenza artificiale, l’Italia — attraverso le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella — richiama alla responsabilità collettiva.

Mattarella: “Ogni persona è titolare di diritti inviolabili”

Nella sua dichiarazione ufficiale per il 10 dicembre 2025, Mattarella ha ricordato con forza il significato originario dell’UDHR:

“Settantasei anni fa, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani pose al centro dell’ordinamento internazionale un principio semplice e rivoluzionario: ogni persona, in quanto tale, è titolare di diritti inviolabili“, ha affermato.

Ha poi richiamato le ragioni storiche che portarono la comunità internazionale a impegnarsi per “non ripetere gli errori del passato”, osservando come quel messaggio continui a “sollecitare la nostra coscienza collettiva”.

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Il Presidente Sergio Mattarella

Un presente fragile: guerre, discriminazioni, regressioni. Mattarella non ha ignorato le tensioni del mondo di oggi, segnato da conflitti in più aree, da crisi umanitarie e da un generale arretramento delle libertà democratiche:

“Ancora oggi, infatti, i diritti umani subiscono molteplici attacchi. Le guerre – vecchie e nuove – tornano a proiettare la loro ombra sulle popolazioni civili… Le violenze contro donne e minori, le discriminazioni, l’erosione delle libertà democratiche, assumono spesso la forma di un generale arretramento della civiltà giuridica”, ha dichiarato. Razzismo, aggressioni e disuguaglianze — ha proseguito — sono fenomeni che “la storia aveva già ammonito a non ripetere”.

In un momento in cui la cronaca internazionale mostra un crescendo di conflitti e tensioni etniche, le parole del Presidente risuonano come un commento diretto all’attualità.

Pace e diritti: un binomio indivisibile

Un passaggio centrale della dichiarazione riguarda il rapporto tra pace e diritti umani:

“Esiste un rapporto inscindibile tra diritti umani e pace: il rispetto dei primi è premessa essenziale della seconda”, ha affermato Mattarella. Senza pace — ha spiegato — è impossibile proteggere diritti e libertà. E senza diritti, la pace diventa un’illusione: una relazione che oggi appare evidente in ogni scenario di crisi, dalle guerre tradizionali ai conflitti ibridi e alle campagne di disinformazione che minano la convivenza civile”.

Proprio per questo, ha ricordato il Presidente, istituzioni multilaterali e diritto internazionale restano strumenti indispensabili: indebolirli significa “esporre i più vulnerabili al rischio della prevaricazione”.

L’impegno dell’Italia

Nella Giornata Mondiale dei Diritti Umani, l’Italia — ha affermato il presidente della Repubblica — rinnova il suo sostegno a un ordine internazionale fondato sulla dignità della persona:

“La Repubblica Italiana, in questa Giornata, rinnova il suo convinto sostegno a un ordine internazionale basato sul rispetto dei diritti umani”, ricordando che questo impegno deriva direttamente dai valori costituzionali: ripudio della guerra, giustizia, solidarietà, uguaglianza, libertà.

La storia: perché il 10 dicembre è così importante

La Giornata Mondiale dei Diritti Umani fu istituita dall’ONU nel 1950, due anni dopo l’adozione della Dichiarazione Universale a Parigi.

La Dichiarazione del 1948 — nata dalle macerie morali della Seconda Guerra Mondiale — contiene 30 articoli che definiscono i diritti fondamentali: vita, libertà, uguaglianza, giustizia, dignità, e il divieto di discriminazione per razza, sesso, colore, lingua, opinione o origine.

Da allora il 10 dicembre è un appuntamento globale: conferenze, eventi, campagne di sensibilizzazione, iniziative nelle scuole e nelle istituzioni. Ogni anno, questa ricorrenza aggiorna le domande fondamentali del presente: chi è escluso? chi è minacciato? chi non ha voce?

“Ricordare non basta: dobbiamo agire”

La conclusione del Presidente è un invito a trasformare la memoria in responsabilità quotidiana:

“Ricordare la centralità dei diritti umani non significa indulgere nella memoria del dolore, ma assumere quella memoria come guida per l’azione… affinché la Dichiarazione del 1948 non resti solo un enunciato di alti ideali ma sia concreto codice di condotta cui tutti gli Stati scelgano di conformarsi”.

Una dichiarazione che si intreccia perfettamente con il messaggio della campagna ONU 2025:
i diritti non sono un traguardo acquisito, ma un bene essenziale che va protetto ogni giorno.