PALLA AL SENATO

Declassamento del lupo, la Camera approva: via libera alla tutela “protetta”

Il governo considera che la popolazione di lupi abbia ormai raggiunto un livello tale da non poter più essere considerata a rischio

Declassamento del lupo, la Camera approva: via libera alla tutela “protetta”

Con 122 voti a favore, 7 contrari e 63 astenuti, la Camera dei deputati ha approvato in prima lettura la legge di delegazione europea che, tra le molte materie trattate, include anche il recepimento del declassamento dello status di protezione del lupo deciso a livello comunitario. Il provvedimento passa ora al Senato per l’approvazione definitiva, dopo la quale il Governo potrà adottare i decreti legislativi necessari per recepire la Direttiva (UE) 2025/1237.

Cosa cambia per il lupo

Il cuore della questione è lo spostamento del lupo dall’Allegato IV della Direttiva Habitat – che garantiva la massima tutela (“rigorosamente protetto”) – all’Allegato V, che prevede una protezione meno stringente. Per la prima volta da decenni, dunque, l’abbattimento dell’animale diventa più facilmente autorizzabile, nel rispetto dei criteri stabiliti dalla normativa europea.

La modifica è arrivata su impulso del Parlamento europeo e ha trovato l’appoggio di Consiglio e Commissione. Ogni Stato membro può comunque decidere se adeguarsi o mantenere la tutela originaria: l’Italia ha scelto di allinearsi alla nuova classificazione.

Il contesto italiano

La posizione del Governo italiano è rimasta coerente negli ultimi anni: l’esecutivo considera che la popolazione di lupi abbia ormai raggiunto un livello tale da non poter più essere considerata a rischio, come quando venne inserita nella categoria di massima protezione.

Lupo, si accelera l'iter per il declassamento: in arrivo un nuovo status di protezione
Il lupo passerà alla tutela “protetta” e non più “rigorosamente protetta”

Secondo le stime attuali, in Italia vivono tra i 3.300 e i 4.000 lupi, presenti stabilmente in gran parte della Penisola, sia nelle zone montane che in alcune aree periurbane. Una densità considerata anomala rispetto ad altri Paesi europei.

Proprio questo ha alimentato pressioni, soprattutto da parte di allevatori e mondo venatorio, affinché fosse possibile intervenire sui casi problematici o ridurre il numero di capi. Il lupo, infatti, può predare animali da allevamento quando non sono protetti da adeguati sistemi di guardiania.

Le critiche di ambientalisti e scienziati

Il fronte ambientalista e animalista si oppone da sempre al declassamento, giudicandolo “antiscientifico” e potenzialmente dannoso per gli ecosistemi. Secondo queste associazioni, non è sufficiente ridurre il numero dei lupi per risolvere le predazioni: la causa principale degli attacchi sarebbe spesso la carenza di misure preventive come recinzioni elettrificate, custodia notturna delle greggi e l’impiego di cani da guardiania, pratiche talvolta abbandonate dopo i decenni in cui il predatore era quasi scomparso.

L’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) ha definito il voto “una pagina nera”, “ingiusto e inaccettabile”, denunciando le pressioni di una parte degli allevatori e del mondo venatorio. L’associazione ricorda inoltre che il lupo resta comunque una “specie protetta”, e mette in guardia contro il rischio che la riduzione delle tutele alimenti fenomeni di bracconaggio già oggi molto diffusi.

Lupo, si accelera l'iter per il declassamento: in arrivo un nuovo status di protezione
Il governo considera che la popolazione di lupi abbia ormai raggiunto un livello tale da non poter più essere considerata a rischio

Per le associazioni animaliste, il dibattito pubblico tende a sovrastimare i danni da predazione sui capi allevati. L’Enpa sostiene che solo una percentuale irrisoria degli animali da reddito viene effettivamente attaccata dai lupi e che gran parte delle perdite potrebbero essere evitate con sistemi di prevenzione efficaci, soprattutto quando utilizzati in combinazione.

Anche dalla politica arrivano critiche. Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera, parla di “gravissimo errore”, affermando che la decisione europea sia stata presa senza una stima adeguata delle popolazioni di lupo, con alcuni Paesi dell’Est che avrebbero fornito solo sondaggi o valutazioni elaborate dai cacciatori.

Un provvedimento che divide

Il voto della Camera ha confermato una linea politica che privilegia una maggiore possibilità d’intervento nelle situazioni di conflitto tra lupo e attività umane. Le opposizioni hanno puntato il dito contro la “riduzione della tutela”, mentre la maggioranza ha difeso la scelta come parte di un più ampio adeguamento alle direttive europee.

La battaglia ora si sposta al Senato, ma il quadro sembra già tracciato: con l’approvazione definitiva della legge di delegazione europea, il lupo passerà a una tutela meno rigorosa.