gravi violenze pregresse

Femminicidio Marche: lui l’aveva già inseguita con l’ascia, ma era tornato a casa

Drammatico il commento degli figlio 30enne della coppia, residente in Svizzera, quando ha appreso la notizia: "Me lo aspettavo"

Femminicidio Marche: lui l’aveva già inseguita con l’ascia, ma era tornato a casa

Emergono nuovi, drammatici dettagli sul femminicidio avvenuto ieri, 3 dicembre 2025, a Pianello Vallesina, frazione di Monte Roberto, in provincia di Ancona. La vittima, Sadjide Muslija, avrebbe compiuto 50 anni il 12 dicembre ed era di origini macedoni.

Secondo le prime ricostruzioni, a ucciderla sarebbe stato il marito e connazionale, Nazif Muslija, 50 anni, ora ricercato dai carabinieri. La donna sarebbe stata picchiata a morte a mani nude all’interno della loro abitazione; al momento l’uomo è irreperibile.

Femminicidio Marche: lui l'aveva già inseguita con l'ascia, ma era tornato a casa
Nazif Muslija

Il ritrovamento e l’allarme

A dare l’allarme è stato il datore di lavoro di Sadjide, che non si era presentata alla ditta di imballaggi dove lavorava come operaia. In tarda mattinata i carabinieri della Stazione di Moie di Maiolati Spontini (Ancona) sono intervenuti presso l’abitazione della donna, trovandola riversa sul letto con segni evidenti di violente percosse.

Sul posto sono intervenuti il magistrato di turno della Procura di Ancona, i carabinieri del Nucleo Investigativo e della Sezione Investigazioni Scientifiche di Ancona, la Compagnia di Jesi e il sindaco di Monte Roberto, Lorenzo Focante.

Una storia di maltrattamenti e violenze pregresse

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Sadjide Muslija era stata più volte vittima di maltrattamenti da parte del marito nel corso dell’ultimo anno. Nazif Muslija era stato già arrestato nell’aprile scorso dopo un episodio di aggressione particolarmente grave.

In quell’occasione, l’uomo aveva sfondato la porta della camera da letto con un’ascia, urlando alla moglie: “Questa sera ti ammazzo”, contestandole un presunto tradimento e rompendole il telefonino.

La donna era riuscita a scappare dai vicini mentre il marito si era recato a casa del presunto amante, ma non trovando nessuno era tornato a casa ed era stato bloccato dai carabinieri.

Dopo quell’arresto, Sadjide aveva ritirato la querela e era tornata a vivere con lui. Nazif Muslija aveva patteggiato a luglio scorso una condanna a un anno e dieci mesi, sospesa condizionatamente, con l’obbligo di intraprendere un percorso di recupero. Tuttavia, non risultano strutture disponibili, e il percorso di recupero non è mai stato completato.

La dinamica degli ultimi giorni

Le ricerche dell’uomo, accusato di femminicidio, sono in corso su tutto il territorio, anche fuori provincia. Al momento il suo cellulare risulta spento. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire quanto accaduto nelle ultime ore prima dell’omicidio. Sul posto continuano i rilievi dei carabinieri, coordinati dal pubblico ministero Rosario Lioniello.

La testimonianza della vicina

Una vicina di casa ha raccontato ai cronisti:

“Lei diceva che non aveva paura e che il marito era cambiato. Li conoscevo, vivevo qui vicino. Quando non beveva, lui era tranquillo, un lavoratore. Ma era geloso e convinto che lei avesse un amante. In realtà Sadjide viveva solo tra lavoro e casa”. La donna ricordava che, dopo l’aggressione con l’ascia e l’arresto, la vittima affermava che il marito fosse in cura e più tranquillo. La coppia aveva un figlio trentenne, residente in Svizzera.

Avvisato dal legale del padre, il giovane avrebbe amaramente commentato: “Me lo aspettavo”.

Anche alcune amiche della donna le avrebbero suggerito di allontanarsi definitivamente da lui.

L’avvocato: “Era seguito da una psicologo”

Antonio Gagliardi, legale di Nazif Muslija, ha spiegato che, in attesa di un posto nell’associazione indicata per il percorso di recupero, l’uomo aveva iniziato a seguire uno psicologo, recandosi a tre sedute. Lunedì aveva incontrato le assistenti sociali e, secondo quanto stabilito dal tribunale, avrebbe dovuto iniziare il percorso completo nella prossima primavera.

L’avvocato ha inoltre ricordato un episodio del gennaio scorso: dopo un litigio, Nazif Muslija aveva sfondato il parabrezza dell’auto della moglie con un’ascia e l’aveva ferita alla mano mentre tentava di fermarlo, causando una prognosi di trenta giorni.

Le indagini

Le autorità continuano le indagini a tutto campo. Secondo quanto emerso, l’uomo potrebbe essersi allontanato a bordo di una Smart. Anche il datore di lavoro dell’uomo aveva provato a contattarlo senza successo, recandosi presso la sua abitazione, dove ha trovato i carabinieri già presenti.

L’ipotesi principale degli investigatori resta quella del femminicidio, rafforzata dai precedenti maltrattamenti e dalle condanne pregresse. Le ricerche di Nazif Muslija proseguono a livello nazionale, mentre gli inquirenti cercano di ricostruire le ultime ore di vita di Sadjide e i movimenti dell’uomo prima della fuga.

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