Ha inizio oggi – giovedì 4 dicembre 2025 – la visita di Vladimir Putin in India, già arrivato e stasera atteso da una cena privata nella residenza del premier Narendra Modi. Un incontro di appena 24 ore, ma dal peso decisivo: il contesto internazionale, segnato dalle tensioni con l’Occidente, dall’arenarsi delle iniziative diplomatiche statunitensi e dal peggioramento dei rapporti tra Delhi e Washington, trasforma il 23° summit annuale russo-indiano in un evento da osservare con estrema attenzione.
Watch: Indian PM Modi welcomed Russian President Putin at the airport. Top Indian officials present at the airport. Putin is given a traditional Indian welcome. pic.twitter.com/CTMHlEHIcQ
— Sidhant Sibal (@sidhant) December 4, 2025
Un equilibrio sempre più complesso
Ufficialmente al centro del vertice figurano il rafforzamento della cooperazione in materia di difesa, la protezione del commercio bilaterale dalle pressioni esterne e nuove collaborazioni nel settore dei piccoli reattori modulari. In realtà, l’intera visita è sospinta da una dinamica più vasta che abbraccia il delicato clima geopolitico nel quale si trova l’India.
Proprio per questo Modi, deciso a ribadire l’“autonomia strategica” dell’India, dovrà muoversi con estrema cautela: rinsaldare i rapporti con Putin senza compromettere i colloqui commerciali con gli Stati Uniti e i rapporti con l’Europa, già irritata dalla decisione del governo indiano di accogliere il leader russo nonostante la guerra in Ucraina.

La vigilia dell’arrivo di Putin è stata infatti segnata dalla pubblicazione su Times of India di una lettera aperta degli ambasciatori di Francia, Germania e Regno Unito, secondo cui “Putin finge di voler arrivare alla pace”.
A questo intervento sono seguite sollecitazioni individuali di altri diplomatici europei affinché Delhi spinga con maggior forza verso una soluzione diplomatica del conflitto. Una mossa che il Ministero degli Esteri indiano ha definito “non in linea con una pratica diplomatica accettabile”.
Per Putin, questa visita ha un significato altamente simbolico: dimostrare che i tentativi occidentali di isolarlo sono falliti e che la Russia continua ad avere partnership attive con alcune delle principali potenze del Sud globale. Secondo diversi analisti, la vera priorità indiana è evitare che la Russia scivoli troppo nelle braccia della Cina: un’eventualità che metterebbe Delhi in una posizione strategica estremamente vulnerabile.
Energia il dossier più caldo
L’energia resta il capitolo più sensibile del rapporto bilaterale. L’India è diventata uno dei principali acquirenti mondiali di petrolio russo, arrivando al 35,8% delle sue importazioni totali nel 2024-2025 dopo un incremento vertiginoso seguito alle sanzioni occidentali contro Mosca. Ma negli ultimi mesi gli acquisti di greggio da parte delle raffinerie private indiane sono crollati, nel tentativo di contenere le pressioni statunitensi.
Gli Stati Uniti hanno infatti imposto un’ulteriore tariffa del 25% sulle importazioni dall’India, ritenendo che Delhi stia “sostenendo indirettamente” lo sforzo bellico russo. Una mossa che ha contribuito al deterioramento dei rapporti bilaterali. Putin, parlando a India Today, ha criticato la posizione americana ricordando che “Washington continua ad acquistare uranio russo”.

Nonostante le difficoltà, Mosca insiste nel voler mantenere invariati i flussi di petrolio verso l’India e assicura di avere tecnologie e canali alternativi in grado di aggirare le sanzioni occidentali.
La difesa resta il pilastro della relazione, commercio da correggere
La cooperazione militare resta l’asse portante dei rapporti tra Russia e India, che da decenni fa ampio affidamento su tecnologie e sistemi d’arma russi. Il summit servirà anche a discutere l’acquisto di nuovi sistemi missilistici S-400 e forse S-500, nonché il programma legato al caccia multiruolo Sukhoi Su-57. Temi che arrivano dopo le intense pressioni americane affinché Delhi scelga più equipaggiamenti made in USA.
Per Putin, aumentare la cooperazione nel settore difesa significa anche compensare il calo degli introiti energetici e ribadire la solidità del rapporto con uno dei suoi partner storici.
Gli scambi commerciali bilaterali restano invece sbilanciati in maniera marcata: l’India importa dalla Russia beni e servizi per circa 65 miliardi di dollari, mentre esporta appena 5 miliardi. Delhi cercherà di ottenere accordi per aumentare le vendite di farmaceutica, agricolo, alimentare, beni di consumo, auto, prodotti elettronici e macchinari. Sberbank ha già annunciato nuove lettere di credito denominate in rupie per facilitare le transazioni.
Il tema Ucraina, infine, dovrebbe emergere solo nelle forme rituali: l’India chiederà ancora una volta una soluzione diplomatica, ma senza attendersi grandi progressi.